Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
La Russia
«Stiamo lavorando per rinnovare e ridare credibilità all'atletica, la cui immagine è stata fortemente incrinata dai recenti casi di corruzione che hanno coinvolto il laboratorio antidoping di Mosca e alcuni dirigenti federali. Come? Anche con l'azzeramento dei record mondiali, alcuni dei quali sono datati e... inavvicinabili».
Anna Riccardi, al terzo mandato di membro del Council Iaaf (rieletta col maggior numero di voti lo scorso agosto), anticipa alcune delle misure, anche “non convenzionali”, allo studio della nuova Federatletica mondiale guidata ora da lord Sebastian Coe per rilanciare la regina degli sport olimpici.
La dirigente romana, 56 anni, è in prima linea sul fronte delle riforme volute da Coe. Unica donna italiana a ricoprire una carica elettiva nelle 28 federazioni internazionali olimpiche, è anche responsabile della preparazione Olimpica del Coni dopo aver diretto per anni il Golden Gala in seno alla Federatletica. E il prossimo anno sarà anche la prima donna delegato tecnico Iaaf ai Giochi di Rio. Il 13 novembre, quando la Iaaf ha sospeso sine die la Federatletica russa (Araf ), la Riccardi è stata nominata da Coe nella commissione che dovrà guidare le riforme a Mosca in un processo che si preannuncia difficile e complicato per le ingerenze politiche sulle strutture sportive così come denunciato dal rapporto investigativo della Wada.
Una corsa contro il tempo per riammettere l'atletica russa in tempo per Rio, «ma che non potrà essere un'operazione di facciata». Nella Iaaf c'è la consapevolezza di dover intervenire subito, anche per difendere i tanti atleti puliti, ma anche per gettare le basi di una riforma che possa rigenerare questo sport dalle sue fondamenta. Quindi, non solo pulizia e trasparenza nei programmi antidoping, ma anche una nuova governance federale, così come auspicato anche dal Cio; nuove regole tecniche e un calendario più agile e razionale (da una settimana la Riccardi siede con Coe anche nel board del circuito della Diamond League). Fino alla traumatica iniziativa di archiviare tutti i record.
Dai 400 della Koch agli 800 della Kratochvilova, per non parlare del fantascientifico 10"49 di Flo Griffith sui 100, sono limiti impossibili. Ma la misura di azzerare i record non le sembra estrema? «Già alla vigilia del 2000 ci fu una proposta tedesca che tendeva all'anno zero, ma il Congresso la bocciò. Una misura che le ultime vicende hanno riportato d'attualità, sulla quale sta studiando un gruppo di lavoro della Iaaf chiamato a riformare anche altri aspetti tecnici e organizzativi».
Perché ritiene che oggi una misura così clamorosa possa riscuotere più consensi? «Le ultime vicende in cui è stata coinvolta l'atletica sono viste come una grande opportunità di riformare un sistema storicamente ancorato alle sue tradizioni. Non so se ripartire con record nuovi sarà una cosa fattibile, ma qualcosa andrà pur fatto visto che alcune prestazioni risalgono a più di trent’anni fa. Quanti giovani che scelgono l'atletica oggi possono legittimamente aspirare a frantumare un record
del mondo?».
Quando si potrebbe arrivare all'anno zero dell'atletica? «Non prima di due stagioni, visto che qualunque proposta in materia dovrà essere votata dal congresso cui votano le 213 federazioni nazionali. La prima occasione sarà a Londra nel 2017».
Una riforma che non riguarderà però solo i record. «Infatti c'è la consapevolezza di accelerare su alcune norme tecniche, evitando però di essere travolti dai tanti problemi all'ordine del giorno».
«Nel salto in lungo la misurazione sarà effettiva Stop alle “lepri” nel mezzofondo»
Ci faccia un esempio. «Da tempo c'è allo studio in Svezia una vera rivoluzione nel salto in lungo, in cui la misurazione sarà quella effettiva, non più dall'asse di battuta. Una sorta di "salto libero"».