Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
IL SINDACO Borja e Nardella Firenze ci scherza
Scambio di tweet fra i due “primi cittadini” della città
Da muratore di sogni, a simbolo del rinascimento viola. Adesso pure con la fascia tricolore indosso. Borja Valero è il valore aggiunto: di Firenze, oltre che della Fiorentina. Per Paulo Sousa è l'imprescindibile, 1233 minuti giocati in 14 giornate di campionato sui 1260 totali, appena sette in meno rispetto a Tatarusanu, il più impiegato di questa squadra. Per la città è la garanzia di tutto: dell'impegno, del sudore, dell'abnegazione. Tutto è cominciato con uno striscione, Borja Valero sindaco, esposto prima in curva e poi portato fino a Reggio Emilia, per la gara col Sassuolo. La foto, ritwittata dalla moglie del centrocampista, Rocio, ha fatto il giro del mondo e Borja, dalle parole, è passato ai fatti. Si è fatto immortalare con una fascia tricolore da primo cittadino con scritto il suo nome, rigorosamente in viola: «Borja Valero sindaco» e un simpatico commento indirizzato all'attuale sindaco fiorentino, Dario Nardella: «Occhio che sta diventando una cosa seria». Immediata e divertita la replica, sempre via social, del vero primo cittadino: «Caro Borja, la staffetta con te la faccio volentieri. Ma occhio, i cittadini sono più esigenti dei tifosi». Di certo, in fase di campagna elettorale non avrebbe bisogno di niente lo spagnolo.
SEMPLICE ED EFFICACE. Ha conquistato la sua gente con la semplicità. Avvicinandosi in punta di piedi alla nuova città, imparando subito l'italiano, abbattendo tutti i muri attorno alla propria famiglia - il piccolo Alvaro che dopo pochi mesi dal suo trasferimento cantava già l'inno della Fiorentina è ancora tra i video più cliccati del web - e sopra ogni cosa non lesinando mai un grammo di fatica. Dopo una stagione, la scorsa, vissuta tra alti e bassi, è tornato ad essere l'ingegnere della rinascita viola. Ha cambiato dieta, ha eliminato la pizza dal suo menù, il pesce è diventato il suo alleato nel piatto e le sue prestazioni sono tornate a livelli altissimi. Non conosce la fatica, mette al tappeto pure quella. Convinzione mentale e condizione fisica viaggiano di pari passo, a cento all'ora, senza freni: trent'anni solo all'anagrafe. Nei piedi, poi, ha rispolverato il compasso: la percentuale di passaggi riusciti sfiora, in media, il 90%, a prescindere dalla posizione. Che giochi più avanzato, o mediano comunque con licenza di creare poco importa gli: cambia veste meglio di un illusionista, pur non modificando il risultato finale, quello della quasi perfezione.
OBIETTIVO VITTORIA. Con la Fiorentina ha già fatto tredici, gol, superando il record di marcature complessive messe insieme negli anni del Villarreal, 11 in 97 gare. In viola, nelle 146 partite giocate, ha soprattutto ispirato: 30 gli assist totali, contro i 18 della sua ultima avventura spagnola. Ora, però, punta a vincere, che è l'unica cosa che gli manca. Ha conquistato un campionato europeo con una Under 19, ma nelle Furie Rosse ha giocato solo una partita, uno scorcio d'amichevole nel 2011 contro gli Stati Uniti. Del Bosque non l'ha mai più convocato. Ha messo insieme qualche riconoscimento individuale - premio Don Balon come miglior calciatore spagnolo del 2009/10 e Gran Galà del calcio AIC nel 2013 -, ma lui sogna di sollevare trofei. Programmato per vincere e per costruire successi, lo spagnolo ora punta ad alzare l'asticella. Ha fatto di Firenze una seconda casa, ci ha fatto nascere anche la sua secondogenita Lucia. I panni del campione, di solito, è abituati a metterli in campo, fuori è freschezza e semplicità, sorrisi e battute. Prima, però, c'è da tornare a vincere, già domenica, contro l'Udinese, la squadra contro cui tutto ha avuto inizio nell'agosto del 2012 e a cui ha già segnato, poco più di un anno fa. C'è da costruire un sogno e lui ha già individuato l'amalgama giusto.
I tifosi invocano l’elezione di Valero che, per gioco, posa con la fascia tricolare
Il sindaco vero risponde: «Caro Borja, la staffetta con te la faccio volentieri. Ma...»