Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

FIORENTINA Pradè: Noi delusi ma ora più maturi

Il ds: «Sappiamo che ce la possiamo giocare con tutti»

- Di Filippo Bonsignore

Sempre seconda ma in compagnia. La Fiorentina si ferma dopo sei risultati utili e viene raggiunta dal Napoli alle spalle dell'Inter. Tre gol al passivo per la seconda volta in stagione e sempre a Torino. Daniele Pradè però non fa drammi, anzi: «Abbiamo dimostrato ancora una volta di potercela giocare con tutti, controllan­do la gara da grande squadra. E' una ulteriore prova di crescita: se analizziam­o l'andamento della gara non ci credo che abbiamo perso. La delusione è grande ma la squadra c'è ed è forte». E' una sconfitta immeritata, secondo il direttore sportivo viola. «Abbiamo dominato sul piano del possesso palla - aggiunge - e non abbiamo mai dato l'impression­e di poter subire gol. Sono arrivate tre sconfitte contro tre grandi, Roma, Napoli e Juve? Sì, ma abbiamo dimostrato di esserci. Il mister ha dato una identità precisa alla squadra, dobbiamo andare avanti per la nostra strada. Sono contento, anche se è difficile dirlo dopo una sconfitta».

GOL DELL'EX. Decisivo nella rimonta della Juve il gol di Juan Cuadrado, alla prima da ex contro la Viola. «E' stato un gol fortunato, non credo neanche che volesse colpirla in quel modo - afferma Pradè -. Ma Cuadrado è un gran giocatore che ha dato tanto alla Fiorentina, gli faccio tantissimi auguri». Ma hanno avuto un peso anche lacune incertezze dei singoli, leggasi la posizione di Tatarusanu proprio in occasione del pari del colombiano e l'incertezza di Astori nell'azione della terza rete juventina. «Non drammatizz­erei - replica Pradè -, ci sta nell'arco di una gara fare degli errori. Ma capita a noi come gli altri». Il ds viola rilancia quindi ancora una volta con forza le ambizioni della Fiorentina. «Avendo visto la squadra allo Stadium dico che le aspettativ­e per questa fine anno e per il 2016 sono alte. Venire qui e imporsi per tutta la partita, con grande possesso palla, è davvero significat­ivo». Per lo scudetto bisognerà fare i conti anche con la Juve: «E' stato strano l'inizio dei bianconeri, non quello che stanno facendo ora. La Juve è una grandissim­a squadra, 6 vittorie consecutiv­e non sono facili da fare».

JOLLY. Tra due settimane, intanto, sarà di nuovo mercato. I dirigenti viola sono già al lavoro e hanno le idee chiare su ruoli e candidatur­e che, dopo sondaggi e approfondi­menti, devono soltanto essere scremate. Primo obiettivo, un difensore aggiunto. Piace Lisandro Ezequiel Lopez, 26 anni, argentino del Benfica, seguito a lungo in estate prima d'arrendersi alla valutazion­e alta del club lusitano. Complice il feeling incrinato con l'allenatore Rui Vitoria, adesso si profila uno sconto fino a 7 milioni di euro: trattativa spianata, benché Pedro Pereira parli d'una rosa di possibili rinforzi. Di sicuro vi figura Gino Peruzzi, 23 anni, jolly difensivo del Boca Juniors: è meno esperto di Lopez, però conosce già la A, vissuta per due stagioni con la maglia del Catania. Il prezzo oscilla attorno ai 4 milioni. STATUS. A centrocamp­o, eventuali movimenti dipenderan­no essenzialm­ente dal futuro di Suarez. La società lo difende, ma il rendimento è inferiore alle attese, di certo non all'altezza dell'ingaggio elevato che s'allinea a quello di Borja Valero. La sensazione è che Sousa vidimerebb­e il sacrificio e che lo spagnolo, a fronte d'una offerta adeguata, potrebbe congedarsi da Firenze. In lizza per la sostituzio­ne, su tutti, Walace Sousa Silva, 20 anni, gioiello del Gremio e della Seleçao Under 20: lo status d'extracomun­itario non rappresent­a un problema, avendo la Fiorentina una casella ancora libera. Già prenotato, invece, Andres Schetino, uruguaiano cresciuto nel Fenix, classe '94 già protagonis­ta con la Celeste Under 23 ai Giochi Panamerica­ni: arriverà a gennaio, ma sarà solo di passaggio, girato subito in prestito per svezzarsi come accade con il connaziona­le Matias Vecino.

«Cuadrado non voleva fare gol, ma gli è andata bene L’errore di Tata? Può capitare...» «Torniamo a casa consapevol­i di aver tenuto testa alla Juve: faremo un grande 2016»

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GETTY Federico Bernardesc­hi, 21 anni fra Giorgio Chiellini, 31 anni e Claudio Marchisio, 29 anni

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