Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Certo il 10º titolo sarebbe storico, ma vinca il migliore Batta Jorge in pista, dipende solo da lui»

- Di Paolo Scalera SEPANG

Rosso in volto, visibilmen­te imbarazzat­o, Marc Marquez è rimasto in silenzio durante l'intera tirata di Valentino, accennando un sorriso solo quando Lorenzo, ironizzand­o, ha ricordato come il pilota della Honda lo avesse aiutato... sorpassand­olo e battendolo sul finale. Poi, a conferenza conclusa, stretto in cerchio fra i giornalist­i spagnoli e qualche infiltrato italiano ha replicato.

«La verità è che sono il primo a essere sorpreso di ciò che ha detto. Semmai all'ultimo giro sono stato io ad aiutare lui e Iannone a aiutare Jorge. Come ho già detto molte volte io faccio sempre la mia gara e fino alla fine provo a vincerla. Lo faccio per me stesso, per la mia squadra e per la Honda. E continuerò a farlo sino a fine stagione».

Ovviamente a Marquez non è sfuggito l'intento di Rossi. «Lo sappiamo che la guerra psicologic­a è sempre stata una delle sue caratteris­tiche. Ha voluto mettere pressione su di me, ma magari a vincere in pista sarà Jorge. E' a lui che deve pensare».

BUONA MIRA. Raramente però Vale sbaglia bersaglio, e la cosa fa pensare Marc.

«Normalment­e lui fa allusioni dirette, facili da capire, usando molta ironia, ma sinceramen­te questa volta non l'ho capito. Il suo rivale in pista è Jorge, non io. Rossi è il migliore nelle conferenze stampa, lo è sempre stato e la sua grande esperienza

«Non cambio opinione, è uno dei più forti di sempre Sente la pressione e la passa a noi»

lo aiuta, ma ora a cosa gli serve tutto ciò?»

Marquez ha rimandato poi al mittente l'accusa di non essere un vero tifoso di Valentino.

«Questa è stata una cosa che mi ha veramente sorpreso, perché io l'ho detto in mille occasioni che lo considero il mio idolo. E' stato ed è il mio punto di riferiment­o, ma tuttora faccio fatica a capire perché abbia detto tutte queste cose su di me».

C'è delusione nelle parole di Marc, che dice che la sparata non influenzer­à i suoi rapporti futuri.

«Non cambio opinione, resta uno dei più forti di sempre, ma sente la pressione anche lui. In Australia, dopo la gara, mi aveva chiesto perché io avessi aiutato Lorenzo, ma io gli avevo risposto come oggi: aiutato Jorge? Ma se ho vinto io la gara! Ho rischiato molto per riuscirci...».

ANCORA IN CORSA. A Phillip Island, ma anche in Giappone Marquez lo aveva detto chiarament­e: non si sarebbe messo in mezzo fra lui e Jorge. Oggi la sua idea è leggerment­e mutata. «Vincere il decimo titolo a 36 anni sarebbe una impresa storica, ma io preferisco che vinca il migliore. E' il favorito, riuscirci dipende solo da lui».

E' inevitabil­e chiedergli se da questa storia emerge qualcosa di positivo. La risposta di Marc è una battuta. «Non credevo di fare ancora parte della lotta per il Mondiale, evidenteme­nte mi sbagliavo».

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ANSA Jorge Lorenzo, 28 anni
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GIBERTI Andrea Iannone, 26 anni

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