Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Giomi: «Andremo a Rio per essere all’altezza»

- L.d.s.

deludenti risultati dei Mondiali di Pechino dello scorso agosto.

Un ripassino nell’ambito di un corso accelerato per imparare ad essere competitiv­i quando conta, a non avere un solo picco stagionale, a migliorare la qualità di ciò che si dice in television­e quando dopo una gara magari andata male, ci si trova a parlare ad un microfono.

Riflettori puntati sui giovani, sui maratoneti in procinto di gareggiare a New York, sulla marcia che a maggio dovrà accogliere il ritorno di Alex Schwazer dopo la lunga squalifica doping, su triplisti e saltatori che portano il

ALTO. Alessia Trost non vede l’ora di tornare a volare dopo i problemi fisici che l’hanno frenata. «Sarà un anno particolar­e, avverto sensazioni diverse, sarà l’anno dell’Olimpiade e ho già tanta voglia di fare, sono stanca di stare a riposo. Voglio far tesoro di ogni esperienza, anche degli errori. Guardare l’atletica in Tv non è bello. Voglio lavorare sodo, per due settimane ho faticato tanto a Pavia. Se gareggerò di più? Non mi sento di criticare ciò che ho fatto l’anno scorso, credo di aver gareggiato abbastanza.E’ la prima volta che inizio una stagione sapendo di andare all’Olimpiade e uesto mi dà grandi motivazion­i».

Accanto a lei Marco Fassinotti e Silvano Chesani, che dopo l’operazione intende inserirsi nei duelli tra Fassinotti e Tamberi. «Vorrei tornare a saltare e a divertirmi. Commentand­o le loro gare in tv è stato anche divertente, con un pizzico d’invidia perchè avrei voluto essere lì con loro. Speriamo di poterci trovare spesso, la concorrenz­a è stimolante, una gara con noi tre è quasi come la Diamond League. Pressioni? Macchè...«Le pressioni ci sono per tutti, noi tre avremo una grande responsabi­lità ma non cambia granché. Dovremo essere bravi a trasformar­le in stimoli». Marco Fassinotti sta per tornare in Inghilterr­a, riprenderà a saltare tra poche settimane: «Ma sto lavorando in palestra per costruire le basi, sono sereno»

- «Fiuggi è una meraviglio­sa occasione di incontro, per parlare di tutto e dirci tutto. Il 2016 non è un anno qualsiasi per l’atletica, siamo qui tutti insieme per costruire un atteggiame­nto vincente» dice il presidente della Fidal, Alfio Giomi spiegando il senso della full immersion di Fiuggi, sulla strada per Rio de Janeiro.

«Il 2015 era stato un anno ricco di risultati, a livello assoluto e giovanile, con l’incremento dei tesserati che è già del 10%. Con i Mondiali di Pechino è sparito tutto. Sta iniziando un nuovo ciclo anche se abbiamo ancora veterani come Donato, Vizzoni, la Straneo. Il confronto è un momento essenziale per crescere, è un’esigenza non soltanto tecnica. Una necessità che sentivo da tempo. Se i Mondiali sono stati un contesto difficilis­simo, l’Olimpiade lo sarà molto di più»

Giomi non si azzarda a parlare di medaglie olimpiche, preferisce un obiettivo a misura di realtà: «Andiamo a Rio per essere all’altezza. Agli Europei vogliamo le medaglie. Il focus è sui Giochi ma pensiamo al futuro, ci aspettiamo una crescita di mentalità. Abbiamo parlato con gli atleti, con i tecnici: posso garantire che l’aspetto economico è l’ultima cosa. Siamo diversi da come siamo apparsi a Pechino, stiamo cercando di costruire il clima giusto in piena condivisio­ne. Dobbiamo fare con quel che abbiamo e quando c’è un talento va aiutato a crescere. Anche il rapporto con i club militari è già cambiato e penso che abbiamo già trovato un percorso comune da seguire».

Giomi fa ammenda sulla sua valutazion­e di tre anni fa e spiega perché si ricandider­à per il prossimo quadrienni­o: «Ho peccato di presunzion­e, credevo che un mandato bastasse per cambiare le cose. Sbagliavo. Mi candiderò se ciò non porterà a nuove divisioni nell’atletica. Devo ammettere che non se ne sa mai abbastanza e sento il dovere di non chiamarmi fuori, anche se l’impegno è notevole, specie se lo si affronta come ho fatto finora, trasferend­omi a Roma e dedicandom­ici a tempo pieno. Il conto delle medaglie dà l’immagine di tutto ma l’atletica non è così. E non è praticata solo da vecchi: siamo a quota 200.000 e con tanta gioventù».

Massimo Magnani, d.t.: «Non basta mai quello che si fa, per essere competitiv­i quando conta bisogna coinvolger­e tutti, con senso di responsabi­lità. E tutti devono sentirsi partecipi: atleti, tecnici, società»

«Siamo diversi da come apparsi a Pechino. Penso di ricandidar­mi, ma senza spaccature»

 ?? FIDAL-COLOMBO ?? Alfio Giomi, 67, presidente Fidal
FIDAL-COLOMBO Alfio Giomi, 67, presidente Fidal
 ?? FIDAL-COLOMBO ?? Vizzoni, Straneo e Donato
FIDAL-COLOMBO Vizzoni, Straneo e Donato

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