Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

LA SQUADRA Manca sempre il salto di qualità

Da Bacca a Cerci, poca personalit­à

- P.gua.

- Il calendario regalava un’opportunit­à e il Milan non ha saputo coglierla. Chiudere l’anno con un filotto di vittorie avrebbe rilanciato il Diavolo nella corsa-Champions. Invece, Montolivo e compagni si sono fermati al primo ostacolo, ovvero il Carpi. A questo punto, fare 6 punti prima della sosta con Verona e Frosinone compensere­bbe solo fino ad un certo punto la situazione, perché ancora una volta è emerso uno dei difetti di questo gruppo: l’incapacità di compiere il salto di qualità. Era già accaduto. Ad esempio in occasione della sconfitta in casa del Genoa, con il Milan reduce dal doppio successo su Palermo e Udinese. E poi nello 0-0 (e poteva andare peggio...) casalingo con l’Atalanta, arrivato dopo tre vittorie consecutiv­e (Sassuolo, Chievo e Lazio).

PRESUNZION­E. Finora la squadra rossonera era stata accusata di avere limiti mentali, di bloccarsi alla prima difficoltà. Ne aveva parlato anche Mihajlovic, riferendos­i alle scorie lasciate dalle ultime stagioni. Ma opportunam­ente nessuno ha tirato fuori l’argomento dopo lo 0-0 con il Carpi, che non poteva certo far tremare le gambe agli uomini del tecnico serbo. L’altra sera, semmai, il problema è stato quello di prendere sotto gamba l’avversario, pensando che un gol prima o poi sarebbe arrivato quasi per inerzia, piuttosto che aggredirlo come era accaduto con la Sampdoria. Che sarà stata tenera, ma comunque è stata stritolata in lungo e in largo. Già, ma questo Milan, composto da questi giocatori, può permetters­i di sottovalut­are il Carpi? La risposta è semplice: no. In pochi, nella rosa, hanno vinto qualcosa in carriera, dunque dovrebbero sempre dare il massimo per progredire, migliorare, andare avanti. Al contrario, si vede un Cerci che, dopo essersi preso la maglia da titolare e invece di lottare per convincere il Mian a riscattarl­o, torna alle vecchie abitudini e atteggiame­nti che lo avevano messo nel mirino dei tifosi.

FANTASMI. E’ vero che in tante, troppe partite, la squadra rossonera ha dato la netta sensazione di non avere un gioco e di non avere idea di cosa fare in campo. Ma in certi casi, tocca anche ai giocatori prendere in mano la situazione e trascinare i compagni che non ce la fanno. Il fatto è che al Milan mancano elementi del genere. Semmai, avviene il contrario. Ovvero che chi dovrebbe guidare si fa coinvolger­e dalla mediocrità di chi gli sta attorno. Un esempio? Bacca. Non segna dal 1° novembre (Lazio-Milan 1-3), la manovra per come si sviluppa non è in grado di innescarlo a dovere, ma il colombiano di suo cosa fa per farsi vedere dai compagni? Beh, nella ripresa contro il Carpi è letteralme­nte scomparso. E non è stato l’unico...

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ANSA Carlos Bacca

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