Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Mihajlovic protesta Però la sua squadra ha offerto la stessa prestazione vista contro il Carpi
MARCATORI: 7’ st Bacca (M), 11’ st Toni (V, rig.). ARBITRO: Valeri di Teramo 5. Arbitri d’area: Guida e Aureliano. Guardalinee: De Pinto e Lo Cicero. Quarto uomo: Preti. ASSIST: Luiz Adriano (M. ESPULSO: 11’ st De Jong (M) per aver interrotto fallosamente una chiara occasione da rete. AMMONITI: Moras (V), Pisano (V), Wszolek (V), Abate (M), Marquez (V) e Kucka (M) per gioco falloso, Ionita (V), Bonaventura (M) e Gollini (V) per comportamento non regolamentare. NOTE: spettatori 27.497 per un incasso di 641.690,67 euro (abbonati 19.400 per una quota di 449.086,47 euro). Angoli: 9-7 per il Milan. Recupero: pt 0, st 4’. I numeri, a volte, possono raccontare una verità che è soltanto parziale. Soprattutto quando vengono scelti a proprio vantaggio, come aveva provato a fare Mihajlovic alla vigilia, parlando di un Milan in grado di svoltare dopo la sconfitta con il Napoli alla settima giornata. Per chiudere il cerchio, e il discorso, però, serviva una vittoria sul Verona, in modo da raggiungere il bottino di 18 punti in 9 partite, per una media di 2 a gara: quella ipoteticamente da Champions... Il problema, per il tecnico serbo, è che il campo, al di là delle lamentele sull’arbitraggio, ha raccontato una realtà molto diversa. A questo punto della stagione
molto più aderente a ciò che effettivamente è il Diavolo costruito dopo un mercato da 90 milioni di euro.
SOLITO DIAVOLO. La squadra rossonera non ha fatto altro che ripetere la stessa prestazione offerta con il Carpi, che peraltro seguiva quella sconcertante, in Coppa Italia, contro il Crotone. Si è rivisto, dunque, un approccio eccessivamente molle, proseguendo con un gioco lento, confuso, tutt’al più scontato. Solo nel finale è scattata almeno un po’ di generosità, perché sono stati comunque i rossoneri a inseguire fino all’ultimo la vittoria, nonostante l’inferiorità numerica provocata dall’espulsione di De Jong. Il Verona, invece, forse nel timore di veder svanire un pareggio comunque insperato alla vigilia, non ha davvero creduto al colpaccio. O meglio, l’impresa era nella testa di Del Neri, che, non a caso, ha fatto i cambi per inseguire l’impresa: difesa a 3, con i più freschi Jankovic e Juanito ad affiancare Toni. Ma la stessa convinzione non
La delusione di Carlos Bacca, attaccante del Milan: un’occasione sprecata per i rossoneri
c’era nella mente dei giocatori gialloblù, poi solo preoccupati di difendersi nel momento in cui lo stesso Juanito ha accusato un risentimento muscolare al flessore.
BOTTA E RISPOSTA. Eppure, dopo un primo tempo salutato dai fischi di San Siro, nel quale il solo a dimostrare intensità e idee era stato Bonaventura - troppo debole però la sua conclusione
dopo un triangolo in velocità con Bacca -, il Diavolo era comunque riuscito a sbloccare il risultato. L’uscita sbagliata di Marquez, infatti, veniva intercettata da Luiz Adriano, con immediato pallone servito, sul filo del fuorigioco - nel primo tempo Lo Cicero ne aveva sbandierati due inesistenti contro il Milan, che poi aveva anche segnato a gioco fermo -, a Bacca, che inceneriva l’incolpevole
Gollini. A quel punto, sembrava che il più fosse fatto, anche perché il Verona, al di là di qualche traversone e di qualche calcio d’angolo, non aveva combinato granché in avanti. Invece, dopo soli 4', un lungo traversone dalla tre quarti trovava sbilanciata la difesa (De Sciglio eccessivamente alto) e il vuoto davanti all’area. Così, vinto il duello aereo su Alex, Toni appoggiava per l’accorrente Greco, abbattuto in area da De Jong, assolutamente sorpreso dal taglio. L’olandese, al rientro dopo due mesi e mezzo e lontanissimo da una condizione accettabile, veniva anche espulso.
CAPITANO AL BUIO. Mihajlovic correva ai ripari togliendo Luiz Adriano per inserire Kucka, sperando (vanamente) che Niang riuscisse a creare qualche situazione di