Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Bonaventura e Castori: è un... derby
Il tecnico del Carpi e il milanista sono di San Severino Marche
Formazione top secret sul fronte carpigiano, come tradizione comanda. L'impressione, però, è che per la prima volta nella stagione il Carpi possa ripresentarsi in campo con la stessa formazione della domenica precedente. Anche se l'avversario, per blasone e obiettivi, vale più del Genoa: «Il Milan è una grandissima squadra e non ha bisogno di presentazioni - ha detto Castori - ma noi abbiamo bisogno di fare punti perché nella situazione in cui siamo non possiamo permetterci di scegliere contro quali avversari farli. Sappiamo di affrontare una squadra di campioni e siamo consapevoli che per fare risultato dobbiamo fare la partita perfetta. Le ultime prestazioni ci hanno dato degli spunti positivi: stiamo crescendo e abbiamo preso fiducia perché le vittorie aiutano. Dobbiamo confermare questi passi avanti».
Sarà una sfida, quella coi rossoneri, con un sapore particolare per il tecnico biancorosso: «Bonaventura l'ho visto crescere, perché in un paese di 13.000 abitanti come San Severino Marche ci si conosce tutti. Per il nostro paese poter vedere due cittadini in Serie A è un evento di cui andare orgogliosi. Verrà un pullman e ci sarà anche il sindaco di Tolentino, forse quello di San Severino. Saranno tutti milanisti ma va bene così». Per loro, però, il tecnico non prevede sconti: «Sappiamo che per fare risultato dobbiamo compiere un capolavoro, perché il Milan è forte con qualunque modulo scelga l'allenatore. Noi dobbiamo essere equilibrati, aggressivi per non farli giocare troppo, altrimenti il colpo lo trovano prima o poi. Dobbiamo attaccare alti senza farli avvicinare alla nostra area. Imprimere un ritmo indemoniato e vertiginoso, stordirli con queste armi, che sono quelle delle provinciali. Dobbiamo avere questo orgoglio da provinciali». Che al tecnico ricorda un po' quello dell'Ascoli che seguiva da ragazzino. Un Ascoli che ricorre anche per un'altra ragione: «Quando andai ad Ascoli con 7 punti in 14 partite tutti ci davano per spacciati. Io accettai perché ero tifoso dell'Ascoli, così come lo sono del Carpi. Accettai allora, così come sono tornato oggi, perché il cuore mi ha spinto a credere che l'impresa è possibile. E a parte la ragione, è una impresa che dobbiamo fare col cuore. E per questo dico che possiamo farcela. Col Milan mi aspetto di fare punti perché conta solo quello».
Per farli, occorrerà cancellare quella statistica che vede il Carpi subire gol nei
L’allenatore: «Verrà un pullman dal paese, forse anche il sindaco. Ma sono tutti rossoneri...»
primi quindici minuti come nessun'altra in Serie A: «Io sono abituato a ragionare con i numeri. Una volta possono essere un caso, una seconda volta un sospetto, ma la terza sono una prova. Quando le cose si ripetono vuol dire che c'è un limite o una risorsa. Dobbiamo migliorare la concentrazione con la quale ci approcciamo alla gara. Facendo lavoro intenso durante la settimana si fa fatica a partire forte, ma bisogna stare più attenti e concentrati nei primi minuti. Su questo abbiamo riflettuto e dobbiamo migliorare».
Intanto, tra campionato e Coppa Italia, sono arrivate due vittorie consecutive: «Finalmente non si parla solo di prestazioni ma di risultati. Vincere aiuta a far crescere la fiducia e aumenta autostima e consapevolezza. Sono indicatori che la strada giusta è questa e non bisogna lasciarla». Qualche ballottaggio, in realtà, nella formazione anti Milan c'è, anche se l'impressione è che, come contro il Genoa, Martihno e Pasciuti siano favoriti su Di Gaudio per un posto in fascia, mentre Matos e Mbakogu lo siano su Borriello in attacco.