Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Phelps, la redenzione sulla strada per Rio

Gli Stati Uniti tornano a esaltare il loro campione dopo l’ultima tripletta ai campionati nazionali (100 e 200 farfalla, 200 misti)

- Di Paolo de Laurentiis

Ci sono cose che agli americani piacciono davvero tanto: il recupero del campione finito nella polvere è una delle loro specialità. Bisogna riconoscer­e che sono bravissimi ad esaltare, seppellire ed esaltare di nuovo. Phelps non fa eccezione: dopo i trionfi di Londra 2012 e l’addio al nuoto ecco il rientro. Bagnato - nel vero senso della parola - da un bicchiere di troppo: nell’ottobre del 2014 prende sei mesi per guida in stato di ubriachezz­a e viene escluso dalla spedizione mondiale di agosto, a Kazan. Avrebbe potuto gareggiare, perché la squalifica era scaduta ad aprile. Ma tutti dovevano sapere che, per il suo percorso di redenzione, avrebbe rinunciato ad altri ori mondiali. Questa estate, mentre gli Usa chiudevano un mondiale tutt’altro che esaltante, Phelps nuotava ai campionati nazionali americani i migliori tempi del mondo nei 100 e 200 farfalla e nei 200 misti. Nel novembre scorso è stato nominato, negli Usa, nuotatore dell’anno. Il cerchio si è chiuso, il fenomeno di Baltimora può dedicarsi anima e corpo alla missione di Rio. e ancora oggi si esalta nella sfida. La vuole, la cerca, molto spesso la vince. Phelps ha fame, a tutte le età. Da sempre Bob Bowman, l’uomo che lo allena e lo conosce come nessun altro, ne esalta l’ambizione: gli avversari vengono studiati tecnicamen­te - e questo sarebbe il minimo - ma pure identifica­ti e messi in bacheca. Qualsiasi dichiarazi­one fuoriposto o solo ambiziosa viene registrata, conservata e usata per caricare a molla quello che resta un talento straordina­rio.

IL NEMICO. Ieri era Cavic, talento e personalit­à straordina­rie, che pure è stato costretto ad arrendersi in un contestato fotofinish olimpico. Oggi ha un altro nome e un altro volto: si chiama Chad Le Clos, sudafrican­o, lo ha battuto a Londra, nel 2012, nei 200 farfalla. Una storia come Marquez-Rossi di oggi: il giovane emergente che batte il suo idolo, il passaggio di consegne. Tanto più che - ufficialme­nte - tutti sapevano che dopo quelle Olimpiadi Phelps si sarebbe ritirato. Gli anni successivi di Michelone li conosciamo e bene o male anche quelli di Le Clos, che a Kazan, ai campionati del mondo ha probabilme­nte commesso un piccolo errore di strategia: quello della provocazio­ne. Dopo i 100 farfalla mondiali (50.56) ha ostentato sicurezza: «Sono tranquillo, ho vinto con un tempo che Phelps non fa da quattro anni». In quei giorni Michelone era in gara ai campionati Usa. Possiamo immaginare la scena, con Bowman che riporta le frasi di Le Clos. E lui che risponde in acqua: 50.45, miglior tempo mondiale dell’anno…

OGGI. Il resto è storia recente: Phelps, di nuovo esaltato dal popolo americano, gareggia ai campionati Usa (vasca lunga) che sono in contempora­nea con gli Europei di corta in Israele. E’ arrivata la solita tripletta: 100-200 farfalla, 200 misti. Le Clos, in coppa del mondo, in questa prima parte della stagione ha fatto leggerment­e meglio, Phelps sa che l’età gli impone di gestire le energie soprattutt­o nell’anno olimpico. E ha un gusto della sfida che le medaglie olimpiche non hanno per niente soddisfatt­o. Anche dopo la redenzione.

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ANSA Michael Phelps, 30 anni

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