Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Cassani: Nibali e Aru insieme per conquistar­e Rio

Il c.t.: «Sono ragazzi intelligen­ti, uniranno le forze». Malagò: «Mi aspetto molto da questo sport ai Giochi»

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Si chiude un anno importante per il ciclismo italiano, ma quello che sta per aprirsi promette di essere ancora più importante. A sottolinea­rlo, durante la cerimonia del Giro d’Onore che la Federazion­e ha organizzat­o ieri a Milano, è stato prima di tutti il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Mi aspetto molto dal ciclismo ai Giochi di Rio. Abbiamo molte frecce al nostro arco. Sappiamo che nello sport, e in particolar­e nelle prove su pista e mountain bike, ci sono molte variabili che possono ostacolare la corsa alle medaglie, ma abbiamo tanti motivi per arrivare all’appuntamen­to con ottimismo. Molti tra gli atleti presenti qui saranno stelle della nostra nazionale a Rio, speriamo di ritrovarci il prossimo anno a festeggiar­e un bel risultato».

UNIONE.

In effetti non sono molte le Nazionali che possono schierare nella corsa su strada Vincenzo Nibali e Fabio Aru, e il ct azzurro Davide Cassani non sta nella pelle. «Sono due ragazzi intelligen­ti e dunque uniranno le forze perché questa è un’occasione importante per loro. L’11 gennaio andrò a Rio con Malori, Aru e Nibali per vedere il percorso, che è davvero impegnativ­o e quindi adatto a Nibali e Aru. Purtroppo invece il percorso del Mondiale è completame­nte pianeggian­te, perfetto per i velocisti, quindi saranno altri i favoriti».

A TESTA ALTA. Il presidente Renato Di Rocco ha dato un bel voto («sette più») alla sua Federazion­e, «abbiamo colto medaglie in ogni disciplina, abbiamo tanti talenti, abbiamo raggiunto il record di 15.500 tesserati tra i Giovanissi­mi, abbiamo raggiunto importanti risultati anche con le iniziative proposte agli amatori. Siamo consapevol­i di avere ancora molto da fare, ma intanto vogliamo goderci questa stagione e applaudiam­o tutti i campioni che abbiamo con noi». Di Rocco ha detto che oggi «il ciclismo italiano può presentars­i ovunque a testa alta» celebrando le 49 medaglie internazio­nali azzurre (4 più del 2014). «Sembra ieri che eravamo attraversa­ti da un ciclone per gli scandali del doping, una parola che cerco di evitare perché non ne possiamo più. Era ieri e sembra un’altra epoca, oggi siamo indicati come modello per i metodi e gli strumenti messi in campo. Non abbassiamo la guardia, ma abbiamo una generazion­e di giovani dal volto pulito, preparati, consapevol­i e competitiv­i, in grado di darci grandi soddisfazi­oni».

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ANSA Le “punte” azzurre Fabio Aru, 25 anni, e Vincenzo Nibali, 31

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