Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Garcia senza paura «Sapremo imporci»
Una cena con Pallotta gli è bastata per capire che era vero: nessuno vuole mandarlo via. Forse Rudi Garcia già lo aveva percepito, o forse aveva bisogno di sentirselo ripetere. Fatto sta che ieri, prima di una partita decisiva, si è rivisto il comunicatore scintillante e aggressivo dei periodi migliori. «E’ una serata senza ritorno - avverte - è come un derby. Non si gioca, si vince. E noi vinceremo». Vinceremo. Non: dobbiamo vincere. Non: daremo tutto. E’ finito il tempo degli 0-0, pure dialettici. Per stare tranquillo, Garcia deve battere il Bate Borisov. E promette che lo farà.
FUTURO. Alle domande più scomode reagisce con il sarcasmo: «La mia panchina scricchiola? Io guardo la panchina solo per pensare ai tre cambi da effettuare». E ancora: «Penso solo a passare il turno. Io sono un combattivo. Ho fiducia in questa squadra, in campo vedrete 11 lupi. Il resto non mi interessa». Lo sguardo ottimistico sul futuro della Roma dipende dal passato. Dal recente passato: «Un mese fa avevamo vinto il derby ed eravamo tutti belli e bravi. Non mi pare si
Rudi Garcia con il vice Fichaux prima della rifinitura
parli di un’altra epoca. Ora è tutto da buttare via». Si riferisce alle critiche dei tifosi, soprattutto: «Il mio compito è restare in equilibrio, non passare dall’euforia alla depressione». Muove le braccia su e giù, per evidenziare il concetto in maniera inequivocabile: «La stagione è lunga, non siamo nemmeno alla fine del girone d’andata...».
CALO. Riconosce le difficoltà del momento, Garcia, però non drammatizza: «Abbiamo
perso due punti a Bologna, quando è stata una partita di pallanuoto, e due a Torino. Ce ne mancano quattro, è vero, e si vedono in classifica. Ma continuiamo a produrre occasioni da gol. E questo non sarebbe possibile se non avessimo un gioco». E’ una precisazione destinata a coloro che gli rimproverano proprio questo: la mancanza di schemi. «La ruota adesso non sta girando - aggiunge ma la società sta dimostrando di essere unita. Se siamo un gruppo di valore usciremo da questo momento. Dipende solo da noi spingere per rimettere le cose a posto. Sul rettangolo verde, l’unica cosa che conta davvero».
ISTINTO. Niente calcoli allora per andare avanti in Champions. Potrebbe persino bastare un pareggio ma... «Sbaglieremmo atteggiamento se aspettassimo il risultato di Leverkusen. Dobbiamo fare la partita giusta e basta, puntando sulla nostra voglia. Che è immensa. Abbiamo dei problemi, qualche infortunio, ma i 18 che saranno scelti per questa notte daranno tutto quello che hanno dentro». Non vede la paura negli occhi dei suoi allievi: «Non vai a giocare con il pressing alto a Torino se hai paura. Noi lo abbiamo fatto per quasi tutta la partita. Chi dice che siamo molli si sbaglia. Ma adesso è inutile pensare perché non c’è nulla a cui pensare. Ci giochiamo il primo obiettivo stagionale e vogliamo raggiungerlo, per essere a Nyon nel giorno del sorteggio degli ottavi di Champions League». La Roma non ci arriva da 5 anni, per Garcia invece sarebbe la prima volta in assoluto. Un motivo in più per andare avanti. Anzi due. La squadra di Garcia non sta brillando: è un dato oggettivo. Ma il Bate non è una montagna da scalare, soprattutto in trasferta. Nelle due uscite del girone ha sempre perso male: 3-0 contro il Barcellona, 4-1 contro il Bayer Leverkusen. I punti li ha conquistati in casa. L’1 handicap è proposto a 1.90.
Solito luna park? La difesa di Garcia offre poche garanzie