Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Garcia senza paura «Sapremo imporci»

- Di Roberto Maida ROMA

Una cena con Pallotta gli è bastata per capire che era vero: nessuno vuole mandarlo via. Forse Rudi Garcia già lo aveva percepito, o forse aveva bisogno di sentirselo ripetere. Fatto sta che ieri, prima di una partita decisiva, si è rivisto il comunicato­re scintillan­te e aggressivo dei periodi migliori. «E’ una serata senza ritorno - avverte - è come un derby. Non si gioca, si vince. E noi vinceremo». Vinceremo. Non: dobbiamo vincere. Non: daremo tutto. E’ finito il tempo degli 0-0, pure dialettici. Per stare tranquillo, Garcia deve battere il Bate Borisov. E promette che lo farà.

FUTURO. Alle domande più scomode reagisce con il sarcasmo: «La mia panchina scricchiol­a? Io guardo la panchina solo per pensare ai tre cambi da effettuare». E ancora: «Penso solo a passare il turno. Io sono un combattivo. Ho fiducia in questa squadra, in campo vedrete 11 lupi. Il resto non mi interessa». Lo sguardo ottimistic­o sul futuro della Roma dipende dal passato. Dal recente passato: «Un mese fa avevamo vinto il derby ed eravamo tutti belli e bravi. Non mi pare si

Rudi Garcia con il vice Fichaux prima della rifinitura

parli di un’altra epoca. Ora è tutto da buttare via». Si riferisce alle critiche dei tifosi, soprattutt­o: «Il mio compito è restare in equilibrio, non passare dall’euforia alla depression­e». Muove le braccia su e giù, per evidenziar­e il concetto in maniera inequivoca­bile: «La stagione è lunga, non siamo nemmeno alla fine del girone d’andata...».

CALO. Riconosce le difficoltà del momento, Garcia, però non drammatizz­a: «Abbiamo

perso due punti a Bologna, quando è stata una partita di pallanuoto, e due a Torino. Ce ne mancano quattro, è vero, e si vedono in classifica. Ma continuiam­o a produrre occasioni da gol. E questo non sarebbe possibile se non avessimo un gioco». E’ una precisazio­ne destinata a coloro che gli rimprovera­no proprio questo: la mancanza di schemi. «La ruota adesso non sta girando - aggiunge ma la società sta dimostrand­o di essere unita. Se siamo un gruppo di valore usciremo da questo momento. Dipende solo da noi spingere per rimettere le cose a posto. Sul rettangolo verde, l’unica cosa che conta davvero».

ISTINTO. Niente calcoli allora per andare avanti in Champions. Potrebbe persino bastare un pareggio ma... «Sbaglierem­mo atteggiame­nto se aspettassi­mo il risultato di Leverkusen. Dobbiamo fare la partita giusta e basta, puntando sulla nostra voglia. Che è immensa. Abbiamo dei problemi, qualche infortunio, ma i 18 che saranno scelti per questa notte daranno tutto quello che hanno dentro». Non vede la paura negli occhi dei suoi allievi: «Non vai a giocare con il pressing alto a Torino se hai paura. Noi lo abbiamo fatto per quasi tutta la partita. Chi dice che siamo molli si sbaglia. Ma adesso è inutile pensare perché non c’è nulla a cui pensare. Ci giochiamo il primo obiettivo stagionale e vogliamo raggiunger­lo, per essere a Nyon nel giorno del sorteggio degli ottavi di Champions League». La Roma non ci arriva da 5 anni, per Garcia invece sarebbe la prima volta in assoluto. Un motivo in più per andare avanti. Anzi due. La squadra di Garcia non sta brillando: è un dato oggettivo. Ma il Bate non è una montagna da scalare, soprattutt­o in trasferta. Nelle due uscite del girone ha sempre perso male: 3-0 contro il Barcellona, 4-1 contro il Bayer Leverkusen. I punti li ha conquistat­i in casa. L’1 handicap è proposto a 1.90.

Solito luna park? La difesa di Garcia offre poche garanzie

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