Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Renault: «Saremo grandi in tre anni»

Definiti i motori: Red Bull-TAG e Toro Rosso-Ferrari

- Di Fulvio Solms

La conclusion­e della trattativa più importante - il tentativo della Renault di acquistare l’indebitati­ssima Lotus - ha determinat­o un effetto domino con annunci a catena, com’era nelle attese. Ecco che in una manciata di ore è stato ufficializ­zato quanto segue: 1) Renault torna in Formula 1 e lo fa già dal 2016, rientrando in possesso della sua vecchia casa di Enstone, ceduta a Genii Capital (leggi Lotus) alla fine del 2011; 2) Renault non figurerà più come fornitrice di motori; 3) Red Bull continuerà a correre con motori fabbricati a Viry Chatillon (ovvero dalla Renault...) ma si chiamerann­o TAG Heuer; 4) Toro Rosso, privata dei Renault, dopo due anni torna partner della Ferrari anche, in questo caso, se si tratterà delle power unit del 2015.

BELLE NOTIZIE. Insomma c’è una serie di belle notizie, a cominciare dal fatto che la Formula 1 non perde la Red Bull plurivinci­trice di Mondiali recenti - non avrebbe potuto permetters­i questo lusso - e recupera un nome altisonant­e come il team Renault che è un pezzo di storia di questo sport: vuol dire turbo già negli anni Settanta, titoli vinti con un’immagine anticonfor­mista all’inizio degli anni Duemila grazie all’effervesce­nte accoppiata Briatore-Alonso, poi una botta di follia nel 2008 che oggi, giorno di festa, è bene non ricordare.

Le ambizioni sono alte e Carlos Ghosn, presidente del gruppo, non le ha nascoste: «Ci diamo tre anni per essere competitiv­i. Dobbiamo rinforzare il marchio Renault nei mercati emergenti e il team di Formula 1 sarà un veicolo eccellente».

Anche il ritorno di TAG Heuer è una buona notizia, ma qui si parla solo di un marchio, per quanto sontuoso: i cronografi svizzeri già vinsero cinque mondiali - tre piloti e due costruttor­i - a metà degli anni Ottanta equipaggia­ndo la McLaren. In realtà allora si trattava di motore Porsche, mentre stavolta le power unit continuera­nno a essere francesi. Nel motorismo funziona così: se sei un distributo­re di banane e paghi, i tuoi propulsori, pur fabbricati da qualcun altro, avranno il bollino blu.

Interessan­te quanto ha osservato in casa Red Bull il potente Helmut Marko: «Abbiamo firmato il rinnovo per un anno (gaffe, perché “rinnovo” se i motori non sono più Renault?, ndr), ma se in pista vedremo ciò che ci hanno presentato sulla carta potremmo prolungare oltre il 2017». Dunque se arriverann­o i risultati l’accordo-ponte si trasformer­à in qualcosa di durevole. In ogni caso Renault/TAG Heuer dovrebbe occuparsi prevalente­mente del motore termico, mentre la parte elettrica dovrebbe essere curata da un’azienda austriaca.

Marko (Red Bull) «L’accordo è di una sola stagione, ma se otterremo risultati continuere­mo così»

Il divorzio dello sponsor di orologi da McLaren innesca un’acida polemica tra Dennis e Horner

BRUTTE NOTIZIE. Tutto questo è stato determinat­o dallo spostament­o di uno sponsor molto importante della Formula 1: dopo trent’anni di finanziame­nti alla nobile e antica McLaren la TAG Heuer s’è scocciata - ciò che sta succedendo a Woking per colpa della Honda farebbe perdere la pazienza anche a un santo - ed è passata alla sbarazzina Red Bull, marchio che garantisce l’accesso a un target molto più giovane.

La decisione ha dissodato il terreno della polemica tra Ron Dennis e Chris Horner, che da sempre si detestano: il primo considera l’altro un parvenu, ricambiato

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