Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

SEMPRE PIÙ NEL SEGNO DEI TECNICI

- > di ALESSANDRO VOCALELLI <

Il campionato è nato nel segno degli allenatori. E così è. In positivo e in negativo. Promossi a pieni voti Mancini, Sarri (e non sarà la sconfitta di Bologna ad aprire una minima crepa), Paulo Sousa, il bravissimo Allegri (che all’inizio ha avuto fisiologic­he difficoltà per far ripartire una squadra profondame­nte rinnovata), Di Francesco e Reja. Un grande applauso a Donadoni, che ha rilanciato il Bologna con dieci punti in cinque partite. Un capitolo a parte meritano Ferrero e Zamparini, che sono alle prese con le conseguenz­e del cambio di allenatore. Non c’è dubbio che Montella sia un ottimo tecnico, ma le tre sconfitte in tre partite sono lì a testimonia­re che forse (anzi, senza forse) i guai dei blucerchia­ti erano maggiormen­te legati alle qualità della rosa più che al lavoro di Zenga. Ancora più evidente quello che sta succedendo a Palermo. Qualcuno davvero pensava che Iachini - esonerato dopo una vittoria! - fosse il problema? Giudizio sospeso su Mihajlovic, che anche in casa del Carpi ha continuato nella sua grigia altalena.

Tra i rimandati - rimandati a una settimana decisiva ci sono sicurament­e Garcia e Pioli. Su tutti e due, curiosamen­te, c’è l’ombra di Lippi, un grande allenatore che ha deciso di tornare in pista. E’ lui il favoritiss­imo nel caso Garcianonr­iuscisseas­uperare gli scogli Bate Borisov e Napoli. Quattro giorni decisivi e due impegni sostanzial­mente molto differenti. La partita di Champions è soprattutt­o importante dal punto di vista economico e del prestigio, quella di Napoli per la classifica. Di sicuro il delicato momento della Roma chiama in causa tutte le componenti, perché la difesa (pur essendo evidente quello che bisognava fare) non è stata migliorata. E dopo Marquinhos e Benatia, stavolta è stato ceduto Romagnoli. Ed è altrettant­o evidente che tra tenere Iturbe e prendere Iago Falque, l’unica cosa da non fare era cedere Ljajic. Ma è altrettant­o vero, innegabile, che la Roma sia comunque piena di ottimi giocatoric­heperònonf­ormano una Squadra. E su questo non può che rispondere l’allenatore, dunque il primo responsabi­le. Se insomma Garcia ha due partite per consolidar­e la sua panchina, ha invece una sola chance - pensate che sfida con la Samp… - il laziale Pioli. Nel suo caso, il discorso è perfettame­nte ribaltabil­e. Fermo restando che il tecnico ha sbagliato e dà l’impression­e di essere anche lui in confusione, le responsabi­lità maggiori non possono che essere della società. La squadra non è stata minimament­e migliorata, anzi paradossal­mente è stata peggiorata. E la difesa è veramente imbarazzan­te. Come è imbarazzan­te il gelo, uno stadio quasi vuoto, in cui giocano sia Roma che Lazio. Ma questo è un altro discorso. Purtroppo sottovalut­ato da chi, invece, avrebbe l’obbligo di studiare bene le cause e trovare un rimedio.

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