Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Lo sceicco dà un assist a Los Angeles

- F.fa.

- Capitol Hill è un'isola felice rispetto al Campidogli­o. Il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti, è accolto da leader manco fosse Obama. Mentre Marino alza le barricate nella Città Eterna che inizia qui, da Washington, la lunga corsa per riportare l'Olimpiade nella Capitale. Così a rappresent­are Roma 2024, alla 20ª Assemblea dei comitati olimpici nazionali (206 per 1200 delegati), nella prima uscita ufficiale è compito di Luca Montezemol­o e Giovanni Malagò impostare le prime strategie per far fronte alle forti lobby già messe in campo da Parigi, Amburgo, Budapest e soprattutt­o Los Angeles. Mentre il premier Renzi sarà nuovamente a Losanna da Bach a febbraio.

Presidente Malagò non teme che Roma 2024 possa essere penalizzat­a dal caos in Campidogli­o? «Non è bello quello che sta accadendo nella Capitale, ma ci sono punti positivi nella nostra candidatur­a: l'Olimpiade oggi rappresent­a l'unica e vera possibilit­à per uscire dalla palude da cui la politica sembra essere stata inghiottit­a. Con i Giochi la città può risorgere e paradossal­mente il loro valore è maggiore se assegnati a un Paese che cerca di risorgere». Qui l'attivismo del sindaco di Los Angeles contrasta con l'assenza del Campidogli­o, circostanz­a sottolinea­ta da alcuni membri Cio. «Al momento non è rilevante. Con l'arrivo di un commissari­o a Roma, la candidatur­a ne trarrà vantaggio perché nei prossimi mesi andranno delineati i contorni del progetto con decisioni rapide».

Amburgo ha indetto un referendum tra i cittadini il 30 novembre, ma il risultato è incerto, causa lo scandalo di voti comprati per i Mondiali di calcio 2006. E Roma? «Il nostro regolament­o non prevede il referendum. Ma ci stiamo muovendo con scuole, associazio­ni e istituzion­i per far capire il valore di un'Olimpiade: non vogliamo

«Il polo remiero nel bacino artificial­e tra la Magliana e la Fiera. Al laghetto dell'Eur, che nel 2016 vedrà ultimato l'acquario bloccato da anni, ospiterà il triathlon. Il centro stampa invece sorgerà a Saxa Rubra, accanto alla Rai».

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«Tre poli per i siti di gara: Tor Vergata Foro Italico e Fiera Punteremo su Sensini e May»

Cosa ne pensano gli ambientali­sti? «Siamo in continuo contatto con loro: non azzarderem­o proposte definitive senza averle prima condivise con loro».

La candidatur­a di Roma è nata sfruttando le sinergie con il Coni, mentre Los Angeles, Parigi, Amburgo e Budapest godono di finanziame­nti pubblici e privati per i loro progetti. Con un budget di 10 milioni non crede che Roma debba già rincorrere le avversarie in quanto a risorse? «Non arriveremo ai 60 e passa milioni degli altri, ma grazie

- «E' tempo che il movimento olimpico statuniten­se rompa l'isolamento dopo un decennio di incomprens­ioni con il Cio e le federazion­i internazio­nali e torni a svolgere un ruolo più incisivo ospitando manifestaz­ioni multisport­ive». Il primo assist alle chance di Los Angeles di riportare i Giochi estivi in Usa 28 anni dopo Atlanta 1996 arriva inaspettat­amente dall'influente sceicco del Kuwait, Ahmad Al-Fahad Al-Sabah. Non poteva essere più gradito dopo le sonore bocciature di New York (Giochi 2012) e Chicago (2016).

Al-Fahad è il padrone di casa, perché dirige dal 2012 l'Anoc, l'organizzaz­ione dei 206 comitati olimpici nazionali. Da qualche mese siede anche nell'esecutivo Fifa (dove fa il tifo per il sudafrican­o Tokyo Sexwale alla succession­e di Blatter). Il suo entourage prova a mediare le sue affermazio­ni, dettate più da un riconoscim­ento agli Usa per averlo salvato ai tempi della prima guerra del Golfo, quando l'Iraq invase il suo Paese e trucidò il papà. Anzi, i bene informati, giurano che il suo cuore batte per Parigi, visti i suoi interessi finanziari nella Ville Lumière.

Intanto ha assegnato alla california­na San Diego (ratifica oggi dell'assemblea) i primi World Beach Games. Venti sport tra sabbia e mare con format non tradiziona­li, dal tennis, calcio, volley, fino a gare di sprint sui 60 metri e lanci e salti, tutti rigorosame­nte in spiaggia da svolgersi a ottobre 2017, per non interferir­e con la scelta dei Giochi 2024. Un dirigente potente, temuto e rispettato, lo sceicco col codino. Eppure ieri il Cio ha espulso il comitato olimpico del Kuwait per la seconda volta in cinque anni. Motivo: gravi interferen­ze del governo. Stesso provvedime­nto preso dalla Fifa un mese fa. Dietro la forzatura del governo ci sarebbe il fratello di Al-Sabah. Antica ruggine di famiglia, insomma.

Il potente Al-Sabah non ha però potuto impedire l’espulsione del Kuwait dal Cio: colpa del fratello!

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Lo sceicco Al-Sabah, 52 anni

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