Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Inter bulldozer a Udine Mancini prova la fuga
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In fuga per una notte. In attesa dei big match di oggi, l’Inter ha centrato al Friuli la sesta vittoria (sempre senza subire gol) nelle ultime sette gare e si è portata a +4 sulla Fiorentina e a +5 sul Napoli. Se i nerazzurri volevano lanciare un messaggio in chiave scudetto, ci sono riusciti. Soprattutto perché hanno conquistato i tre punti in un match complicato, nel quale l’Udinese paradossamente ha giocato meglio almeno nei 45' iniziali, chiusi dai bianconeri sotto per 2-0 complici gli errori difensivi che hanno spalancato la via del gol a Icardi e a Jovetic. Questa Inter
però è terribilmente solida e concreta e, anche in una serata nella quale ha sofferto l’inferiorità numerica a centrocampo e il maggior ritmo degli avversari che nella prima mezz’ora si inserivano con facilità allargando il gioco sugli esterni, è riuscita a confermarsi squadra da trasferta con la quinta affermazione lontano dal Meazza. Nessuno finora ha fatto meglio. Rispetto alla scorsa stagione Mancini ha plasmato una formazione con un’anima, capace di resistere alle difficoltà, di soffrire, di non subire gol (per l’undicesima volta in 16 giornate) e di vincere. In un campionato tosto ed equilibrato come quello italiano sono caratteristiche che valgono
ambizioni da titolo.
CHE ERRORI. L’Udinese, che in casa non perdeva dal 22 settembre (ko 3-2 con il Milan) e che non aveva subito reti nelle ultime 3 occasioni, si è fatta male con le sue mani regalando di fatto sia l’1-0 a Icardi (retropassaggio sbagliato di Bruno Fernandes con l’attaccante nerazzurro che si è inserito e in diagonale ha fatto secco Karnezis) sia il 2-0 a Jovetic (goffo errore di Domizzi). Hanno pesato tremendamente le assenze dietro di Heurtaux, Danilo e Felipe e di fatto quello che i bianconeri hanno creato in attacco lo hanno distrutto con strafalcioni nella loro metà campo. Difficile per gli uomini di Colantuono pensare di evitare la seconda sconfitta consecutiva a dispetto della buona personalità mostrata nella prima mezzora quando l’Inter è stata spesso costretta sulla difensiva e Handanovic ha dovuto fare gli straordinari su Di Natale, titolare in A dopo oltre 40 giorni, e Thereau, spesso difficile da marcare perché capace di abbinare fisico, tecnica e idee chiare nei movimenti. Visto lo schieramento molto offensivo scelto da Mancini, un 4-2-3-1 (che si trasformava in 4-4-2 con il movimento continuo di Jovetic, Ljajic e Perisic) utilizzato finora solo nelle gare casalinghe, Di Natale e soci sono stati bravi a costruire la manovra da dietro e a creare pericoli sfruttando le corsie laterali. Hanno dato l’impressione di avere più gamba e di creare pericoli con un’inaspettata facilità, ma il loro harakiri è stato memorabile. Hanno permesso a Icardi e Jovetic di festeggiare il gol nella stessa partita (i due non c’erano mai riusciti fino a ieri) e nel finale hanno... completato il loro suicidio sportivo con l’errore (di Lodi) sul 3-0 ancora di Icardi, alla prima doppietta stagione e ora a quota 6 centri. Brozovic ha messo la parola fine con il 4-0 proprio come aveva fatto contro il Frosinone, una rete di grande bellezza che ha confermato le doti del croato non a caso cercato dalla Premier League.
CAMBI MODULO. Colantuono, che contro Mancini non ha mai vinto, è stato punito forse oltre i suoi demeriti. Perché quando giochi contro la capolista con tante assenze importante, è inevitabile rischiare la figuraccia. Il tecnico dei friulani nella ripresa ha provato a giocarsi il tutto per tutto passando al 4-3-1-2, ma sulla sua strada ha trovato un ottimo Handanovic e un Mancini che ha anestetizzato l’incontro con il 4-33 (dentro Brozovic) e poi con il 3-5-2 (spazio a Juan Jesus). A quel punto però l’incontro era già concluso e l’Inter in fuga.