Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Paulo Sousa: Testa, cuore e coraggio ecco come si vince
Testa, cuore, coraggio e ambizione. Paulo Sousa ci mette tutto il suo orgoglio alla vigilia della gara contro la Juventus. Lui, l'allenatore che prima ancora di mettere nero su bianco l'accordo con la Fiorentina, sui muri davanti allo stadio, era stato definito "gobbo", in pochi mesi è diventato il condottiero. Nel nome di Paulo. Firenze lo segue, convinta che la sua sia la strada giusta per continuare a sognare e, magari, conquistare finalmente il primo trofeo dell'era Della Valle. «Servirà una Fiorentina più coraggiosa che accorta, che giochi con personalità, con testa e cuore - ammette - Io in futuro ad allenare la Juventus? Per il momento non ho mai pensato a nessuna squadra: sono felice di essere qui e di dare voglia e grinta alla città e ai questi tifosi». Non teme nemmeno i fischi dello Stadium, lui che in bianconero ha sì vinto una Champions ma ne ha sfilata anche una l'anno dopo colDortmund.«Ovunquesonostatoho ricevuto rispetto. Mio papà mi ha insegnato l'orgoglio: di questo insegnamento ne vado fiero».
CINQUE PUNTI IN PIU'. Non si lascia distrarre da niente e resta con i piedi per terra: «Purtroppo incontriamo una Juve in salute, sarebbe stato meglio affrontarla prima, e rispetto a loro abbiamo avuto due giorni in meno per preparare questa partita, però andiamo a Torino con 5 punti in più e l'obiettivo di essere protagonisti». La Juventus l'ha studiata attentamente: «A volte le squadre, quando sono obbligate a vincere e rincorrono i risultato sono poco lucide, ma questo non è il caso della squadra di Allegri». E poi ancora: «Ho sempre detto che la Roma, per me, era la formazione più equilibrata e lo credo ancora. La Juve, invece, da quando ha ritrovato i risultati e la condizione fisica è il club migliore nel difendere. Ecco perché dovremo avere un ritmo alto per reggere la gara e, a tratti, dovremo dominare per vincere. In ogni momento della partita sanno cosa fare e gestire i tempi: ecco perché sono forti».
NEL SEGNO DELL'ORGOGLIO. E la Fiorentina? «Possiamo competere con i migliori comportandoci come sempre da protagonisti». E servirà più prudenza o più coraggio? «Coraggio. Tutte le mie decisioni sono state costruite per sostituire la prudenza e la paura con l'ambizione e l'audacia. Abbiamo intrapreso un percorso nel segno dell'orgoglio e faremo di tutto per rafforzarlo. Per noi e per la gente». Già, i tifosi. «L'alchimia che si è formata è bellissima. I nostri valori si identificano con i loro». La strada verso la perfezione tecnico-tattica è solo all'inizio: «Cali di concentrazione? Tante volte sono stati gli avversari a metterci in difficoltà, altre è stata questione di dettagli, come accaduto con Napoli». Chiusura sullo scudetto: «Noi lavoriamo su un solo obiettivo, essere protagonisti. Gli arbitri? La qualità dei direttori di gara è decisiva. Noto che spesso, società o colleghi, cercano di mettere pressione, ma io penso solo a far sì che la mia squadra sia protagonista». Con testa, cuore, coraggio e ambizione.
«Dobbiamo giocare per noi e per la gente Allenare la Juve in futuro? Non ci penso Felice di essere qui»