Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Io e gli attaccanti

- Di Fabio Mandarini NAPOLI

Il parallelis­mo Higuain-Careca, secondo Antonio il brasiliano, è impresa piuttosto ardua. «Sì, è difficile fare paragoni. Come Maradona e Zola». Eccolo, qua: tira subito la bomba come chiedevano i tifosi all'epoca, il grande Antonio de Oliveira Filho detto Careca. Il centravant­i. Il mito. Una meraviglia fatta giocatore che insieme con Diego e gli altri immortali ha fatto la storia del Napoli. Un bombardier­e chic che in un corpo solo frullava potenza, tecnica e classe. E tutte allo stato puro. «Questa città è nel mio cuore». Già, e questa stessa città vive ora nel ricordo suo e degli altri, proiettand­o il passato in un presente fatto di sogni e realtà. E di grandi epigoni tipo Higuain: «Lui può essere il mio erede. Ma prima deve vincere qualcosa». Ci stanno lavorando, il Pipita e compagni.

SCUDETTO POSSIBILE. E allora, che piacere. E quanta saudade: Careca è Careca, c'è poco da fare. «Sono stato travolto dall'affetto, me lo aspettavo». La Cartiera di Pompei, sede della presentazi­one del libro di Dario Sarnataro e Giampaolo Materazzo, “Il Romanzo del Grande Napoli", sembra il Sambodromo al Carnevale di Rio: entusiasmo, calore, passione. E lui, l'ospite d'onore in elegante completo nero, non tradisce: «Lo scudetto? Il Napoli è in piena corsa: questa è la fase più delicata della stagione, si gioca contro tutti e tutti aspetteran­no gli azzurri per farli cadere. Una cosa, però, è rincorrere e un'altra

Antônio de Oliveira Filho, noto come Careca, 55 anni

è occupare il primo posto». Ottimo inizio, allora. «Forse la rosa è un po' corta, ma bisogna crederci: per conquistar­e lo scudetto bisognerà avere personalit­à e carattere, e soprattutt­o bisognerà giocare ogni partita come se fosse l'ultima del campionato. Uno scudetto qui vale dieci

scudetti in un'altra città». L'avversaria da battere? «La Juve, come ai miei tempi: però con me e Diego non la prendevano mai».

IO E GONZALO. Anche con il Pipita, capocannon­iere e autore di 12 gol in campionato, tutto sembra possibile. «Il paragone

«Fare paragoni è sempre difficile Higuain può essere il mio erede ma deve vincere qualcosa. Così entra nella storia»

tra me e Higuain?». Sì, da queste parti si spreca: Gonzalo è come lei? «Beh, è difficile fare questo paragone. Anche Zola veniva paragonato a Maradona, e sebbene sia un grande profession­ista e un grande amico, Diego è Diego. Diciamo che Higuain può essere il mio erede, ma deve prima vincere qualcosa: se lo farà a Napoli, avrà un posto nella storia». Come il suo. «Spero solo che possa continuare a segnare tanto: Napoli ha bisogno di lui per vincere un altro scudetto». Consigli? «Di mangiare spaghetti con le vongole: erano la mia forza. I più buoni in assoluto». Si ride. Somiglianz­e? «Io partivo più da lontano». E poi ancora: «Io, Gonzalo e Cavani? A 55 anni sono sempre il più forte di tutti: ho mantenuto il peso forma, mi fregano le ginocchia». Domani la squadra giocherà a Bologna, in uno stadio in cui Careca regalò un gol fantastico nel giorno che valse l'ipoteca sul secondo scudetto. Gol paragonato, manco a dirlo, a quello realizzato con l'Inter da Higuain: «Il mio è stato più difficile: ero spalle alla porta e la misi sotto la traversa. E poi feci un assist di tacco a Francini».

IL PIU’ BELLO . Careca è in forma strepitosa. E sul palco regala palleggi e il balletto con cui festeggiav­a le sue mirabilie. «Il gol a cui sono più affezionat­o è quello di Stoccarda. Avevo anche la febbre: quel giorno capii che San Gennaro esiste». Non esiste, invece, un altro Maradona: «Con lui era tutto più facile, ma noi giocavamo anche per sfruttare le sue doti: nel Napoli di oggi c’è meno qualità ma più organizzaz­ione».

Conosce Sarri? «No, ma so che è napoletano e spero che possa fare la differenza come tutti i napoletani di carattere». Beh, magari l’incontro avverrà presto: «Forse con la Roma potrei essere al San Paolo».

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LAPRESSE
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Antonio Careca e Diego Armando Maradona, che coppia!

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