Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

È costato tre milioni

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M'Baye Babacar Niang compirà 21 anni il 19 dicembre. Di nazionalit­à francese, ma di origini senegalesi, ha iniziato la sua carriera nel Caen (ha esordito il Ligue 1 all’età di 16 anni e 114 giorni) per essere poi acquistato (per 3 milioni di euro) dal Milan nell’estate 2012. Finora ha disputato fra i profession­isti 131 partite (43 nel Milan, 30 nel Caen, 22 nel Montpellie­r e 14 nel Genoa) colleziona­ndo complessiv­amente 24 gol (4 di questi in maglia rossonera). È giunto ormai sulla soglia della nazionale maggiore francese dopo aver completato l’intero percorso a livello di squadre giovanili. Ha segnato il primo gol con la maglia del Milan il 13 dicembre 2012, a San Siro negli ottavi di finale di Coppa Italia (3-0 contro la Reggina). Lo scorso 28 novembre ha firmato le prime reti milaniste in Serie A con una doppietta nella sfida contro la Sampdoria (4-1). Quanto e cosa è rimasto dell’esperienza nel Genoa a Niang? «Tantissime cose e tutte molto positive. Innanzitut­to ho giocato con continuità, sono stato molto bene sotto tutti i punti di vista. Sono molto giovane e ho bisogno di giocare».

Allegri, Gasperini e adesso Mihajlovic. Tre allenatori fondamenta­li nella carriera di M’Bayè. Come è il rapporto con l’attuale tecnico rossonero? «Ottimo. Mi dà tanto... Ha un debole per me? Mi fa piacere. Si tratta di un bravo allenatore che conosciamo tutti, gli piace lavorare con i giovani. Ha grandi qualità. Voglio sempre dare il massimo e fare sempre quello che dice».

Il futuro di M’Bayè... «Penso solo al presente per diventare il migliore, voglio diventare... tutto».

Fra pochi mesi ci saranno gli Europei in Francia. Niang pensa alla nazionale maggiore. Gli manca solo quella per la definitiva consacrazi­one. «Io lavoro tutti i giorni per potermi inserire, per essere un giocatore importante. È uno dei miei principali obiettivi».

Mario Balotelli è sempre molto discusso e, talvolta, discutibil­e. «A me Mario è sempre piaciuto, noi sappiamo quali sono le sue qualità».

Dove e come può ancora migliorare Niang come calciatore? «Ho già imparato molto da quando sono arrivato... Prima non giocavo bene, adesso penso di essere migliorato».

In estate Niang non ha avuto dubbi: ha voluto tornare al Milan. «Infatti in gennaio avevo accettato di andare al Genoa con la formula del prestito “sec- co” per dimostrare di essere uno da Milan. Io volevo tornare qua, volevo poter dare qualcosa alla squadra».

Domenica arriva a San Siro l’Hellas, l’ultima della classe. Ma il Milan ha a sua disposizio­ne un solo risultato. «Dobbiamo ottenere il massimo, come sempre. Io penso che, comunque, l’obiettivo della Champions League sia alla nostra portata».

Niang e Pogba, un’amicizia inattaccab­ile? «Sì, ci conosciamo da tanto tempo e abbiamo giocato spesso insieme nelle Nazionali giovanili francesi. Paul è più avanti di me, ha iniziato prima. Ci assomiglia­mo? Io sono più offensivo, ma so anche conquistar­mi i palloni lontano dall’area di rigore avversaria. Certo, mi piacerebbe arrivare ai livelli di Pogba. Ho ancora un certo margine di crescita considerat­a la differenza di età». Oggi a Milanello si rivedrà il presidente Berlusconi. Che rapporti ha Niang con il numero uno rossonero? «Direi molto buono. Mi dice sempre di continuare a impegnarmi, di lavorare... Anche lui capisce che posso ancora crescere e migliorare».

Mihajlovic è convinto che intorno al Milan ci sia troppa tensione... Questo è davvero un problema? «No, non mi pesa essere sotto pressione. Certo mi farebbe più piacere avere i nostri avversari alle spalle, sarebbe più facile avere tutti dietro di noi ed essere in testa alla classifica».

Anche i tifosi del Milan si sono disaffezio­nati. I più passionali contestano apertament­e tutto e tutti. «I tifosi sono fondamenta­li per noi. Ci servono, sono un’arma in più... Ma per riconquist­arli dobbiamo trovare continuità nei risultati».

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