Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Llorente, che beffa Allegri è secondo
I bianconeri steccano l’ultima e perdono il primato Gol dell’ex, traversa di Dybala, due errori di Morata
Tutto quello che Allegri non voleva è capitato ieri sera a Siviglia. La Juve ha perso la prima partita del girone e soprattutto il primo posto che avrebbe significato tre pensieri in meno (Real, Bayern e Barcellona) nel sorteggio degli ottavi. Quel primo posto è andato al Manchester City, battuto due volte su due dai campioni d’Italia e questo particolare non consola, ma aggiunge il sapore della beffa.
La Juve ha perso sbagliando il secondo tempo, dopo 45 minuti fatti bene con occasioni da gol sciaguratamente fallite da Morata. E’ diminuita la sua forza, mentre il Siviglia ha raddoppiato le energie prendere almeno il posto nella sua Coppa, l’Europa League. E solo quando Fernando Llorente, l’ex più atteso dagli andalusi, ha colpito a suo modo, la Juve è tornata sotto sfiorando il pareggio con la traversa di Dybala. Ma in quel secondo tempo troppe cose non hanno funzionato.
AVVIO BIANCONERO. La Juve è entrata subito sulla scena e ne è diventata protagonista. Cinque minuti per costruire la prima palla-gol, un altro ancora per far capire al Siviglia che non sarebbe stata un’avversaria accomodante, nonostante le notizie che intanto arrivavano da Manchester dove il City, in quel momento, era sotto col Borussia. La Juve attaccava al centro e sugli esterni, appoggiandosi sul più giovane in campo, Paulo Dybala, che aveva trovato subito la posizione e acceso i suoi special. Più di Marchisio, più di Pogba, era lui a dare personalità alla squadra.
BUFFON. Per venti minuti la Juve è stata padrona della partita. Il gioco nasceva senza intoppi, con l’equilibrio di Marchisio, con Alex Sandro che sfondava a sinistra e con gli spunti di Dybala. Il Siviglia stava cercando se stesso. Sa di non essere debole come dicono le classifiche della Liga e della Champions e cercava di far pesare un valore che sarebbe riesploso nella ripresa. Quando c’è riuscito anche nel primo tempo, prendendo per un attimo il sopravvento sulla solida difesa della Juve, ha trovato Buffon che in un attimo ha respinto i tiri del suo amico Llorente e di Konoplyanka. La terza prodezza di Gigi (su colpo di testa ancora di Llorente) arriverà dopo un errore che Morata ricorderà chissà per quanto tempo: la difesa andalusa si è scoperchiata di fronte a un lancio lungo di Bonucci, testa-assist di Dybala, Morata davanti alla porta ha toccato, non si sa come, la palla fuori. Lo spagnolo aveva sbagliato già un paio di buone occasioni, era la sua chance ed è diventata la sua condanna.
IL COLPO DELL’EX. Alla Juve era mancata un po’ di precisione nelle ripartenze, trovava una certa facilità a recuperare palla, ma non sempre Pogba e Sturaro davano all’azione i riferimenti necessari. Il secondo tempo si è subito presentato più difficile del primo per i campioni d’Italia: in attacco Morata, dopo aver sbagliato quel gol colossale, era scomparso, mentre Dybala stava cominciando a fare i conti con le sue cinque partite a fila da titolare. Dall’altra parte il Siviglia aveva alzato il ritmo, Banega faceva scorrere il gioco dai suoi piedi trovando sempre la sponda di Llorente che avrebbe segnato il gol del vantaggio alla sua maniera: angolo di Konoplyanka, Fernando ha retto il corpo a corpo con Barzagli, è saltato più alto di lui e ha messo la palla sul palo opposto.
LA TRAVERSA. Con la valanga di infortunati rimasti a casa, in panchina la Juve aveva solo cinque giocatori, appena due del gruppo della prima squadra e Allegri ha scelto Cuadrado per cercare il pareggio. Avrebbe avuto bisogno di altri cambi, almeno di un centrocampista perché in quel settore c’erano delle difficoltà serie. Riemergendo dalla sua fatica, Dybala ha provato il colpo del campione, un sinistro da fuori area che ha frantumato la traversa di Rico, autore poco dopo di una paratona su Pogba e di un’altra fantastica e decisiva su Morata, finito proprio nel suo Paese in una serata terrificante. La Juve prima del gol di Llorente aveva mollato, con un inatteso cambio di marcia (in meno) fra il primo e il secondo tempo. Il Siviglia era tornato quello vero e la Juve non se n’era accorta.