Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Garcia: Prima i nostri errori
«L’arbitro? Succede. Ma evitiamo noi di fare certi sbagli»
Niente violino, questa volta, bensì un gesto meno studiato di rabbia, frustrazione, attese spezzate. Rudi Garcia applaude qualcosa o qualcuno alla fine della partita, cioè praticamente in concidenza con il rigore. Guarda verso l’arbitro. L’applauso potrebbe significare molte cose ma è chiaro che ne significa una soltanto. «Manolas va sul pallone e lo mette in calcio d’angolo. Dunque il rigore non c’era. E noi abbiamo perso altri due punti, mentre avremmo dovuto recuperare quelli della partita con l’Atalanta».
DI NUOVO. Discorso chiaro e autoconclusivo. Invece no. L’allenatore della Roma capisce che il pareggio di Torino ha detto altro, molto altro. «Prima di prendercela con i fattori esterni dobbiamo guardare a noi. Quel pallone non era fatto per arrivare lì. Avremmo dovuto gestire meglio il vantaggio. Avremmo potuto segnare ancora e metterci al riparo da situazioni simili, che purtroppo capitano». Capita che gli arbitri non ti aiutino e capita anche che la Roma ricada continuamente negli stessi difetti, negli stessi errori. E’ la seconda trasferta di campionato consecutiva che i giallorossi concedono un fallo - o presunto tale in area a partita ormai scaduta. E questo che cosa significa? Mancanza di carattere? Paura? Le profezie che si autoavverano? Di una cosa Garcia è certo. «Non è vero che manchi la cattiveria. C’ero io negli spogliatoi dopo la gara, sono io che ho dovuto calmare i giocatori. Urlavano: “Non è possibile” e sembravano sul punto di sbattere la testa contro il muro. La voglia di vincere non ci manca. Ci manca un po’ di lucidità nella gestione delle partite». A vedere la prestazione di ieri sembra manchi anche serenità. Ma su questo Garcia non è d’accordo: «Vero che abbiamo giocato meglio nel secondo tempo che nel primo, ma non perché ci sentissimo sotto pressione. Non del tutto, almeno. Abbiamo impostato e disputato una partita seria, contro una squadra organizzata che specialmente in casa sfrutta gli errori degli avversari. Così abbiamo deciso di pressare alto. Non siamo stati pericolosi per metà gara, poi siamo cresciuti e avremmo potuto vincere». IL CASO. Intanto il campionato si accorcia e la classifica si allunga. Questo Garcia non lo nega: «Abbiamo perso un po’ di terreno. Però siamo ancora nel girone di andata. Dobbiamo ricominciare a sfruttare le occasioni. Il tempo c’è e c’è anche la Champions League, mercoledì». Mentre si continua a essere a corto di giocatori, sempre di più. «Gervinho era guarito, me lo hanno detto i medici e io mi fido di loro». Non sembra ironia nei confronti dello staff rinnovato. «Se non ci avessi creduto non avrei schierato questa formazione. Gervinho doveva disputare un tempo e preferivo usarlo come grimaldello all’inizio». Per l’ivoriano un altro problema muscolare alla solita coscia destra appena guarita, per Torosodis guaio al flessore, anche nel suo caso a destra. E tutto questo magari può persino essere un caso.
«La palla dell’1-1 non doveva arrivare in area. E bisogna fare gol. Gervinho? C’era l’ok dei medici»