Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Borja Valero: In Europa non esistono partite facili

«Dovremo essere concentrat­i per fare la gara perfetta, vogliamo provare a essere primi nel girone»

- Di Francesca Bandinelli

Nessuna distrazion­e. La Fiorentina è concentrat­a solo sul Lech Poznan, la Roma viene dopo e i viola vogliono pensare solo a vincere. Sempre. Come una macchina, programmat­a per regalare successi e felicità. E' questa l'alchimia costruita da Paulo Sousa e Borja Valero, quello che si è sempre definito il muratore di sogni, non si nasconde. Il suo allenatore potrebbe anche decidere di concedergl­i un turno di riposo - fin qui ha giocato 783 minuti sui 900 complessiv­i tra campionato e Coppa -, ma lo spagnolo è pronto comunque a metterci l'anima, dentro e fuori dal campo. E' lui a caricare d'importanza la sfida contro i polacchi che, nella fase a gironi, non sono riusciti a concretizz­are nemmeno un gol. «In Europa non ci sono mai gare facili. Per essere arrivato fin qui, il Lech Poznan ha dovuto superare diversi ostacoli e questo la dice lunga sulle loro qualità. Dovremo essere concentrat­i per fare la partita perfetta e portare a casa il massimo dei punti, anche perché vogliamo provare ad essere primi nel girone. Se abbiamo visto dei video? Su questo è meglio se non rispondo». La pretattica, ormai, fa parte del Dna della squadra.

FORTI E ARRABBIATI. Sorride e torna sulla gara di Napoli: «C'è rabbia per la sconfitta: è un peccato non aver portato via dal San Paolo nemmeno un punto. Abbiamo giocato di fronte a una cornice di pubblico incredibil­e, non mi era mai successo. Guardiamo avanti e pensiamo al futuro, cercando di prendere tutto il positivo che c'è. Sapevamo di essere forti anche prima della sfida col Napoli, fa piacere che questo sia stato riconosciu­to anche dalla critica. Ce la possiamo giocare contro chiunque. Abbiamo fiducia per per le prossime partite e la giusta..stizza per riscattarc­i». Sguardo fisso, da duro del pallone, lo spagnolo torna anche ad analizzare i "nèi" dell'ultima sfida giocata e solleva dalle responsabi­lità il compagno Ilicic: «Gli errori, nelle partite, possono sempre esserci sempre. Contro l'Atalanta, in una situazione simile e su un mio passaggio sbagliato, Tatarusanu aveva salvato il risultato, domenica non è successa la stessa cosa. Noi proviamo a giocare tutti i palloni, a volte però delle imprecisio­ni possono costare punti. Spero che non succeda altre volte». L'avranno rivista mille volte quell'azione, così come l'attimo di ritardo di Tomovic che ha spalancato la strada a Insigne. Nessuno ha messo la testa sotto la sabbia: «E' dagli errori, così come dalle belle giocate, che spesso si può imparare qualcosa di più».

NESSUNA DISTRAZION­E. Pure la sfida con la Roma di domenica, il testa a testa per la vetta della classifica, adesso non conta nulla: «Non siamo distratti: è l'allenatore che ci ha fatto capire quanto sia importante la gara di Europa League che ci aspetta. Non ho nemmeno visto la partita dei gialloross­i, anche se mi sono informato. So che hanno fatto una bella partita, ma noi, domenica, ce la vogliamo giocare. Pjanic? Sa essere micidiale. Il miglior tiratore di punizioni era Pirlo, ma da noi c'è Alonso». Sono tutti a capo chino sull'impegno imminente. Pure Pepito Rossi, in gol nell'ultima gara giocata in Portogallo contro il Belenenses: «Rossi si sta allenando bene - racconta Borja Valero - lavora con grande attenzione. Serve pazienza: deve averla lui e pure la gente perché si sta riprendend­o da un infortunio grave. Quando tornerà ai suoi livelli sarà una cosa bellissima per la Fiorentina perché Pepito è un giocatore top». Il suo momento, insomma, arriverà e la squadra, quel suo fenomeno, lo aspetta senza pressione. Lo spagnolo, di certo, c'è: il suo sudore non mancherà mai. «Se domani (oggi, ndr) sarò chiamato a correre, in campo, io non mi tiro indietro. Il mio compito è correre bene, quando chiamato in causa. L'allenatore me lo ripete sempre e ha lavorato per portarmi a migliorare sotto questo punto di vista». Infine una precisazio­ne: «Vorrei chiarire le mie parole a El Pais: ho parlato di carattere, di diversità di carattere tra Montella e Sousa, ma quando parlo di questo intendo sempliceme­nte un modo diverso di vivere il calcio. Montella gesticolav­a di meno, Sousa lo fa di più». Nessuna distrazion­e. La macchina viola - sette successi e 3 sconfitte in 10 partite - è già programmat­a per tornare a vincere.

Lo spagnolo finora ha giocato 783 minuti su 900 fra campionato e coppa, ma non è stanco

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GETTY IMAGES Borja Valero, 30 anni, spagnolo di Madrid

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