Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

FIORENTINA VAI PEPITO E’ LA TUA COPPA

Sousa lo sta gestendo con cautela, ma stasera Rossi può dare una risposta ai dubbi sulle sue condizioni

- Di Alberto Polverosi

Dopo due mesi di calcio non sappiamo ancora cosa dobbiamo aspettarci da Giuseppe Rossi, che stasera gioca anche per darci una risposta si spera convincent­e. Che sia recuperato sul piano fisico lo dimostrano le 9 presenze, su 10 gare, fra campo e panchina. L’unica volta che Sousa non lo ha portato nemmeno fra le riserve è stato per la partita col Basilea: quattro giorni prima Pepito aveva giocato la sua prima gara da titolare in campionato contro il Genoa (63 minuti), dall’inizio ne giocherà un’altra a Modena contro il Carpi (58 minuti) prima di infilare una serie di 4 panchine consecutiv­e. Coppa compresa, ha fatto solo 3 partite da titolare, per un totale di 228 minuti con un gol realizzato nell’unica gara intera giocata a Lisbona contro il Belenenses.

LA GESTIONE. Dall’inizio della stagione Sousa ripete che il percorso di recupero di Giuseppe Rossi va aggiornato con calma e attenzione. Con scrupolo. Lo ha ribadito anche ieri, precisando che la sua priorità è il gruppo. Ed è giusto, oltre che ovvio, che sia così. Sousa è l’allenatore della Fiorentina e poi anche di Rossi. Oggi la condizione fisica di Pepito non crea più allarmi. Il ginocchio sta bene. E’ nella testa che deve scattare il ricordo del suo vecchio talento. E’ un fatto di convinzion­i più che di certezze. Rossi deve convincers­i che può fare tutto quello che faceva un tempo. Sembra facile, quasi banale, e invece è il freno che lui deve far saltare. SENZA PRESSIONE. Un anno fa, per rimetterlo in campo, avrebbero fatto chissà cosa. Adesso, invece, può proseguire la sua rincorsa senza pressione. Di Pepito oggi i fiorentini parlano con affetto, con speranza, con fiducia, non più con apprension­e, ma nemmeno con urgenza. All’inizio del campionato, quando la Fiorentina è partita come una saetta, in città si sentiva in giro una frase tipo “se Rossi torna Rossi, possiamo puntare allo scudetto”. Oggi il discorso è diverso, non è più legato a Pepito. Tornerà ad esserlo se la squadra incasserà qualche sconfitta, se Kalinic abbasserà il suo straordina­rio rendimento, ma per ora la Fiorentina può farne a meno e probabilme­nte per Rossi è un vantaggio. Può gestire le sue risorse con serenità, può ascoltarsi senza il bisogno di spingere dove non è il caso di spingersi, può valutare, pesare, capire e, quando si sentirà stanco dell’ordinario, potrà alzare il livello delle sue personali ambizioni.

LA SUA COPPA. La partita di stasera gli serve per tutte queste ragioni. E poi, considerat­o che per un attaccante ancora in fase di recupero il gol è la cura migliore, ha la possibilit­à di tornare a segnare anche al Franchi, dopo la rete realizzata in Portogallo. Non può ancora sentirsi in concorrenz­a, oggi Kalinic vola, Babacar cerca di stargli almeno dietro e Bernardesc­hi tenta la sua personale scalata verso un futuro che tutti pronostica­no pieno di risultati. Solo che Rossi non può accettare un profilo così basso, ha 28 anni non può pensare a una carriera più modesta di quella che tutti conosciamo. Prima dell’ultimo infortunio, Pepito è stato capocannon­iere della Serie A con 14 gol (nelle prime 17 giornate) e per raggiunger­lo, una volta fermato dal solito destino, cannonieri come Immobile (che poi vinse la classifica) e Tevez ci hanno messo dei mesi. Era il girone d’andata 2013-14. Poi il silenzio, la sofferenza, infine il ritorno. Ora siamo al rilancio vero. Questa è una Coppa che sembra fatta su misura per le sue necessità.

Diversi anni fa, Pippo Inzaghi dopo un lungo periodo ai margini del Milan per infortuni e cali di forma, tornò in campo in un Milan-Novara ottavi di Coppa Italia e segnò un gol. Lo festeggiò come quella doppietta che qualche anno prima aveva realizzato ad Atene, nella finale di Champions contro il Liverpool. La razza è la stessa, la razza dei bomber. Un gol contro i polacchi del Lech Poznan può riportare Pepito ancora un po’ più su. La Fiorentina può fare a meno del Rossi di oggi, non del Rossi che sarà.

A 28 anni non può pensare di stare nelle retrovie: c’è in ballo anche il futuro in viola

Due mesi fa la Viola pensava di non poter fare a meno di lui: oggi invece è diverso

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SESTINI Giuseppe Rossi, 28 anni, 228 minuti e un gol in Europa League finora
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ANSA Federico Bernardesc­hi, 21 anni , dopo un anno in B a Crotone, dal 2014 è a Firenze

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