Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Mou si gioca tutto contro il Porto
«Sono l’uomo giusto per uscire dalla crisi». Pronto l’esonero se il Chelsea non passa il turno
Chissà se lunedì prossimo a Leicester, contro la capolista della Premier League, ci sarà ancora José Mourinho seduto sulla panchina del Chelsea. Tutto dipende dal risultato di questa sera. Appuntamento allo Stamford Bridge. Per una sfida spareggio contro il suo passato, per restare in Champions, ma soprattutto salvare la panchina: il futuro di Mourinho dipende dai prossimi 90' contro il Porto. Questa sera c'è in palio il passaggio agli ottavi: al Chelsea basterà un punto per assicurarsi la qualificazione. Ma in caso di sconfitta, e contemporanea vittoria della Dinamo Kiev (contro il Maccabi Tel-Aviv), i Blues finirebbero in Europa League. Un declassamento di rango che con ogni probabilità costerebbe l'esonero al portoghese. Perché la Champions League è ormai l'unico obiettivo stagionale dopo l'abdicazione del titolo di Premier League dopo appena 15 turni (e otto sconfitte). Quattro mesi di pessimi risultati che però non hanno scalfito la fiducia del tecnico portoghese. «Sono ottimista perché sento che i giocatori vogliono questa qualificazione - le parole di Mourinho alla vigilia - La proprietà (Roman Abramovich, ndr) mi ha dimostrato fiducia già due volte, quando mi ha richiamato e quando, la scorsa estate, mi ha rinnovato il contratto per altri quattro anni. I risultati sono importanti, e in questo momento sono molto negativi, ma la proprietà sa chi sono e cosa ho fatto per questo club. E sa sono la persona giusta per risolvere questa situazione. I cattivi risultati possono essere letti in maniera diversa, non sono responsabilità di una sola persona». A difesa della porta lusitana ci sarà Iker Casillas, uno dei tanti nemici che Mou ha collezionato in carriera. «Casillas è il giocatore con più presenze in questa competizione, io tra gli allenatori sono dietro a Sir Alex Ferguson e pochi altri. Per me è una partita in più, una partita un po' diversa perché nonostante si giochi nella fase a gironi in realtà vale come uno scontro diretto». Non è più tempo di polemiche, piuttosto di capire come ritrovare la via del gol (due nelle ultime cinque gare domestiche). Sotto accusa Diego Costa, quattro gol questa stagione, appena sette da febbraio. «I numeri sono numeri, per intensità, possesso palla e occasioni da rete non siamo mai stati meglio. Eppure non segniamo, e diventa tutto più difficile». Un periodo nerissimo, senza precedenti in carriera («Ma mi sono scoperto più forte di quanto pensassi, continuo ad avere grandissime motivazioni anche nelle difficoltà») che ha in Antonio Conte - almeno secondo i rumors inglesi - il suo fantasma, il candidato più probabile per la successione. Mou non commenta e incassa di buon grado la solidarietà di un monumento del calcio britannico, Sir Alex Ferguson: «Sarebbe un'idiozia esonerare Mourinho, è uno dei migliori al mondo». Sarà così, ma il credito pare esaurito e non ci sono più alibi: o ottavi o licenziamento.
Ferguson si schiera: «Cacciarlo sarebbe davvero un’idiozia è tra i migliori di tutto il mondo»