Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Sulle fasce una partita combattuta
Ovunque grandi differenze Masina e Giaccherini però...
Fra Napoli e Bologna dopo 14 giornate di campionato ci sono 18 punti di differenza e il guaio, per il Bologna, è che ci sono tutti. Si tratta di una differenza strutturale, ma anche di fresca tradizione, di ambizione, di convinzione. Il Napoli sembra un prodotto finito, il Bologna quasi da cominciare. Si sa come gioca il Napoli, si sa solo come vorrebbe giocare il Bologna. Se Donadoni riuscisse a imitare Sarri per il tempo breve (brevissimo) con cui ha dato alla sua squadra gioco, fisionomia, identità e personalità, il Bologna potrebbe sentirsi già al sicuro. Ma Sarri ha lavorato anche sull’organico, Donadoni no.
Se Bologna-Napoli si giocherà in mezzo al campo, sarà un problema irrisolvibile per la squadra di casa. Nessuna difesa ha la possibilità di frenare uno dei tre centravanti più forti d’Europa (Higuain, insieme a Lewandowski e Suarez), nessun centrocampo italiano è completo e ricco come quello del Napoli e pochi centravanti riescono ad avere la meglio su una coppia di difensori formidabile come quella di oggi formata da Albiol e Koulibaly. Il Bologna può cercare un po’ di gloria, un po’ di spazio, un po’ di forza e un po’ di fiducia solo sugli esterni. Sia chiaro, anche in questo caso la partenza è a favore del Napoli, ma Giaccherini e Mounier (o Rizzo) possono creare qualche problema a Hysaj e Ghoulam, così come Rossettini e soprattutto Masina possono tenere in apprensione, o quanto meno ostacolare, Insigne e Callejon.
LE ALI. Bologna e Napoli giocano con lo stesso modulo, il 4-3-3, con movimenti e posizioni simili (per esempio i due registi, Diawara e Jorginho, restano davanti alla difesa) e con interpreti con caratteristiche che si possono accostare. Insigne e Mounier si occupano prevalentemente della parte finale dell’azione (il napoletano con 7 gol è il vicecapocannoniere di Sarri, mentre il bolognese con 3 gol è il capocannoniere di Donadoni). Sull’altro versante, Callejon e Giaccherini sono le ali di...fatica. Tecnicamente di livello eccellente, giocano sempre in funzione della squadra. Giaccherini è uno dei più esperti del Bologna, sa come si affrontano queste partite, sa cosa serve, sa soprattutto che la sua squadra, per uscire indenne da questo confronto, non deve sbagliare proprio niente. Siamo curiosi di vedere se Donadoni lo utilizzerà anche per il primo controllo su Jorginho, in quel caso al vecchio Giak serviranno quattro polmoni, ma se c’è un giocatore nel Bologna (e anche altrove) che può fare questo doppio lavoro orizzontale e verticale (dal centro alla fascia e dalla linea d’attacco a quella di centrocampo) è lui. Dalla scelta dell’altro esterno si capirà anche l’atteggiamento del Bologna: se gioca Mounier, si punterà con più insistenza al gol; se gioca Rizzo, si cercherà soprattutto l’equilibrio.
I TERZINI. Le ali del Napoli, al contrario di quelle della Lazio e di quelle della Roma, non cambiano mai la fascia: Insigne inizia e finisce a sinistra, Callejon a destra. Così il primo capiterà nella zona di Rossettini per una marcatura più logica vista la natura difensiva del terzino destro del Bologna; lo spagnolo dovrà invece vedersela con Masina e anche questo duello è senza un vincitore sicuro. Masina dovrà cercare di spingere indietro Callejon per togliere una fonte di gioco nell’azione offensiva del Napoli, ma se l’ex madridista, vista l’attitudine alla spinta del terzino rossoblù, gli rosicchia spazio alle spalle può aprire un’autostrada su quella fascia.