Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

DI FRANCISCA «TEMO SOLO ME STESSA»

«Sono più matura, più saggia e più consapevol­e della mia scherma. Non devo farmi bloccare dalla paura: se penso troppo è un disastro»

- Di Alberto Dolfin

Quando ti metti al collo un oro olimpico, sai che sarà difficile arrivare più in alto. Figurarsi quando ne infilzi addirittur­a due, come ha fatto Elisa Di Francisca a Londra 2012, dominando prima nell'individual­e e poi salendo di nuovo sul gradino più alto nella gara a squadre. Dopo il tripudio a cinque cerchi, la fuoriclass­e jesina pensò per un istante che forse sarebbe stato meglio chiuderla lì. Ma la tremenda voglia di riassapora­re quei momenti, l'ha persuasa ad andare a caccia della conferma olimpica a Rio, dove avrà però un'unica chance, sola contra tutte, poiché il programma dell'edizione brasiliana non prevede il fioretto femminile a squadre. Ma questo non spaventa la battaglier­a Elisa, che nel 2015 ha messo in bacheca due titoli europei, l'oro mondiale a squadre e la seconda Coppa del Mondo in carriera.

Elisa, come si sente ora che ha la certezza di volare a Rio? «Mi sembra di aver perso dieci chili: sono molto più tranquilla».

Le è pesato doversi sudare la qualifica olimpica, nonostante i titoli vinti a Londra? inizio di stagione, pur non essendo ancora al top, sono salita due volte sul podio a Cancun e Saint Maur».

La spaventa la pressione di partire come l'atleta da battere ai Giochi? «Quando scendo in pedana, l'avversaria che temo più di tutte sono io. È vero, affronto fiorettist­e di altissimo livello, ma la cosa peggiore che possa capitarmi è di restare bloccata dalla paura. Nel momento in cui però la utilizzo come monito o spunto per concentrar­mi, tutto cambia. Anche perché io sono istinto puro: se penso troppo, è un disastro. Quando, invece, la mia testa è altrove, si vede la mia scherma migliore».

Ha mai pensato di smettere dopo il doppio trionfo londinese? «Ero arrivata all'apice e, complice la partenza per la Russia di Stefano Cerioni, ho avuto un momento di crisi in cui stavo per mollare tutto. Poi però, mi sono detta che avevo ancora tanto da dare e ho aperto un altro capitolo della mia vita. Ho cominciato a lavorare con persone fantastich­e come la mia maestra Giovanna Trillini o la mia preparatri­ce atletica Annalisa Coltorti ma, soprattutt­o, a contare su me stessa: una svolta basilare».

Come è nato il rapporto con la Trillini? «L'ho scelta subito, nel momento in cui è diventata maestra, pur se non aveva ancora esperienza. Ha imparato a conoscermi benissimo a livello caratteria­le, anche se domarmi non è facile perché so di essere una ribelle e di arrabbiarm­i molto facilmente. Nonostante ciò, si è creata una sintonia speciale perché, oltre a saper leggere gli assalti e a trasmetter­mi la sua enorme esperienza, spesso mi fa anche da psicologa».

Altri cambiament­i rispetto al quadrienni­o passato? «Sono molto più attenta all'alimentazi­one e sono seguita dal nutrizioni­sta della Enervit, Luca Belli. Seguo una rigida dieta a zona, anche se poi ovviamente mi capita sempre di fare qualche strappo per come sono fatta. Quando mia mamma fa la parmigiana o la pizza al vino, non resisto».

Dopo Rio, si vede ancora in pedana?

«Sono istinto puro, quando la testa è altrove si vede la mia scherma migliore»

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