Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Il presidente sul sorteggio: «Non voglio pensare al 2004, sono sicuro che faremo bene»
Svezia poi ci buttò fuori dall’Europeo con il famoso biscotto con la Danimarca, ma Ibrahimovic non ha più segnato contro l’Italia né contro Buffon, che ha sfidato in cinque gare in serie A dopo averci giocato al fianco. Il ct svedese Erik Hamren ragiona sul gruppo che gli è capitato ed elogia gli azzurri, quasi a esorcizzarli: «E’ un girone eccitante, giochiamo contro i primi nel ranking mondiale, il Belgio, e contro i numeri uno del mio personale ranking, l’Italia. Gli azzurri per storia e forza di squadra sono un esempio per tutti. Noi ci giocheremo il terzo posto con l’Irlanda». Sulla sua squadra, invariabilmente Ibra-dipendente, Hamren allarga il discorso: «Ma la Svezia non è solo Ibra, lui è fortissimo, è il finalizzatore, ma noi siamo un team, ci sono 10 ragazzi che lavorano duro per lui e
TALENTI BELGI. Con il Belgio ci conosciamo benissimo, non solo per la recentissima amichevole di Bruxelles a metà novembre: vittoria belga ma Italia tutt’altro che male nel vecchio Heysel, in una giornata dedicata alla memoria delle vittime del 1985. Marc Wilmots è il ct vallone dei Diavoli Rossi, ben cosciente di avere a disposizione forse la generazione più forte della storia del Belgio, che in Brasile due anni fa, dopo un girone a punteggio pieno, uscì solo nei quarti per 1-0 all’Argentina poi finalista: «E’ un girone duro. L’Irlanda dovremmo batterla e credo che lo stesso valga per la Svezia. La nostra partita più difficile sarà la prima, che giocheremo contro l’Italia. E, visto che sicuramente passano le prime due, penso che le favorite siano Belgio e Italia. La prima partita contro gli azzurri sarà decisiva, perché chi prende tre punti all’altra farà un passo in avanti importantissimo. Sapevamo che dovevamo evitarla, l’Italia, ma ormai c’è e proveremo a batterla, il Belgio può battere chiunque». I giornali belgi lo definiscono il girone della morte: «Non esistono queste definizioni... E comunque non credo che nemmeno l’Italia sia molto felice di incontrarci. Dovremo andare forte, prepararci bene per essere pronti a un inizio a tutta». Il capitano del Belgio e del Manchester City, il difensore Vincent Kompany ha commentato: «Un gruppo difficile ma bellissimo per noi. L’atmosfera in queste partite sarà incredibile».
Mentre Platini sta lottando come può per non veder crollare il sogno della sua vita politica, la conquista della poltrona di presidente della Fifa, la corsa al dopo Blatter è entrata nel vivo da tempo. L’affaire che sta bloccando l’ascesa di roi Michel ha lasciato campo libero ai vari pretendenti al ruolo di numero uno: i cinque candidati ufficiali sono Gianni Infantino, segretario generale Uefa, il Principe giordano Ali Al Hussein; Sheikh Salman Bin Ebrahim Al Khalifa del Bahrein;
Carlo Tavecchio
Jerome Champagne e Tokyo Sexwale.
INCONTRO. Nelle grandi manovre in pieno svolgimento è coinvolta anche l’Italia. Ieri mattina il presidente Tavecchio con il dg Uva hanno incontrato Sheikh Salman su iniziativa di quest’ultimo. Non si è trattato di una visita di cortesia ma di un faccia a faccia politico. La sensazione è che Salman stia cercando sponde europee. E dall’altra parte, la nostra Federazione si stia proponendo come elemento di raccordo tra le varie parti in gioco. Tavecchio ha spiegato il suo punto di vista su quello che dovrebbe cambiare dentro la Fifa (bilanci, giustizia), trovando attenzione nell’interlocutore. Quaranta minuti di colloquio in cui entrambe le parti hanno ribadito come, in caso di svolta positiva, Platini tornerebbe ad essere il candidato ideale. Ma la piega che ha preso tutta la sua vicenda giudiziaria impone la ricerca di candidati alternativi.
DOPO IL SORTEGGIO. In serata poi Tavecchio ha commentato positivamente il sorteggio. «Siamo in un girone di livello elevato, come del resto quello della manifestazione. Non ci sono toccate né Spagna né Germania, che affronteremo in primavera. Mi chiedete della Svezia, di quello che accadde nel 2004? Ma io non ci voglio neppure pensare. Credo solo a quello che vale per noi, nella nostra filosofia che crede alla lealtà. Comunque io penso che sarebbe ridicolo pensare a un Europeo senza ostacoli. La nostra non sarà una Nazionale di étoiles, di stelle come dicono i francesi, ma è di sicuro una squadra, con un grande allenatore. Per questo spero che faremo bene a questo Europeo. Intanto ho vissuto questa prima emozione a Parigi. Vorrei viverne un’altra...».