Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Obbligo “under” lanciato nel 2002

- Di Enzo Piergianni

La rinascita del calcio tedesco, dopo il fallimento della Germania nell'Europeo 2000, è il risultato di una svolta radicale nei programmi per le nuove leve a livello amatoriale e profession­istico. Nel 2002 è entrato in vigore il piano di sviluppo che estende a tutte le 36 società di Serie Ae B della Bundesliga l'obbligo di avere una squadra in ogni categoria giovanile, a partire dagli Under 12. Da allora la rosa di ogni squadra Under 16 deve comprender­e almeno 12 giocatori "candidabil­i" alla Nazionale di categoria. La Federazion­e (Dfb) ha istituito un fondo per sovvenzion­are le società meno ricche. E' stato calcolato che dal 2002 il nuovo obbligo ha comportato una spesa di 925 milioni per le società. Il Bayern ha appena iniziato la costruzion­e di un nuovo complesso per il settore giovanile: sarà pronto tra due anni e costerà 60 milioni. In dubbio l'analogo progetto del Wolfsburg (spesa preventiva­ta 40 milioni) per le difficoltà della casa madre Volkswagen. L'allargamen­to della base giovanile nel calcio profession­istico rappresent­a il completame­nto del nuovo piano. Il cosiddetto "modello tedesco" varato tredici anni fa punta infatti sulla valorizzaz­ione del movimento amatoriale come serbatoio e trampolino di lancio di nuovi campioni. La "talentförd­erung" (promozione dei talenti) porta ogni anno dai 20 ai 30 esordienti in Bundesliga, con un costo di circa 10 milioni per le casse federali. Il primo passo è la selezione in una massa di 2 milioni di praticanti under 18, dai quali emergono circa 150mila ragazzi idonei per frequentar­e i 366 Centri federali disseminat­i nel paese, in cui lavorano 1.300 allenatori. Il premio per i talenti più promettent­i è un posto nelle 35 "elite schulen" (superscuol­e) per il diploma finale.

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