Nel 2007 l’esplosiva Spy Story

La denuncia della Mercedes a Ben Hoyle - ma in realtà qualsiasi episodio riguardante episodi di spionaggio in Formula 1, riporta con la mente alla Spy Story. I precedenti sono tanti ma quella con le “esse” maiuscole è una: la vicenda avvenuta nel 2007 e che vide coinvolte la Ferrari come parte lesa, e la McLaren. Un intrico di rivelazioni, denunce, delazioni, ritrattazioni e confessioni che sarebbe bastato e avanzato per la trama di un film.

In giugno la Ferrari si scoprì che Nigel Stepney - ex capomeccanico di Maranello, poi morto nel 2014 in un incidente stradale - indispettito da una mancata promozione aveva passato circa 780 pagine fotocopiate dei progetti della monoposto Ferrari all’amico Mike Coughlan, capo progettista della McLaren. Questi ne aveva approfittato, utilizzando dettagli tecnici successivamente provati sul simulatore di Woking. La vicenda, emersa dopo un tentativo fallito di sabotaggio di Stepney a Montecarlo - aveva cercato di introdurre una polvere bianca nei serbatoi delle Rosse di Raikkonen e Massa per causarne il grippaggio del motore - si era conclusa con una multa di 100 milioni di dollari per la McLaren, la cancellazione di tutti i punti guadagnati nel Mondiale costruttori - ovviamente con ricaduta economica sul mancato incasso dei relativi bonus - e il divieto di sviluppare tre aree tecniche della monoposto, direttamente interessate dai progetti fotocopiati.

I piloti della McLaren, Fernando Alonso e Lewis Hamilton, si salvarono, ma dopo aver ricevuto dal presidente della Fia, Max Mosley, una lettera in cui venivano minacciati di ritiro della superlicenza in caso di mancata collaborazione. Alonso fornì la prova definitiva per la condanna della McLaren ecco perché il suo ritorno a Woking non è stato scontato, né indolore per Dennis - e anche Hamilton offrì il suo contributo alle indagini, precisando di essere rimasto all’oscuro di tutto.

L’episodio più clamoroso in F.1: 780 fotocopie, un tentato sabotaggio, 100 milioni di multa