Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

TOMOVIC «Ma io non ci sto Il 3-1 è bugiardo»

«Meritavamo di più. Juve brava e fortunata»

- Di Andrea Bonino ass

Nenad Tomovic a fine partita è ovviamente deluso: «Il risultato è bugiardo. Meritavamo certamente di più - ha dichiarato il difensore serbo -. Avremmo dovuto tornare a casa almeno con un pareggio, ma la Juve è stata brava a colpirci in contropied­e ed anche un po’ fortunata soprattutt­o sul secondo gol. Noi forse siamo mancati un po’ negli ultimi 30 metri. Avremmo dovuto osare di più ed essere più cattivi sotto porta ma possiamo essere comunque soddisfatt­i della nostra partita, portare a casa le cose positive e ripartire vincendo le prossime gare. D’altronde non sono molte le squadre come la nostra che vengono qui a Torino a giocare così come abbiamo fatto noi. Altro scontro diretto perso? Queste gare aiutano a crescere. Bernardesc­hi? E’ un talento. Ha un grande avvenire davanti».

EMOZIONI ALLO STADIUM. Era da tempo che Juventus e Fiorentina non giocavano un match per l'alta classifica. Allo Stadium la tensione si sente nell'aria, si respira, si taglia. Non è mai stata una partita normale. Men che meno quest'anno. Ma una volta scesi in campo non c'è stato nemmeno il tempo per pensarci che i viola sono passati subito in vantaggio. Chiellini atterra Bernardesc­hi. L'arbitro non vede, l'assistente sì: calcio di rigore. L'occasione per Josip Ilicic, vero e proprio specialist­a dagli undici metri, è ghiottissi­ma: battere capitan Buffon e portare avanti immediatam­ente i suoi, a casa del "nemico". E difatti lo sloveno non sbaglia: il numero uno bianconero intuisce la traiettori­a ma non trattiene la palla che s'insacca alle sue spalle. Vantaggio ospite. E non sono passati nemmeno tre minuti.

CECCHINO. I bookmakers non quotano nemmeno più un eventuale errore dal dischetto del numero 72 gigliato che ha realizzato la sua sesta rete in campionato, tutte dagli undici metri. Gol che diventano otto se si conta anche la doppietta decisiva a Pozan contro il Lech in Europa League. Ma la partita di Ilicic non è soltanto la conferma di "una vita da cecchino". E' anche altro, almeno nel primo tempo. Prima cerca il raddoppio con una botta da fuori area ma il tiro è da dimenticar­e. Pochi minuti dopo si conquista una punizione dai 25 metri che il muro juventino respinge. Sousa, che ieri affrontava la "sua" Juventus per la prima volta da allenatore, sta tirando fuori il meglio di lui. Il suo galleggiar­e tra le linee, al fianco di Borja Valero a supporto di Kalinic, dà fastidio, e non poco, alla Vecchia Signora.

RECORD. Il tecnico portoghese gli ha ritagliato la posizione perfetta: libero di spaziare dalla metà campo in su con al suo fianco un recupera palloni di profession­e come l'ex Villareal. Per il momento è una stagione magica per lui: non siamo nemmeno al giro di boa del torneo che ha quasi realizzato le stesse reti della passata stagione (10). Il record di segnature in carriera, oltretutto, non è lontanissi­mo: ne mancano 4 per pareggiare le 12 realizzate nel 2010/11 quando sbarcò in Italia grazie al Palermo di Zamparini, abile a strapparlo al Maribor. «Cerchiamo la vittoria: siamo qui per questo - ha detto proprio Ilicic ai microfoni di Mediaset nell'intervallo -. Stiamo facendo bene ma dobbiamo dare di più: è una gara difficile con due squadre che giocano bene a calcio. Speriamo di chiuderla in nostro favore». Peccato che alla fine non sia andata come lui, Sousa ed i tifosi toscani si aspettavan­o. Nella ripresa i viola hanno fatto decisament­e più fatica ed anche lo sloveno ha patito galleggian­do sempre tra i reparti ma con meno lucidità. Oltretutto al 23' s'è fatto pure ammonire per proteste innervosen­dosi fino all'86', minuto in cui è stato sostituito da Matias Fernandez.

E Ilicic si è dimostrato ancora una volta infallibil­e dal dischetto: sei centri su sei

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LAPRESSE I calciatori della Fiorentina applaudono la curva viola a fine gara

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