Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Allegri II, ora il potere del gol è delle punte
Nel dopo Tevez le reti degli attaccanti sono salite dal 58 al 73%
Il cambiamento della Juve è strutturale e dimostra, se per caso ce ne fosse ancora bisogno, la prima qualità dell’allenatore Massimiliano Allegri: saper adattare se stesso (e quindi il gioco) alle caratteristiche dei giocatori. Con l’arrivo di tre nuovi attaccanti, la partenza di Vidal e Pirlo (che ha portato allo spostamento definitivo di Marchisio dal ruolo di interno a quello di regista), la Juventus ha cambiato il modo di attaccare, delegando in misura più sostanziosa il compito di segnare ai propri attaccanti. Sembra paradossale dopo la partenza di Tevez, il cannoniere di Conte e di Allegri, ma le cifre sono eloquenti.
LA DIFFERENZA DI CHI SEGNA. Facciamo questo conto. Dopo 24 partite ufficiali, 16 di campionato, 6 di Champions League, 1 di Supercoppa e 1 di Coppa Italia, la Juventus quest’anno ha segnato 37 gol, comprese due autoreti. Il quintetto di attaccanti formato da Dybala, Mandzukic, Zaza, Morata e Cuadrado è andato a segno 27 volte, il resto della squadra, centrocampisti e difensori, è arrivato a 8 gol. Gli attaccanti hanno realizzato quasi il 73 per cento del bottino totale. Prendiamo lo stesso periodo, con lo stesso numero di partite (24), della stagione scorsa: la Juve aveva segnato 50 gol (c’erano due maxi-punteggi, il 7-0 sul Parma in campionato e il 6-1 sul Verona in Coppa Italia, mentre in questa stagione il risultato più robusto è il 4-0 di mercoledì sera contro il Torino), Tevez con Morata, Llorente, Coman e Giovinco erano arrivati a 29, fissando al 58 per cento l’incidenza sulla montagna di reti bianconere.
UNASQUADRANUOVA. Mettendo dentro 10 nuovi giocatori (l’ultimo debutto da titolare è stato quello di Rugani in Coppa Italia), Allegri ha rinnovato non solo il telaio, ma l’essenza della squadra, in modo più profondo di quanto si potrebbe superficialmente pensare. Il tecnico livornese sapeva che non avrebbe più avuto i gol di Vidal e Pirlo e che, spostando Marchisio nel ruolo di regista e togliendolo da quello di interno (con l’incarico di arrivare sempre a rimorchio dell’azione offensiva) avrebbe perso altre opportunità in zona-gol. Così si è affidato ancora di più al reparto d’attacco. L’anno scorso i centrocampisti avevano già segnato 18 gol, quest’anno appena 8. All’appello mancano 10 reti del centrocampo, solo un po’ meno della differenza totale fra le due stagioni. Pogba era a quota 6, adesso è a 3, e dal francese molti si aspettavano i gol lasciati...liberi da Vidal. Glielo aveva detto anche Chiellini prima che iniziasse il campionato, ma Pogba è in un anno un po’ strano, basta ricordare questo dato: fra tutti i giocatori che in Champions League non hanno ancora segnato una rete è quello che ha tirato di più, 21 volte. Khedira invece ha giocato poco e ha una sola rete all’attivo, Marchisio da regista