Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

QUARTO KO! JUVE, IL FLOP E’ PESANTE

Punizione-gol di Sansone, espulso Chiellini, Sassuolo 5º E i bianconeri sono sempre più lontani dalla vetta...

- Di Alberto Polverosi

Se non è un addio allo scudetto, è qualcosa che gli somiglia. Ieri la Juve ha perso altri 3 punti, ne ha 11 di distacco dalla Roma, 9 dall’Inter, dal Napoli e dalla Fiorentina. Si sono staccati anche Milan, Atalanta e Sassuolo, il Natale tanto atteso da Allegri ora sembra più che altro un’Epifania, che tutte le speranze si porta via. Mai accaduto che una squadra con 12 punti alla 10ª giornata abbia vinto lo scudetto. Ieri la Juve ha sbagliato in pieno il primo tempo e non

ce l’ha fatta a rimediare nel secondo, quando è tornata se stessa, convinta, rabbiosa, aggressiva. Due squadre nella stessa gara che il Sassuolo ha vinto con due soli tiri nello specchio della porta di Buffon. Un tempo era Pirlo a cambiare le partite a favore della Juve con i suoi “ascensori” su calcio di punizione. Ora, invece, può succedere il contrario e cioè che la gara prenda un corso anti-Juve perché gli specialist­i sono nell’altra squadra. Ieri, a Reggio Emilia, è andata così. Nicola Sansone è stato steso da Lemina pochi metri fuori area e il suo tiro è stato degno di fenomeni come Pirlo e Pjanic: palla alta, oltre la cresta di Pogba, e poi giù, nel pozzo di Buffon rimasto fermo.

SENZA SPRINT. La Juve non stava giocando bene, era lenta e imprecisa. Quando l’azione partiva con i lanci di Bonucci, la palla finiva subito fra i piedi del Sassuolo; quando transitava dalle parti di Sturaro faceva ancora prima a perdersi altrove. Cuadrado non sprintava, Dybala non si accendeva e Mandzukic era fermo come un palo in mezzo ad Acerbi e Cannavaro. L’improvvisa assenza di Marchisio, a letto con la febbre, non aveva indotto Allegri a mettere almeno Khedira dall’inizio e con un centrocamp­o così improvvisa­to la Juve rallentava con tutti i suoi impacci. Affidare il centrocamp­o a Lemina e Sturaro era un rischio, può darsi che Allegri l’abbia calcolato. Male, però. In ogni caso, non è che il Sassuolo stesse giocando chissà quale partita, ma era più ordinato, più lineare, più preciso. Il trio di centrocamp­o dirigeva il gioco senza grande ritmo ma con equilibrio e soprattutt­o funzionava l’attacco (e la difesa) sulle corsie laterali, con Vrsaljko-Berardi e Peluso-Sansone. Il controllo del campo, inzuppato di pioggia, era efficace e la differenza, a vantaggio del Sassuolo, era atletica, di velocità. Sulla palla arrivavano quasi sempre prima gli emiliani.

IN DIECI. La dimostrazi­one era data dalla differenza dei falli commessi alla fine del primo tempo: 13 dai bianconeri, 5 dal Sassuolo. La Juve non aveva altro modo per fermare l’azione del Sassuolo, una difficoltà che risulterà strano di fronte all’arrembante ripresa juventina. Il problema è che a forza di falli la Juve è rimasta in 10 al 39'. Chiellini era stato ammonito per proteste dopo 4' per un fallo su Berardi. Al 39' ne ha commesso un altro sullo stesso attaccante e ha preso il secondo giallo. Un quarto d’ora prima Gervasoni aveva graziato Lemina che, già ammonito, aveva scaraventa­to la palla lontana dopo un fallo. L’arbitro mantovano ne combinerà altri di pasticci. Con un uomo in meno, Allegri ha fatto arretrare Sturaro nel ruolo di terzino destro, accentrato Barzagli e schierato la squadra col 4-3-2.

ORGOGLIO JUVE. Nel secondo tempo, in 10, la Juve ha spinto il Sassuolo tutto davanti alla sua area. Ora si riconoscev­ano i campioni d’Italia. Il Sassuolo si è così intimidito che si è difeso e basta, senza mai partire in contropied­e. Cuadrado, Pogba, Morata che aveva preso il posto di Mandzukic, erano assatanati, così che era difficile capire la ragione di quel primo tempo così vuoto. Proprio Pogba e Cuadrado hanno avuto l’occasione per riacciuffa­re un pari che la Juve avrebbe meritato. Ma la perla di Sansone ha pesato e alla fine deciso la partita, proprio come faceva Pirlo.

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GETTY Giorgio Chiellini, 31 anni, lascia il campo dopo l’espulsione

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