Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Aspettando Joey Saputo: si salvi chi può
Rossi allena, i dirigenti sondano possibili sostituti: solo il chairman può fare chiarezza
Situazione paradossale a Casteldebole: mentre Rossi allena una squadra «delusa ma non morta» secondo le sue parole e la prepara al dentro-fuori di sabato col Carpi, la società si cautela, prepara la contromossa, si aspetta il meglio ma non trascura il peggio e quindi continua nella sua ricerca di un allenatore che prenda il posto dell’attuale tecnico. Con queste premesse, quanto può durare una storia simile? Nella migliore delle ipotesi fino a fine stagione, ad obiettivo raggiunto, il Bologna e Rossi divideranno le loro strade. Nella peggiore delle ipotesi, a fronte cioè di una sconfitta sabato al Braglia, il rapporto si interromperà al triplice fischio finale. Unendo i puntini di quello che sta succedendo a Casteldebole, come nei disegni della settimana enigmistica, ne esce il disegno di un Bologna che si prepara all’ennesima rivoluzione, alla rivoluzione-bis, dopo che questa prima stagione - «di crescita», com’era nelle aspettattive del club - si sta rivelando un fallimento. Il problema è che il Bologna - inteso come club - è stato costretto, dopo soli due mesi di campionato, ad abbassare il livello delle ambizioni, a sconfessare un progetto tecnico di crescita e a rivedere tutte le strategie. Tutto è successo in poco tempo. E con una rapidità che ha spiazzato tutti, a partire dallo staff dirigenziale. Il fatto che oggi circolino voci e soffino spifferi su cambi strategici a livello di dirigenti, è la conferma che in questo momento il Bologna si stringe sì a coorte, ma non sa se ha la forza per farlo. L’imminente arrivo di Joey Saputo in città dovrebbe chiarire molte cose. Ieri intanto a Casteldebole c’era Luca, il figlio di Joey, che ha partecipato al cda e ha seguito l’allenamento.
L’ULTIMA CORSA. E’ quella di Delio Rossi. Gli restano pochi giorni per invertire la tendenza e raccogliere punti utili per ridare un senso alla classifica. Sa che ha poco tempo, sa che una sconfitta gli costerà cara. Sa, anche, che se fallirà metterà suo malgrado in difficoltà la dirigenza (quella stessa dirigenza che in parte si è schierata apertamente con lui perché è convinta della bontà del suo lavoro e in parte invece si è sfilata, perchè pensa che il cambio di panchina sia l’unico modo di invertire la rotta). E’ un uomo solo al comando, Delio Rossi. Un allenatore che ha una sola via d’uscita. Ha uno spogliatoio da gestire (e non è facile quando i risultati non arrivano), e ha un gruppo da rimotivare. La parola più usata nelle due settimane di sosta che hanno preceduto la sconfitta con il Palermo è stata «autostima». E’ (anche) quella che manca ad una squadra che difetta di esperienza, personalità e carisma. Rossi non ha vie di fuga, se non battere il Carpi e guadagnarsi altro tempo utile per insistere sulla sua idea di calcio. A tal proposito: ieri Rossi ha provato un 4-3-3, e sarebbe un’altra novità tattica, quando invece c’è bisogno di certezze. L’ultima preoccupazione di Rossi, di questo ne siamo certi, è preoccuparsi per l’appunto delle ombre che gli si agitano intorno. Il valzer dei possibili sostituti sulla panchina di Rossi è già al secondo giro di pista. La sensazione è che non c’è la fila per guadagnarsi la panchina rossoblù. Tutto questo rafforza (chissà per quanto, però) la posizione di Rossi. Eppure tutti a Casteldebole hanno la netta percezione che vincere con il Carpi non sarà - eventualmente - l’inizio della svolta; ma soltanto una parentesi positiva in attesa di tempi migliori. La verità è che la dirigenza ha già valutato il lavoro di Rossi e ha già deciso che - l’anno prossimo - si ripartirà con un altro allenatore. Siamo sempre lì: si salvi chi può.
Oggi c’è una sola certezza: presto in casa rossoblù partirà un’altra rivoluzione
Vincere a Carpi servirebbe a guadagnare altro tempo utile per pensare al progetto