Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

ROSSI PUO’ salvare tutti (ma per poco)

Ora è tregua. Vincere col Carpi però è fondamenta­le Con un ko ipotesi Magnani-Perez, ma solo per l’Inter

- Di Furio Zara fu.za.

Dirigenti e allenatore stretti in un abbraccio che a questo punto (e con questa classifica) non può che essere forzato, squadra ancora incapace di intendere (nel senso: chi siamo, che fisionomia abbiamo, dove stiamo andando?) e di volere (il rischio ora alla delusione subentri la frustrazio­ne). E tutt’attorno un’atmosfera nuova, inedita (mai era successo nella gestione Saputo che i fischi fossero la colonna sonora del giù il sipario al Dall’Ara) e spiacevole, che si è alimentata in queste settimane segnate da piccoli fallimenti. E’ così che il Bologna si avvicina alla partita di sabato al Braglia di Modena, contro il Carpi, a distanza di sette mesi da un’altra data chiave nella recente cronaca rossoblù: era l’1 aprile quando il Carpi di Sannino al Cabassi rifilarono un sonoro 3-0 al Bologna (Diego Lopez venne esonerato - dopo un tira e molla estenuante e controprod­ucente - un mese dopo).

RESPONSABI­LITA’ECOLPE.Delio Rossi, dopo tutto quello che è successo nelle ultimissim­e ore, sa di giocarsi (stavolta sì) veramente tutto. Il suo score da quando siede sulla panchina del Bologna è già una sentenza: tra A e B ha vinto solo 3 volte in 16 partite ufficiali, e le 7 sconfitte su 8 partite incassate finora sono già un record a livello europeo. E’ innegabile che questo sia la fase di passaggio più delicata dell’intera gestione made in Joey Saputo. Le scelte della dirigenza non hanno pagato, non hanno dato nessun risultato. Cominciare a paventare, come succede oggi, un «redde rationem», una resa dei conti, a giugno 2016, con qualche testa che cadrà; non è affatto un buon segnale, da qualsiasi parte la si voglia vedere. Eppure: a meno di clamorosi colpi di scena, è così che succederà. Il fallimento di oggi affonda le sue radici nell’immediato dopo-promozione. La mattina del 10 giugno, ancora reduci dalla festa del Dall’Ara, già qualcuno in società si faceva venire qualche dubbio sull’opportunit­à di confermare Delio Rossi (che comunque aveva il rinnovo automatico).

Tra le tre e le sei di domenica pomeriggio, i dirigenti del Bologna (Corvino, Di Vaio e Fenucc) si sono trovati di fronte ad un bivio. Stravolger­e tutto con un allenatore «da progetto» o tamponare la situazione con un allenatore a tempo, buono cioè per centrare la salvezza quest’anno? Prima di cena hanno scelto la terza via: confermare Rossi. Salvare capra e cavoli, nella speranza di salvare il Bologna. L’allenatore da progetto era uno soltanto: Vincenzo Montella, il preferito (per profilo) Concedergl­i una chance sembrò un atto dovuto. Oggi il Bologna si trova desolatame­nte ultimo. E non tutte le colpe sono di Rossi. Il mercato è zoppo in due ruoli chiave: un uomo d’esperienza a centrocamp­o e una valida alternativ­a a Destro in attacco. Chiariamo: non è stato sbagliato comprare Destro. E’ stato sbagliato non cautelarsi, pensando che potesse bastare lui. A margine vale la pena qui ricordare che Delio Rossi, la notte del 9 giugno, fece un solo nome in chiave mercato, disse cioè chiaro e tondo che un giocatore come Matuzalem avrebbe fatto comodo a questa squadra. Di da Joey Saputo. Ma Montella ha una clausola di cinque milioni per liberarsi dalla Fiorentina. Oggettivam­ente: non c’erano i tempi tecnici per provarci. E concretame­nte: il Bologna oggi non ha questa forza. Non ce l’ha perché Saputo è stato chiaro. E ha chiuso - dopo una cinquantin­a di milioni investiti - il portafogli­o. Cioè: i dirigenti avevano strappato un bonus per il mercato di gennaio. La spesa (così corposa) per un altro allenatore, non è prevista. Non ora, almeno. Potrà diventarlo se la situazione precipita Matuzalem nel Bologna non c’è traccia. Avanti: le difficoltà estive di Rossi sono ormai storia. «Qui ci sono più giornalist­i che giocatori». E’ con questa frase (era chiarament­e un segnale lanciato alla società) che Rossi esordì nella prima conferenza stampa a Castelrott­o. Era il 13 luglio.

UNA SOLA POSSIBILIT­A’. L’impossibil­ità di sconfessar­e il progetto-Bologna è stata la chiave che ha (ri)aperto la porta a delio Rossi. Cacciare Rossi in questo momento, a due mesi dall’inizio del campionato, avrebbe significat­o, per questa dirigenza, ammettere un fallimento. La dirigenza (sconfitta a Modena col Carpi) ed esonerare Rossi non sarà più una scelta, ma l’unica soluzione. Dopo Montella, si è sondato Mazzarri. Ma costa troppo. E cerca squadre di altro livello. I tentenname­nti di Guidolin sono derivati dal fatto che il Bologna, così emerge, non ha affondato il colpo (banalmente: è stato contattato, ma un’offerta concreta non gli è mai arrivata). E ora? Se Rossi vince, esultano tutti. Se perde, perdono tutti. coltiva la speranza che non sia così; ancora si prova a vedere (come è giusto) la luce alla fine del tunnel. Se Rossi vince a Carpi, allora salva tutti. Se perde, ci si arrangerà per quest’anno, provvedend­o ad una soluzione-tampone; per poi ripartire dall’anno prossimo, non senza qualche scelta drastica. E così si va avanti con Rossi. Sarà il triplice fischio di Carpi-Bologna a decretare il destino di questa squadra. E’ chiaro che - da oggi (anzi da ieri) a sabato - il club farà di tutto per farsi trovare pronto in caso di debacle. Come spieghiamo sotto, il candidato numero uno, l’uomo che la società ha già individuat­o per far (ri)partire il progetto è (sarà) Vincenzo Montella. Oggi però gli ostacoli economici sono molti, e non tutti facilmente superabili. Nel caso il Bologna perda a Modena ci sono due strade da percorrere. La prima: adottare una soluzione temporanea chiamando un allenatore uso a queste situazioni (Corini, Di Carlo) che centri l’obiettivo e poi - al netto dei tanti ringraziam­enti in forma di bonus - lasci il posto all’allenatore individuat­o per ripartire da zero. La seconda: chiedere a Saputo un altro scarificio, puntare subito sul «nome forte» (Montella, poi Mazzarri) e provare a ripartire. Con queste due ipotesi, la panchina verrebbe affidata temporanea­mente alla coppia Perez-Magnani (o a Colucci): a sole tre giorni dal Carpi al Dall’Ara arriva l’Inter. La terza via - confermare Rossi a fronte di una sconfitta diventereb­be difficile da sostenere.

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