Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
ROMA INTRIGO MOURINHO
Il tecnico ha incontrato un intermediario Adesso l’amore sembra impossibile ma...
Rosario Fiorello è abituato a far ridere, quindi a volte viene preso poco sul serio. Per questo il suo tweet di mercoledì, che annunciava il possibile arrivo di Josè Mourinho alla Roma, era stato preso da tutti i cybernauti come una boutade. Invece non era una notizia campata in aria. Nel senso che la Roma, attraverso un intermediario del presidente Pallotta, ha veramente fatto un sondaggio con Mourinho. Vediamo come.
L’INCONTRO. Il contatto dal vivo è avvenuto a Londra, per la precisione in un lussuoso ristorante di Mayfair. Presente la cornice? Appartamenti esclusivi, le Rolls Royce parcheggiate fuori, le ambasciate italiana e americana a pochi passi, i parchi privati. E’ in quell’angolo di paradiso che Mourinho, fresco di esonero dal Chelsea, è stato invitato a cena. Con lui due interlocutori: Pini Zahavi, procuratore israeliano molto influente nel calcio inglese, e Charlie Stillitano, organizzatore di eventi italo-americano che nel corso della serata ha calato sul tavolo l’argomento Roma.
AMICIZIA. E’ proprio Stillitano l’uomo-chiave della situazione. Amico di Mourinho, amico di Pallotta. Cinquantasei anni, responsabile della società che ha creato l’International Champions Cup, il torneo estivo che negli Stati Uniti ha ospitato nel corso degli anni la Roma e il Chelsea, ovviamente, ma anche tante altre squadre come Milan, Inter, Real Madrid, Manchester United, Manchester City. Dopo aver tentato negli Anni Novanta di foraggiare il «soccer» negli Stati Uniti, ingaggiando tra gli altri come dirigente dei Metrostars un certo Roberto Donadoni, ha spostato i suoi interessi sul marketing. E galleggiando tra successi ed episodi controversi, ha messo in piedi questa competizione di prestigio che ha venduto diritti televisivi in 85 Paesi.
GANCIO. Tornando alla serata di venerdì, non è stato Pallotta a contattare Stillitano per chiedergli di intavolare un discorso. E’ stato Stillitano invece a segnalare l’interessante novità: Mourinho, l’allenatore più famoso del mondo, era stato cacciato dal Chelsea. Magari valeva la pena fare un tentativo, tanto per capire che aria tirasse. Del resto Mourinho, in trattativa con Roman Abramovich per una buonuscita pazzesca, per il prossimo anno non ha preso accordi con nessuno. Al contrario di Ancelotti che invece oggi dovrebbe essere ufficializzato dal Bayern Monaco.
SCENARIO. Mourinho è sembrato interessato ad ascoltare anche se non si poteva entrare nei dettagli, né da una parte né dall’altra. Ora sta alla Roma, eventualmente, formulare un’offerta stimolante. E’ un’opzione molto difficile, per costi e anche per il progetto tecnico da condividere, ma testimonia le ambizioni di James Pallotta, per niente disposto a rinunciare alla competitività e alla visibilità internazionale del suo club. E’ un’indiretta conferma, tra l’altro, delle intenzioni della Roma nell’immediato: qualora fosse deciso l’allontanamento di Rudi Garcia, che curiosamente seguirebbe di pochi giorni l’esonero di Mourinho, Sabatini dovrebbe ingaggiare un allenatore ad interim, un professionista che dia la scossa senza costringere la società a impegnarsi a lungo termine. Aspettando il grande manager a cui verrebbe affidata la squadra a partire dalla prossima stagione. A meno che il mercato degli allenatori non offra a dicembre un’occasione imperdibile, chiaro.
DISCUSSIONE. A proposito di Sabatini, unico dirigente che non ha mai cambiato ruolo nei cinque anni di gestione Usa: neppure la sua posizione è sicura in proiezione 2017. Soprattutto se Pallotta dovesse puntare su un personaggio ingombrante (non solo Mourinho ma anche Antonio Conte, per esempio), un accentratore di responsabilità alla Sabatini sarebbe difficilmente inquadrabile nell’organigramma. Ed è una delle riflessioni a cui la proprietà si dedicherà nella seconda parte della stagione.
VOCI. Nei racconti sulla cena con Mourinho qualcuno aveva addirittura ipotizzato la presenza di Pallotta al tavolo. Ma Pallotta negli ultimi giorni non si è mai mosso da Boston, dove era stato bloccato da impegni manageriali. «Non ho incontrato Josè, non gli ho mai parlato neppure per telefono. Ma mi piacerebbe conoscerlo» dice il presidente dagli Usa. Il primo atto di un fantascientifico corteggiamento a Mourinho è stato affidato quindi a un amico comune. Le eventuali mosse successive sono tutte da scoprire.