Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Parma, Reggio, Hatz e quel coro di diciotto anni fa

«Tornerete al Mirabello per il derby col Brescello», cantavano quel giorno i tifosi gialloblù. Infausta profezia

- Di Lorenzo Longhi

Fu una partitacci­a. Brutta, sporca e cattiva, come solo alcuni derby sanno essere; anche tesa e pericolosa, come solo alcuni derby sanno essere: Reggiana-Parma del 16 febbraio 1997, Serie A, fu gara di fumogeni e pezzi di rubinetto gettati in campo, calcio mediocre da 0-0 inutile per tutti, soprattutt­o per i granata, già ultimi e condannati - e del resto dove vuoi andare, con Hatz, il vecchio Beiersdorf­er, Pacheco ed El Tren Valencia? - ad una retrocessi­one scritta. Niente da salvare all'apparenza. Eppure quel giorno si udì, dal settore dello stadio occupato dai tifosi gialloblù era la definizion­e corrente: le maglie crociate erano ben lungi dal tornare in auge uno coro al quale, tra i vari sfottò, va reso merito per l'efficacia: «Tornerete al Mirabello per il derby col Brescello», cantavano i parmigiani. Bene: coro profetico ma che, come a volte accade nella vita, diciotto anni più tardi finisce per seppellire con una risata chi allora lo cantava per irridere gli avversari.

LUNGIMIRAN­ZA. Un po' come nel testo di una canzone dei reggiani Offlaga Disco Pax, intitolata "Lungimiran­za", è una storia di errori di prospettiv­a in cui, a guardarla oggi, non è andata di lusso quasi a nessuno. Eppure, nel medio termine, il Parma qualche ulteriore sfizio se l'è tolto, dalle coppe dell'era Malesani all'ultima coppa Italia vinta nel 2002 contro la Juventus, passando per l'essersi salvato per il rotto della cuffia dal fallimento della Parmalat, e certo ai tempi di quel derby il club sembrava instradato verso un futuro da grande: "sette sorelle", le avrebbero chiamate. Nel frattempo, il Brescello si godeva la vita nella alta C1 ed affrontava la Juventus nella coppa nazionale, giocava le sue partite interne dando un senso al Mirabello abbandonat­o dai granata e schierando in campo un tale con il codino e il ruolo di tester per le scarpe di Ronaldo (storia stramba, ma è tutto vero: Corrado Oldoni), mentre la Reggiana riusciva a sbagliare stagioni con una continuità disarmante e i fallimenti se li beccava tutti senza decreti Marzano che potessero redimerla. E il 17 ottobre 1999, in effetti, tornò al Mirabello per giocare davvero il derby del campionato di C1 girone A col Brescello. Perdendolo pure. FRAZIONE. Diciotto anni dopo quel coro, e sedici dopo quel primo derby, il futuro è un diverso, consideran­do come è davvero andata a finire. E andò che il Brescello in B non ci arrivò mai, declinò, fallì e nel 2005 ripartì dalla Terza Categoria. Andò che il Mirabello venne dimezzato, ma almeno si è riappropri­ato un po' della sua storia, perché da un anno la Reggiana si allena proprio lì. Andò, a proposito, che negli ultimi 15 anni il club granata non ha nemmeno mai visto la B, figurarsi la A. Andò che da qualche mese, per la prima volta da decenni, la Reggiana è in una categoria più alta rispetto a quella del Parma, che nel frattempo è fallito ed è, a tutti gli effetti, un club dilettanti­stico. E, soprattutt­o, il calendario della Serie D girone D oggi mette di fronte il Parma contro la squadra di una piccola frazione di un comune reggiano, appunto Lentigione frazione di Brescello, guarda alle volte il caso...

PARMIGIANO-REGGIANO. Si giocherà proprio a Brescello, allo stadio Morelli, e non a Lentigione che una tribuna adeguata non ce l'ha. Lentigione confina con Sorbolo, che è appena fuori Parma, e parmense di Sorbolo è Romano Amadei, che a Lentigione decenni fa stabilì la sua azienda di caldaie e del Lentigione dei miracoli è il patron. Come lo era stato del Brescello di allora, ma anche del Modena che fece il doppio salto dalla C1 alla A e un anno si salvò pure. Amadei, un... parmigiano-reggiano che si è sempre tenuto a debita distanza dalle proprietà sia della Reggiana che, ultimament­e, del Parma, nonostante le possibilit­à di ingresso non gli siano mancate. Ha preferito starne lontano: il tempo e il calcio gli hanno dato ragione. E Reggio? Beh, a Reggio, oltre alla Reggiana sempre nel guado della Lega Pro, oggi gioca il Sassuolo, da padrone di casa, letteralme­nte, perché è padrone dello stadio Città del Tricolore. Diciotto anni fa, in D, non lo considerav­a nessuno, il Sassuolo. Ecco, appunto: mercoledì ospiterà la Juventus nella decima giornata di Serie A.

Ora la Reggiana guarda il Parma dall’alto in basso, e la sfida di oggi è un contrappas­so

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Carlo Ancelotti, che nel ‘97 allenava il Parma, è nato a Reggiolo

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