Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
La rabbia della curva «Non siamo solo clienti»
La protesta contro le barriere volute dal Prefetto finisce per coinvolgere la gestione del club Si contava su vittorie e bel gioco per riavvicinare la gente, ma Garcia sta fallendo
Hanno smesso di giocare nel deserto. Il deserto c’è sempre, è venuto a mancare il gioco. Chiaro che le due cose sono strettamente legate. A esibirsi per il vuoto in ascolto si diventa rauchi, il nulla che rotola sul palcoscenico non si vende.
Ma anche così quanto sta accadendo è insensato. Una volta la Roma zoppicante veniva sollevata dalle grida di incitamento del pubblico, che duravano fino alla fine delle partite e diventavano fischi solo in situazioni palesemente imperdonabili. Adesso la squadra è imperdonata sin dall’inizio. Basta un passaggio all’indietro per essere coperti di insulti. Coperti, poi: mercoledì contro lo Spezia c’erano 6.370 spettatori. Quei 797 abbonati registrati contano poco: sono in massima parte i clienti dei posti più cari in campionato, ai quali è stata data come bonus la tessera per la Coppa Italia. Buona per una sola partita, per via dell’eliminazione.
L’INIZIO. Si sa com’è cominciata, non si sa come e quando finirà. Nella primavera scorsa i tifosi esposero striscioni offensivi nei confronti della madre di Ciro Esposito, morto in seguito alle ferite riportate in scontri tra ultras. Il giudice sportivo squalificò la Curva Sud, il presidente James Pallotta disse che i tifosi colpevoli erano fottuti bastardi e nessuno perdonò nessuno. Questo ha preparato il terreno per la mala pianta del disamore. Che è cominciato a spuntare in estate, quando il prefetto Franco Gabrielli ha disposto la divisione in più settori delle curve dell’Olimpico attraverso la disposizione di barriere di plexiglass.
E venne la prima partita in casa della Roma, contro la Juventus, una buona vittoria peraltro, una delle poche. C’era ancora fiducia, voglia di Roma campione nell’aria. Eppure già in quella gara una sezione dei tifosi della Sud restò in silenzio e voltata spalle al campo per gran parte della gara. Vennero la Champions League, il Barcellona e un pareggio di cui non vergognarsi. Persino in quell’occasione una piccola ma significativa porzione della Curva Sud non andò allo stadio nonostante fosse in possesso dell’abbonamento. In campionato, l’intero settore era andato esaurito già in estate.
Eppure continua a desertificarsi, sempre di più. Comunicati, risposte da parte del club e di Pallotta, ulteriori prese di posizione da parte dell’ala dura del tifo. Anche la rinuncia alla gara decisiva per il passaggio del turno in Champions League, la scelta di sostenere la Primavera a Trigoria, la contestazione con i fumogeni e i cori completi di parolacce contro la società e il presidente e il prefetto. I primi due colpevoli, secondo i tifosi, di non tutelare i diritti del pubblico, di avere condiviso le scelte di Gabrielli e di non compiere gesti concreti.
Non è del tutto vero, però non c’è dubbio che i sostenitori della Roma al di là dell’essere ripetutamente chiamati a raccolta con parole accorate non avvertono un’attenzione sufficiente da parte dei dirigenti. Visti questi come lontani, estranei e vagamente ostili. Quasi il club aspettasse solo il ravvedimento operoso di chi si è allontanato. Vedrete, la squadra vi convincerà, voi tornerete.
DUBBIO CHAMPIONS. E qui arriva a seminare disordine nel caos il peccato di Garcia e dei giocatori: che annoiano, perdono oppure, peggio, pareggiano senza reagire, passano il turno di Champions League con le preghiere mentre lo speaker dello stadio annuncia l’evento come glorioso e viene investito dal malumore dei tifosi. Che si sentono clienti, non più protagonisti e non va loro bene. E’ contro la storia, è contro natura.
Adesso la Roma ha messo in vendita come se nulla fosse i biglietti per l’ottavo di finale con il Real Madrid del 17 febbraio. Si va dai 40 euro delle curve ai 230 della Tribuna d’Onore. Dalle 12 di lunedì alle 20 dell’11 gennaio prelazione per i possessori dei mini-abbonamenti per la fase a gironi. Dalle 10 del mattino successivo toccherà agli altri. I tifosi non hanno ancora preso posizione. La Curva Sud aveva invitato all’indifferenza dopo il ko con lo Spezia e il deserto dello stadio si è trasferito a Trigoria. Tanto che sono stati accolti con una specie di sollievo il lancio di uova alla cena sociale e le scritte feroci di ieri. Quasi una boccata di normalità, quasi meglio del dubbio di non valere neppure uno sguardo di rancore.