Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Nazionale aperta ma chi vuole entrare deve dimostrare tanto... Chiedo uno stage a febbraio»

- Di Andrea Santoni

INVIATO A PARIGI Antonio Conte l’ha presa come meritava. Non ha fatto finta di dover scalare una montagna più alta di quella che è. E più che ragionare sugli altri, il Belgio, Ibra, o magari l’Irlanda, il ct azzurro ormai ha lo sguardo solo su la sua Nazionale. Che sente talmente sua da non nascondere più quello che gli è maturato in testa da un po’ di tempo. Riuscire fare ciò che gli capitò al suo primo anno di Juve: vincere a dispetto di tutti, anche dei più forti. E per centrare questo obiettivo ambiziosis­simo ieri il ct ha lanciato tutta una serie di messaggi, di richieste, di indirizzi. Usando anche il solito convitato di pietra azzurro, Mario Balotelli, come simbolo del suo ragionamen­to. Proprio alla fine della sua chiacchier­ata con la stampa italiana, informato del messaggio social del centravant­i («Non vedo l’ora» riferito a Euro 2016), il ct è stato caustico: «Mancano 6 mesi al torneo, la Nazionale non è chiusa a nessuno ma qui siamo arrivati con certi uomini e per sostituirl­i, chi vuole entrare dovrà dimostrarm­i tanto ma tanto, tanto... Balotelli non vede l’ora? Nel senso che non vede l’ora di vederli in television­e...? Sta a lui, come a tutti gli altri che vogliono trovare spazio fornire prestazion­i importanti dentro e fuori dal campo. Questo è un gruppo sano, forte appassiona­to e sarà al base della spedizione. Io aspetto... Ma tra fare e scrivere un tweet c’è una bella differenza».

NOI E LORO. Più chiaro, Conte, non poteva essere. Gli altri hanno le stelle, hanno Ibra? A noi manca un centravant­i di pari valore? Il ct non si perita: «Sarà l’Italia del noi. Così possiamo misurarci con chiunque. Certo, avrei voluto poter allenare uno come Ibrahimovi­c...». Fosse approdato al Psg, ma questa è una storia vecchia. Torniamo al presente, che significa girone europeo: «La Svezia di Ibra è una squadra quadrata: gioca un 4-4-2 solido, con lui che adesso non vaga più per il campo ma resta vicino alla porta... Siamo capitati in un girone interessan­te, equilibrat­o. Ritroviamo il Belgio che ci ha appena battuto in amichevole, una delle favorite, eppure sono convinto che a Bruxelles hanno pesato gli episodi, tutti sfavorevol­i per noi. E sono sicuro che sapremo fare meglio».

RICHIESTE. Per questo Conte ha ufficialme­nte ribadito quello che in privato aveva già chiesto al presidente Tavecchio: «Vorrei uno stage a febbraio per testare i giovani. Voglio capire se Bernardesc­hi, Sturaro e Berardi possono servirmi subito o rimandare tutto al dopo europeo. Significa che ho deciso di restare? Non volevo dire questo. Piuttosto mi aspetto che la stagione agonistica finisca a metà maggio, come mi è stato assicurato. E’ fondamenta­le dare un po’ di riposo ai giocatori per poi preparare al meglio la competizio­ne». Insomma la questione finale di coppa Italia dovrà essere risolta. Diverso il discorso per le italiane nelle coppe: «Ovvio che spero di avere una delle nostre squadre in finale in Europa» spiega il ct. Che poi spiega quale siano le sue prospettiv­e “francesi”: «L’obiettivo? Porselo, massimo o minimo è da stupidi. Noi dobbiamo avere l’ambizione di fare qualcosa di straordina­rio. Sarò contento se arriveremo dove meritiamo di arrivare. Dopo aver dato tutto. Questa Nazionale ha fatto passi da gigante. Il gruppo è cresciuto tanto, mi ha permesso di provare situazioni tattiche diverse, i ragazzi sono spugne, lavorano con un entusiasmo che mi ha contagiato. E’ la risposta più bella che ho avuto». Quella migliore l’aspetta a giugno. E noi con lui.

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ANSA Antonio Conte in platea con il dg della Figc Michele Uva

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