Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

PIOLI RISCHIA Lotito è furioso Lippi favorito

L’ex ct azzurro era allo stadio Olimpico può arrivare subito affiancato da Brocchi

- Di Fabrizio Patania

Pioli rischia l’esonero perché lo dicono i risultati: ottava sconfitta del campionato, cinque nelle ultime sei giornate, un solo punto in casa con il Palermo. E soprattutt­o pochi segnali di reazione, il senso di impotenza e di fragilità della Lazio. La società sino a ieri lo ha difeso, ma le riflession­i erano già scattate da qualche giorno e Lotito ieri sera ha lasciato l’Olimpico senza neppure parlarci. Era nerissimo, infuriato, s’aspettava un altro tipo di partita. E forse non concederà altre due partite al tecnico emiliano. In calendario ci sono la Sampdoria il 14 dicembre all’Olimpico e l’Inter a San Siro il 20. La sosta di Natale era stata fissata come scadenza temporale per un’analisi complessiv­a della situazione come aveva fatto trapelare il presidente dopo la sconfitta di Empoli. In realtà ci sono i tempi per intervenir­e prima, perché la prossima partita vera si gioca tra dieci giorni e la qualificaz­ione ai sedicesimi di Europa League è già stata conquistat­a rendendo ininfluent­e l’impegno di giovedì in Francia con il Saint Etienne. Certo sarebbe crudele esonerare Pioli prima della conclusion­e del girone e in controtend­enza rispetto alle consuetudi­ni di Lotito, che ha licenziato solo tre allenatori in undici anni, ma solo tra oggi e domani si capirà meglio l’idea della Lazio. Ieri sera tirava una bruttissim­a aria all’Olimpico. Un’aria da esonero. LIPPI ALL’OLIMPICO. Lotito e Tare sinora non avevano ancora avviato o avevano tenuto nascosti consultazi­oni e colloqui con possibili alternativ­e augurandos­i che Pioli e la squadra uscissero dalla crisi. Ci sono due diversi scenari davanti a Lotito. Puntare su un allenatore esperto, una figura autorevole e credibile, oppure su un uomo della casa, uno capace di calarsi in fretta nelle dinamiche atipiche di Formello e che già conosce i dirigenti, i giocatori, l’ambiente. Nel primo caso la candidatur­a più forte porta al nome di Marcello Lippi, disposto a rimettersi in gioco, a tornare in panchina, anche senza grandi pressioni e l’obbligo di puntare allo scudetto. L’ex ct azzurro ieri sera si trovava proprio in Monte Mario a seguire la partita tra Lazio e Juve. Era in rampa, il primo della lista, il grande favorito alla succession­e di Pioli. GIOVANI. Il club biancocele­ste è sempre stato attento ai costi e prima di assumere un nuovo tecnico bisognereb­be fare i conti con Pioli e il suo staff (quattro collaborat­ori), sotto contratto sino al 2017. Così potrebbe emergere, non troppo a sorpresa, un tecnico giovane, già conosciuto dai dirigenti. Lippi in versione direttore tecnico potrebbe aprire la strada a Cristian Brocchi, ex centrocamp­ista della Lazio, oggi allenatore della Primavera del Milan. Lotito dovrebbe chiedere a Galliani di lasciarlo andare. E’ un’ipotesi concreta, così l’ex ct azzurro favorirebb­e la crescita di un nuovo tecnico, il cui legame con la società biancocele­ste non si è mai interrotto. Una pista clamorosa, invece, porterebbe ad Alberto Bollini, ex mago della Primavera della Lazio, oggi vice di Reja all’Atalanta. E’ molto più di un secondo, lavora sul campo quasi da primo, conosce i

Gelo tra la società e il tecnico, ormai scaricato. In corsa anche l’ex Bollini e lo svizzero Yakin

giovani come Cataldi e Keita tirati su nel settore giovanile. Il regolament­o federale, cambiando mansione (da vice ad allenatore in prima), gli consentire­bbe di cambiare in corsa. Soluzione più complicata, perché dovrebbe lasciare Reja in corsa. Ci può essere infine una soluzione straniera già presa in esame due anni fa all’epoca dell’esonero di Petkovic. Si tratta di Murat Yakin, ex tecnico turco-svizzero del Basilea, legato da profonda amicizia al ds Tare. E’ libero dopo l’esperienza allo Spartak Mosca. Arriverebb­e di corsa. Ma per Lotito non è più tempo di salti nel buio.

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BARTOLETTI Stefano Pioli, 50 anni, lascia l’Olimpico: è l’addio?

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