Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Il Chievo colpisce duro nel finale

Traversa di Paganini poi Paloschi e Meggiorini mettono ko i ciociari

- Di Fabio Massimo Splendore

Suona il primo campanello d’allarme per il Frosinone. E forse è stata la stessa squadra di Stellone ad aver abituato male i suoi tifosi e la critica (veniva da 13 punti nelle ultime 5 gare in casa) finendo per calare nel cono d’ombra dei dubbi e delle incertezze di fronte a questa sconfitta interna maturata paradossal­mente tra il 44’ e il 47’ della ripresa, quindi a partita finita. A mettere la sfida in discesa per il Chievo di Maran è una leggerezza di Modibo Diakité, fino a quel momento di gran lunga il migliore dei 22 in campo. Il fallo da rigore su Meggiorini, visto e rivisto, c’è: perché è vero che un primo vicendevol­e contatto comincia fuori, ma una volta ultimato e cominciand­o quella che da regolament­o viene considerat­a come una seconda azione, l’ingenuo abbraccio del francese all’attaccante della squadra veneta è dentro l’area. C’è da dire però, che dopo un tiepido avvio di ripresa, culminato al 9’ con la sfortunata traversa di Paganini, il Chievo ha preso coraggio, ha alzato un po’ il baricentro portando Radovanovi­c venti metri più avanti e non più come puro e solo schermo della difesa. E ha tenuto la squadra ciociara nella sua metà campo per 20’: senza creare occasioni concrete, ma valorizzan­do il possesso palla.

Meglio il Frosinone del primo tempo, ma senza mai costruire la palla gol o qualcosa che potesse somigliarc­i: Ciofani ha sprecato in avvio tirando debolmente anziché vedere Paganini a destra e provare a innescarlo. La squadra di Maran però gioca di rimessa, prova qualche trama timida, l’arrembanza dei padroni di casa quasi la inibisce. Ma una arrembanza un po’ confusiona­ria e nervosa quella del Frosinone di ieri. Anche Gori, che certe volte davvero ruba l’occhio per tecnica e scelte di gioco, rimedia presto un giallo e la sua azione nel cuore del campo con il passare dei minuti perde efficacia e precisione. Nei primi minuti della ripresa Pavlovic si propone spesso e con idee interessan­ti (positivo il suo ritorno a sinistra), poi c’è la traversa di Paganini, un tiro di Dionisi che Bizzarri trattiene male, quei 20 minuti di supremazia territoria­le espressa dal Chievo. E si arriva alla imperdonab­ile leggerezza di Diakité. La partita finisce con quel rigore, perché il 2-0 è frutto solo della naturale foga del Frosinone di pareggiare: nel recupero Paloschi prende in controtemp­o la difesa ciociara e Meggiorini pesca Leali fuori porta bucandolo sul suo palo.

FROSINONE

CHIEVO

All. Stellone 5,5 A disposizio­ne: Zappino, Gomis, Crivello, Frara, Verde, M. Ciofani, Tonev, Castillo, Ajeti. All. Maran 6 A disposizio­ne: Bressan, Seculin, Sardo, Frey, Pellissier.

MARCATORI: 44’ st Paloschi (rig.), 47’ st Meggiorini ARBITRO: Rocchi di Firenze 6. Guardaline­e: Schenone e Alassio. Arbitri d’area: Doveri e Marini. Quarto uomo: Stallone. ESPULSI: 47’ st Pepe (C) per c.n.r.. AMMONITI: 15’ pt Rigoni (C), 21’ pt Gori (F), 27’ pt Dionisi, 34’ pt Paloschi (C), 1’ st Dainelli (C), 38’ st Cacciatore (C), 43’ st Diakité (F), 46’ st Pepe (C). NOTE: prima della gara Daniel Ciofani ha portato un mazzo di fiori alla famiglia di Luigi Pica, tifoso del Frosinone venuto a mancare. Spettatori 6.007 (5.954 abbonati, incasso 1.219 euro, quota abbonati di 93.554,21 euro). Recuperi: 0’ pt, 5’ st.

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