Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
RIMONTONA DYBALA MERAVIGLIA
Show di Paulo: due gol con un tiro e mezzo I bianconeri agganciano la Roma al 4° posto
E sono cinque. Ieri sera, all’Olimpico, la Juventus ha battuto la Lazio, gettandola nello sconforto più cupo, e agganciato la Roma che per liberarsi dall’inatteso e soffocante abbraccio bianconero dovrà almeno pareggiare a Torino. Quinta vittoria consecutiva, ottavo gol segnato nelle ultime tre trasferte e stavolta è bastato poco ai campioni d’Italia per prendere i 3 punti. Un autogol e una perla di Dybala, il giovin signore di questa squadra. E poi zero sofferenza, anche nel secondo tempo, quando la Juve ha lasciato la palla alla Lazio e si è ritirata per difendere comodamente il doppio vantaggio.
Come difesa, e come fase difensiva, Juve e Lazio sono una l’opposto dell’altra: la micidiale solidità dei bianconeri e l’inconcepibile fragilità biancoceleste. Ieri la Lazio è piombata in una crisi che non conosceva da tempo, ha perso 5 delle ultime 6 partite e non si sono visti in nessun reparto segnali di ripresa. E’ una crisi tristissima, dentro uno stadio ostile e le lacrime di Biglia, il capitano vice campione del mondo, erano il segno definitivo di una squadra sprofondata chissà dove.
TUTTA JUVE. La Lazio è durata 5 minuti, quanto una candela in una tramontana. Sul primo gol c’era l’essenza di tutta la sua stagione, sul secondo la celebrazione dei suoi errori, della sua dissolutezza difensiva. Appena ha alzato la velocità sul fianco sinistro, Alex Sandro ha saltato Basta che non ha fatto in tempo a chiudere sul primo cross, il pericolo poteva essere annullato dall’intervento di Mauricio che invece l’ha trasformato in occasione da gol respingendo in area sui piedi di Dybala, rapido il cross dell’argentino e ancora più rapido il tocco di Gentiletti. Nella sua porta. in mezzo a una difesa inesistente, la seconda peggior difesa del campionato. La Lazio era senza rabbia, senza mordente, senza lo spirito che l’aveva sorretta nella splendida stagione scorsa.
SPETTACOLO DYBALA. Ad Allegri mancava la parte nobile del centrocampo, Pogba e Khedira, giocava ancora Sturaro e, per la prima volta da titolare, Asamoah. La compattezza era il massimo che poteva esprimere, a meno che la palla non scivolasse fra i piedi di Dybala, allora sì che c’era da divertirsi. L’ex palermitano ha ormai preso la squadra in mano, ieri sera controllava Biglia quando la palla era della Lazio e ripartiva quando la palla era sua. Giocava alle spalle di Mandzukic in una coppia consolidata: all’Olimpico hanno segnato il loro decimo gol di coppia. Anche di fronte a un centrocampo non eccelso, la Lazio ha avuto troppe difficoltà a costruire gioco: Sturaro ha controllato Parolo ed è ripartito di continuo, Asamoah non si è mai fermato e Marchisio non ha mai sofferto il controllo di Milinkovic. Questo accadeva in mezzo. Ai lati, per la Juve era ancora meno complicato visto che la potenza atletica di Alex Sandro aveva già escluso Basta dalla partita, mentre Radu aveva solo qualche problema in meno a difendersi dagli attacchi di Lichtsteiner. In questa situazione di mancanza totale o quasi di gioco e di controllo, si perdeva il già smarrito Klose.
IL DOPPIO CAMBIO. E’ stato il tentativo estremo di Pioli nell’intervallo: cambiare gli esterni, fuori Candreva e Kishna, dentro Felipe Anderson e Keita. La Juve si è abbassata un po’ e la Lazio si è impossessata del centrocampo bianconero, ma la sua circolazione della palla era così lenta, prevedibile e misera che Chiellini e Barzagli potevano tranquillamente respingere ogni attacco laziale. Tanto per dare l’idea, il primo tiro in porta è arrivato al 23' con Milinkovic, che poco dopo Pioli ha sostituito con Matri. Doppio centravanti e doppie ali d’attacco, la Lazio ha provato a riprenderla così, ma senza riuscirci. La Juve era già a Torino con i tre punti in tasca e con la Roma al suo fianco.
Quinto successo consecutivo in campionato Gara sempre sotto controllo
Lazio al quinto ko in sei partite La squadra è parsa allo sbando: Biglia, lacrime a fine gara