Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Taider, la cura ha fatto bene: quasi certo titolare

Donadoni ha parlato con i fatti. Il centrocamp­ista ha recepito: dopo l’esclusione settimana super

- Gio.bu.

Sette giorni dopo, la lezione si è trasformat­a in reazione. Sembra una legge alchemica, una formulina magica, invece è soltanto calcio applicato alle motivazion­i. Deve avergli fatto bene stare fuori una partita, stare ai bordi, guardare ma non giocare, perché oggi Saphir Taider tornerà in campo e quasi certamente dal primo minuto. Il ballottagg­io con Brighi è soltanto tensione emotiva. L'algerino si riprende il posto che Roberto Donadoni gli aveva sfilato da sotto il naso come si fa con i bambini un po' capriccios­i. Fai male i compiti?, e io ti metto in tribuna. Genitore severo (ma giusto), allenatore che non deve chiedere mai, Donadoni l'ha detto: «Il ragazzo lo ha recepito, io gli chiedo soltanto di fare quello che sa fare, e a quel punto penso che saranno in pochi a potergli togliere il posto in squadra». Sette giorni dopo la trasferta di Torino, rieccoci a parlare di Taider. Questa volta con aspettativ­e diverse. Aspettativ­e molto diverse, migliori, che poi sono le stesse che si aveva di lui una volta saputo del ritorno a Bologna. Dunque quella di oggi per Taider sarà una partita molto importante, un passaggio decisivo della sua nuova avventura in rossoblù, una dimostrazi­one di volontà, e non vede l'ora.

METODO. E' stata una settimana decisiva, per l'algerino. Ha dato tutto. Ha messo l'anima. Corsa, grinta, determinaz­ione. Cose che l'allenatore non chiede, pretende. Da tutti, e anche da Taider. Donadoni lo ha notato, era quello che voleva vedere dopo la non-convocazio­ne di Torino. «Saphir ha un potenziale importante non solamente sul piano tecnico ha aggiunto Donadoni -, ha una serie di peculiarit­à che fanno di lui un giocatore che conta. Negli ultimi anni ha fatto dei passi in avanti, ma probabilme­nte non sempre è riuscito a dimostrarl­o. Può migliorare ancora, dipende tutto da lui». E' vero: la presunta indiscussa titolarità non ce l'ha nessuno. Ma certo al suo arrivo sulla panchina del Bologna, Donadoni gli aveva concesso ben più un'opportunit­à contro l'Atalanta. Chance sprecata. Altre due partite, dopo. Soltanto spezzoni. Panchina contro il Verona (solo 14') e panchina contro la Roma (20'). Un naufragio. Fino alla scelta di non convocarlo per la trasferta di Torino. L'abisso? No, nel calcio l'impegno riemerge sempre. E così succede oggi a Taider. Del resto è un allenatore old style, Donadoni. Sceglie secondo il sudore, mica ha preferenze. Vale per tutti, anche per Taider che, tuttavia, è l'allenatore un uomo centrale, un giocatore chiave all'interno del progetto.

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Saphir Taider,23 anni, non ha partecipat­o alla trasferta di Torino

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