Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Dai Roma corri anche in Europa
Col Bayer i 4 moschettieri a metà campo: Nainggolan De Rossi, Florenzi e Pjanic
Garcia vuole cambiare la Roma il meno possibile. E’ questa la nuova linea scelta del tecnico francese nelle ultime settimane. Finito sul banco degli imputati dopo il massiccio turn over imposto contro il Sassuolo e per la formazione scelta nel primo tempo contro il Bate Borisov, ora l’allenatore giallorosso è alla ricerca di equilibrio e di un gruppo consolidato di titolari, a prescindere dal modulo scelto.
Stasera potrebbe essere il 4-3-1-2, come nel secondo tempo contro l’Empoli.
Se in campionato è presto per fare i conti, in Champions no. E se in campionato sono gli altri (Fiorentina e Inter escluse) a dover calcolare la distanza dalla Roma, in Champions è la Roma a contare i punti che la separano dalla qualificazione. Le parti si invertono e questo passaggio oltre confine può servire anche per capire di che pasta europea è fatta quest’anno la squadra di Garcia. Un punto dopo due partite obbliga la Roma a non perdere stasera a Leverkusen. Perché poi un punto in tre partite la costringerebbe a un girone di ritorno a pieno ritmo, senza la possibilità di una sola distrazione: l’anno scorso il Basilea si qualificò con 7 punti, ma l’Olympiacos venne eliminato con 9... La sconfitta in Bielorussia non era stata messa nel conto preventivo ed ha complicato il cammino di una squadra che al debutto in questa Champions aveva fermato in casa i campioni d’Europa. E’ vero che il Barcellona di settembre non somigliava nemmeno un po’ al Barcellona di giugno (quello di Berlino, ben noto alla Juventus), ma la partita dell’Olimpico aveva lasciato una buona impressione della Roma, capace di cambiare faccia, rinunciando al possesso palla e all’iniziativa in genere per puntare sul contropiede. Il gol arcobalenizzato di Florenzi aveva poi sparso una polvere magica sulla gara, rendendola storica nella memoria della gente.
INCERTEZZA. La situazione del girone non è ancora delineata. Se il giorno del sorteggio il Barcellona era dato come strafavorito per il primo posto, con l’infortunio di Messi ha perso lo “stra” ed è solo favorito. Poi dovrebbero esserci la Roma, il Bayer e il Bate Borisov. Dovrebbero, perché la classifica dice qualcosa di molto diverso. Per esempio che il Bate è davanti alla Roma e che pure il Bayer, battuto per 2-1 al Camp Nou ma in grado di segnare 4 gol (a uno) ai bielorussi, è secondo. A immaginare la classifica con un’altra sconfitta della Roma dopo tre giornate c’è da aver paura. Un punto dopo 3 partite significherebbe un passo verso l’eliminazione dalla Champions, per la qualificazione servirebbero miracoli a ripetizione. Meglio non prenderlo in considerazione e pensare positivo: se stasera la Roma vince, sorpassa il Bayer e forse anche il Bate che incontra il Barça.
LA CHIAVE. Garcia ha detto che le due gare che il Bayer ha giocato in agosto contro la Lazio nei play-off non gli hanno datto chissà quali indicazioni. La forza dei tedeschi è sugli esterni, come per la Roma, è nascosto lì il talento, la qualità, la tecnica. Oggi il turco Hakan Calhanoglu con i gol (2) e gli assist (2) è il giocatore che incide di più nel Bayer in Champions, va temuto più del bomber storico dei tedeschi, Kiessling, peraltro in forte dubbio. In assoluto è una squadra che segna poco e subisce poco. Nella Bundesliga ha il secondo peggior attacco fra le prime 8 con 8 gol in 9 partite. In Champions migliora la sua media, con 5 gol (miglior attacco del girone), e nemmeno questa differenza va sottovalutata. Al ritorno, dopo aver perso 0-1 all’Olimpico, è riuscita a farne 3 alla Lazio.
Ma se davvero le due sfide con la squadra di Leverkusen saranno basate sulla qualità, la Roma non può averne paura. E’ meglio attrezzata del Bayer che Pioli era riuscito a battere all’andata all’Olimpico prima di rendersi conto (sono sue parole) che la Lazio non era ancora pronta per quei palcoscenici. La Roma è un passo avanti alla Lazio in campo europeo, quanto meno per esperienza recente di Champions, solo che deve dimostrarlo oggi, in modo compiuto, altrimenti rischia di fare tardi. E comunque anche la Roma deve fare un passo in avanti. Ha vinto solo una delle ultime 11 gare giocate in Champions League (con 4 sconfitte e 6 pareggi) contro il CSKA Mosca, nella passata stagione; ha sempre subìto gol nelle ultime 16 partite di questa coppa e l’ultima volta che ha chiuso la sua porta risale al marzo 2009 contro l’Arsenal; in trasferta non vince dal novembre 2010 (3-2 a Basilea); e quanto a Garcia, fra Lille e Roma ha vinto solo 3 partite delle ultime 20. Oggi il Bayer, domenica la Fiorentina, due trasferte e cinque giorni che possono decidere il mondo della Roma.
La forza dei rivali è sulle fasce, come per la formazione di Garcia. E’ sfida anche ai numeri