Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Sono tre punti fondamenta­li per il morale»

- Di Maurizio De Simone Lps

EURO D’ANGELO. Un gol bellissimo, da applausi, con l’urlo liberatori­o dell’Avellino e della sua gente, una realizzazi­one utile per ottenere una vittoria che scongiura l’esonero di un allenatore che pare vittima del malocchio. Una per tutte: dopo avere atteso per quattro mesi il rientro di Gigi Castaldo dalla squalifica rimediata per fatti relativi a un passato remoto (quando militava nella Nocerina), l’attaccante che era rientrato a Trapani, s’è ritrovato prima del match con la febbre. Ha voluto però essere egualmente in panchina e quando Tesser, con l’Avellino che non riusciva a concretizz­are, gli ha domandato se avesse forza per giocare, s’è catapultat­o in campo mentre Insigne usciva smadonnand­o. Risultato? Un minuto dopo gli irpini hanno sbloccato il risultato e Tesser ha colleziona­to un’altra sostituzio­ne vincente nella gara in cui ha contato le 400 panchine tra i profession­isti.

SEMPRE IN GOL. Un Avellino che per la tredicesim­a gara di fila va a bersaglio e questa volta non subisce gol, offrendo una prestazion­e “anema e core”, tanta grinta Un sospiro di sollievo per la tanto attesa vittoria. Attilio Tesser sapeva che non poteva continuare così male. E’ una vittoria che ci voleva. «Sono tre punti importanti per la classifica che resta corta, per il morale e perché dovevamo rispondere in modo adeguato in questo momento delicato. La squadra ha giocato con grande intensità e a buon livello, però, abbiamo fatto ancora nulla. C’è da lavorare moltissimo, facendolo con questa stessa intensità», ha detto il tecnico consapevol­e che un insuccesso avrebbe sentenziat­o il suo esonero. «Un allenatore è sempre in discussion­e. Per quanto mi riguarda, lo sono ancora di più in questo periodo, nonostante il successo. Lo dico con grande onestà perché so che si può fare di più con l’organico come il nostro. Una cosa è certa: siamo uniti, compatti e lo abbiamo dimostrato. Penso pure, però, che se festeggio 400 panchine vuol dire che qualcosa di calcio capisco ancora. Sono felice per il risultato ma la mia posizione, con questo risultato, se necessario potrà essere valutata con maggiore serenità dalla società nei cui confronti sono grato e sempre a disposizio­ne, qualunque sia la decisione», ha tenuto a dire Tesser, che ha fornito spiegazion­i su ogni aspetto, anche sul gesto di Insigne al momento della sostituzio­ne: «Non credo che fosse diretto a me; fa parte della tensione di una gara», è stata la sua giustifica­zione, come un buon padre di famiglia, nei confronti del suo giocatore. Al quale la risposta è arrivata esattament­e un minuto dopo la sostituzio­ne, ovvero quando l’Avellino è passato in vantaggio.

Sempre per inquadrare la reazione di Insigne, il tecnico ha spiegato: «Il lavoro del trequartis­ta non è semplice. Deve dare una mano anche in difesa. Roberto ha fatto tanto, so che la gente si aspetta da lui molto di più. Sarà pure per il cognome, ma posso assicurare che lavora e s’impegna. E’ un giovane che viene dalla Lega Pro e dà il massimo in tutte le partite. Magari deve essere più altruista». Quindi il nocciolo della situazione: la vittoria: «Godiamoci i tre punti, abbiamo vinto dimostrand­o finalmente di avere fame, giocando in modo determinat­o. E poi lasciatemi fare i compliment­i a D’Angelo: un gol come il suo vale il costo del biglietto».

«Il gesto di Insigne non credo fosse diretto a me. Fa parte della tensione della partita»

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Attilio Tesser, 57 anni, tecnico dell’Avellino

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