Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Rimonta possibile, ma serve l’impresa

Dal Piacenza di Guerini al Venezia di Novellino: ultimi, ma non condannati

- Di Lorenzo Longhi

BOLOGNA. Il passato dice che salvarsi si può, nonostante tutto, e in fondo sapere che c'è chi ce l'ha fatta pur partendo male come il Bologna attuale - se non addirittur­a peggio - è la luce in fondo al tunnel di un inizio di campionato da incubo. Che si tratti della classica traversata del deserto, in cui c'è anche chi soccombe, è l'altro lato della medaglia, ed è fondamenta­le rendersene conto per uscirne indenni. Perché tre punti sono pochissimi in otto giornate e nel caso del Bologna si portano dietro anche sette sconfitte: per dire, a parità di punti, con tre pari e cinque ko forse la sensazione sarebbe un po' diversa, ma è un discorso pleonastic­o in fondo. Quelli sono, i punti del Bologna, e da quelli si deve ripartire. Lo stesso score del Bologna, dall'introduzio­ne dei tre punti per vittoria, si è verificato in undici occasioni, e in altre dieci c'è chi alla giornata numero otto di punti ne aveva ancora meno: dai dati a cura del nostro statistico Lamberto Righi, emergono i miracoli del Piacenza di Guerini (1997-1998: 3 dopo 8 gare, 37 alla fine, salvo nonostante le retrocessi­oni allora fossero quattro), del Venezia di Novellino e Recoba (1998-1999: 2 punti alla ottava, 42 al termine) e del Cagliari 2005-2006 che vide alternarsi quattro diversi allenatori, dopo otto gare aveva tre punti - proprio come il Bologna oggi - ma poi ne fece altri 36 e a quota 39 si salvò serenament­e, indipenden­temente dalla riscrittur­a della classifica decisa dalla giustizia sportiva in quella estate. SOMMERSI E SALVATI. Vi sono anche diverse altre rimonte epiche di squadre che, dopo l'ottavo turno, di punti magari ne avevano appena uno o due in più del Bologna attuale e si sono poi salvate in anticipo, come la Reggina 2007-2008, oppure il Chievo e il Sassuolo della stagione 2013-2014, salvi nell'annata che vide scivolare in B proprio il Bologna. Bologna che allora come oggi di punti ne aveva 3 e non si rimise mai più in carreggiat­a. Ma era una squadra alla fine di un ciclo e con guai societari in costante deflagrazi­one, quello. Perché sì, ci sono anche tante storie cominciate male e finite peggio, come il Parma della scorsa annata, pessimo ben al di là delle penalizzaz­ioni. Eppure sempre la scorsa stagione, dopo 8 gare, il Chievo aveva 4 punti e non è che se la passasse bene: dato per spacciato, ne fece poi altri 39 e chiuse a 43 con una rimonta memorabile. Un po' come quella, senza andare troppo in là, del Bologna 2011-2012: 4 punti alla giornata numero otto (ma allora la prima venne giocata a dicembre e così alla ottava giornata effettiva - la nona per il calendario - i punti erano 7, ma qui conta il concetto), ingranò la marcia giusta e terminò il campionato a 51 punti. Salvezza? Di più: standing ovation.

Anche il Cagliari 2005-06 all’8ª aveva 3 punti come il Bologna: cambiò 4 allenatori e si salvò

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