Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

DESTRO Non ci sono limiti «E ora l’azzurro»

«Grande Bologna, forse troppo polli alla fine»

- Di Furio Zara

L'azzurro che compare all'orizzonte è quello che sogna Destro, mica quello della maglia di Higuain. El Destrito alla fine se li mangia tutti, dà una spallata al Pipita, manda messaggi al ct Conte e con una prestazion­e maiuscola si piazza al centro della scena. Dire che Destro fa l'Higuain è una forzatura, allora siamo qui a raccontare di un Destro che ha ritrovato - prima di tutto - la convinzion­e in se stesso. E' rinato? Sì, ora si può dire. La doppietta di ieri è la puntina che inchioda la farfalla al muro. Guarda che bel poster, quello che esulta è Mattia Destro. Sempliceme­nte: è tornato decisivo. Rompe l'equilibrio, blinda il risultato sul 3-0, prima che il Napoli riemerga dal gorgo e faccia fare al Bologna un giro sulla giostra delle streghe. E' l'uomo in più della gestione Donadoni. I quattro gol stagionali (in quattro partite, visto che quella di Torino l'ha saltata per squalifica) li ha segnati tutti con il nuovo tecnico. Se Donadoni non preclude nulla al Bologna, Destro non preclude nulla a se stesso. Gli chiedono della nazionale, da cui manca da sedici mesi. Dopo il classico «Io penso al bene del Bologna», che non fa mai male a nessuno; Destro ammette che sì, «l'azzurro è comunque un obiettivo». L'autostima aumenta anche così: spostando in là il paletto delle ambizioni, riaccenden­do il fuoco che covava sotto la cenere.

MEGLIO DI HIGUAIN. Doveva essere la partita di Higuain, che arrivava all'appuntamen­to in carrozza, spinto dalla serata hollywodia­na contro l'Inter. El Pipita una doppietta, a conferma del suo enorme peso specifico, l'ha comunque segnata; ma sono gol di rabbia che appasisce, se confrontat­i a quelli del centravant­i del Bologna. Quando i cronisti lo stimolano con un paragone con il campione argentino, Destro scansa l'equivoco, con una umiltà che gli va rficonosci­uta. «Higuain è un grandissim­o campione, il paragone non c'è. Oggi (ieri, ndr) voglio dire che c'è stato in campo un grande Bologna». Al di là dei due gol, dall'inizio alla fine, Destro è stato «dentro» la partita; l'ha vissuta con un grande senso di responsabi­lità. «Io ce la metto sempre tutta, a volte riesco a fare gol, altre volte no, ma sono tranquillo perché do sempre il massimo». Lo dimostra il fatto che - nei minuti finali - l'abbiamo visto andare a recuperare un pallone sulla linea di fondo, come il più onesto dei terzini.

POLLI ALLA FINE. Dopo un'ora di gioco il Bologna stava sul 3-0. Poi qualcosa si è inceppato. Il classico granellino di sabbia sull'ingranaggi­o, è la paura del trionfo a frenare i rossoblù. Argomenta Destro: «Abbiamo giocato una grandissim­a partita per ottanta minuti, poi siamo calati. Non dobbiamo prendere gol in quel modo lì». Si intende: in quel modo ingenuo. Destro continua la sua analisi: «Dovevamo gestire meglio il vantaggio. E' stato il nostro grande errore, potevamo compromett­ere tutto. Alla fine abbiamo vinto, questi sono tre punti importanti ed è andata bene però...». Però il n.10 del Bologna dice una frase assai significat­iva: «Non puoi arrivare alla fine della partita e sperare che l'arbitro fischi». Ma il triplice fischio è comunque arrivato, il Bologna ha finito la domenica in gloria e il bomber rossoblù si è ritagliato il ruolo del mattatore assoluto. Mentre tutti aspettavan­o Higuain, da dietro l'angolo è spuntato il centravant­i ritrovato, l'italianiss­imo Mattia Destro, la faccia da poster di un Bologna che sta risalendo la classifica.

«Io come Higuain? No, lui è un vero campione. Tornare in nazionale ora è il mio obiettivo»

 ?? ANSA ?? Il pallone scagliato da Mattia Destro, 24 anni, gonfia la rete
ANSA Il pallone scagliato da Mattia Destro, 24 anni, gonfia la rete

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