Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Fatal Milwaukee per super Curry

NBA La serie di 28 vittorie di fila di Golden State interrotta dalla squadra che bloccò il record dei Lakers nel 1972

- Di Roberto Zanni

(12 successi nel 73/74), Philadelph­ia (14 nell'82/83), San Antonio (13 nel 2006/07) e Dallas (12 nel 2010/11), ma poi tutte le squadre che sono scivolate sull'ostacolo Bucks, hanno vinto a fine stagione il titolo. Quindi si può dire che perdere così porta bene... possa dire che abbiamo giocato duro come avevamo fatto in precedenza. Naturalmen­te nessuno voleva che questa striscia finisse, quello che si cerca ogni sera è di aggiungere un'altra tacca alla propria cintura. Ma con l'arrivo della prima sconfitta penso che si possa apprezzare quello che abbiamo fatto. Credo che ora possiamo focalizzar­ci un'altra volta non solo a vincere le partite, ma anche su come stiamo giocando. Le ultime due settimane, o quasi, con tutte le partite fuori casa, abbiamo trovato la strada per vincere, ma non penso che abbiamo giocato ai nostri livelli migliori».

QUANTI RECORD. Ma anche nel giorno del primo stop, restano i primati: 28 successi di fila, secondi all-time, poi il 24-0, mai nessuno c'era riuscito, quindi 14 vittorie iniziali di seguito in trasferta, altra primizia e a Milwaukee i Warriors hanno cercato, senza riuscirci, di diventare anche la prima squadra a ottenere sette successi consecutiv­i fuori casa. Sì perchè Golden State è dal 30 novembre che sta viaggiando: Salt Lake City poi Charlotte, quindi Toronto, New York, Indianapol­is e Boston. Anche la stanchezza ha avuto la sua parte (e 24 ore prima avevano disputato due supplement­ari con i Celtics). Adesso da Milwaukee, finalmente, si torna a casa.

Prima di sabato i Bucks avevano vinto solo 9 partite su 24! Steph: «E’ mancato qualcosa»

COME MICHAEL. Ma sulla panchina dei Bucks c'è qualcuno che meglio di chiunque altro può fare dei paragoni: Jason Kidd. Per buona parte della sua carriera da giocatore, si è trovato di fronte Michael Jordan, adesso da allenatore vede Steph Curry. «È il Jordan di questa generazion­e - ha sottolinea­to - ai miei tempi tutti volevamo essere come Mike, i ragazzini di oggi invece crescono vedendo Steph». (roz/ecp)

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