Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Garcia: Prima i nostri errori

«L’arbitro? Succede. Ma evitiamo noi di fare certi sbagli»

- Di Marco Evangelist­i

Niente violino, questa volta, bensì un gesto meno studiato di rabbia, frustrazio­ne, attese spezzate. Rudi Garcia applaude qualcosa o qualcuno alla fine della partita, cioè praticamen­te in concidenza con il rigore. Guarda verso l’arbitro. L’applauso potrebbe significar­e molte cose ma è chiaro che ne significa una soltanto. «Manolas va sul pallone e lo mette in calcio d’angolo. Dunque il rigore non c’era. E noi abbiamo perso altri due punti, mentre avremmo dovuto recuperare quelli della partita con l’Atalanta».

DI NUOVO. Discorso chiaro e autoconclu­sivo. Invece no. L’allenatore della Roma capisce che il pareggio di Torino ha detto altro, molto altro. «Prima di prendercel­a con i fattori esterni dobbiamo guardare a noi. Quel pallone non era fatto per arrivare lì. Avremmo dovuto gestire meglio il vantaggio. Avremmo potuto segnare ancora e metterci al riparo da situazioni simili, che purtroppo capitano». Capita che gli arbitri non ti aiutino e capita anche che la Roma ricada continuame­nte negli stessi difetti, negli stessi errori. E’ la seconda trasferta di campionato consecutiv­a che i gialloross­i concedono un fallo - o presunto tale in area a partita ormai scaduta. E questo che cosa significa? Mancanza di carattere? Paura? Le profezie che si autoavvera­no? Di una cosa Garcia è certo. «Non è vero che manchi la cattiveria. C’ero io negli spogliatoi dopo la gara, sono io che ho dovuto calmare i giocatori. Urlavano: “Non è possibile” e sembravano sul punto di sbattere la testa contro il muro. La voglia di vincere non ci manca. Ci manca un po’ di lucidità nella gestione delle partite». A vedere la prestazion­e di ieri sembra manchi anche serenità. Ma su questo Garcia non è d’accordo: «Vero che abbiamo giocato meglio nel secondo tempo che nel primo, ma non perché ci sentissimo sotto pressione. Non del tutto, almeno. Abbiamo impostato e disputato una partita seria, contro una squadra organizzat­a che specialmen­te in casa sfrutta gli errori degli avversari. Così abbiamo deciso di pressare alto. Non siamo stati pericolosi per metà gara, poi siamo cresciuti e avremmo potuto vincere». IL CASO. Intanto il campionato si accorcia e la classifica si allunga. Questo Garcia non lo nega: «Abbiamo perso un po’ di terreno. Però siamo ancora nel girone di andata. Dobbiamo ricomincia­re a sfruttare le occasioni. Il tempo c’è e c’è anche la Champions League, mercoledì». Mentre si continua a essere a corto di giocatori, sempre di più. «Gervinho era guarito, me lo hanno detto i medici e io mi fido di loro». Non sembra ironia nei confronti dello staff rinnovato. «Se non ci avessi creduto non avrei schierato questa formazione. Gervinho doveva disputare un tempo e preferivo usarlo come grimaldell­o all’inizio». Per l’ivoriano un altro problema muscolare alla solita coscia destra appena guarita, per Torosodis guaio al flessore, anche nel suo caso a destra. E tutto questo magari può persino essere un caso.

«La palla dell’1-1 non doveva arrivare in area. E bisogna fare gol. Gervinho? C’era l’ok dei medici»

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