Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Garcia al fotofinish se non vince è fuori
La società non ha ancora scelto il successore in caso di esonero: restano in corsa Lippi e Spalletti. E De Rossi...
Garcia non molla, guarda in faccia i giocatori da giovedì sera, da quando la società ha chiuso tutti nel centro sportivo di Trigoria. Vuol capire se sono davvero tutti dalla sua parte. Perchè oggi i giocatori determineranno il suo destino. Se la Roma vince possono salvare Garcia e forse procrastinare una decisione che era stata presa già mercoledì sera. Ma se la squadra giallorossa allungherà la sua serie negativa allora l’esperienza del tecnico francese in Italia si concluderà prima di Natale. La strada è segnata e anche se i dirigenti navigano a vista questa è l’unica certezza.
NON MOLLA. Garcia non appare spaventato e in conferenza stampa non mette una parola fuori posto. Non mostra neppure di essere nervoso. Se lo è, allora può essere un abilissimo giocatore di poker: «Io non penso che quella contro il Genoa può essere l’ultima partita sulla panchina della Roma. Ho altre battaglie da portare avanti. Conosco le regole del gioco, ma non è un problema. Sono sereno e combattivo e credo nei miei ragazzi».
Il tecnico francese è ancora convinto di poter risolvere i problemi della Roma. Aspetta gennaio per avere i rinforzi che gli sono stati promessi: «Ho già detto che quando non mi sentirò più utile a questa squadra mi farò da parte, ma sono ancora motivato. Io non mollo, l’unico obiettivo è vincere contro il Genoa. A gennaio poi se serve ci sarà tempo di cambiare delle cose per trovare le soluzioni. Il vero fallimento finora è solo l’eliminazione dalla Coppa Italia con una squadra di B. In campionato è ancora tutto aperto e siamo agli ottavi di Champions».
LEOMBRE. Strana vigilia a Trigoria. Con la squadra che si è trasferita in serata presso l’albergo sopra all’Olimpico, in attesa della partita contro il Genoa. Come sempre, ma questa volta sembra la vigilia di una finale di coppa del mondo. I giocatori scuri in volto, assorti nella musica che rimbomba nelle cuffie. Dipende da loro. Oggi hanno una grossa responsabilità. Perchè la società, che è finita in un vicolo cieco non riuscendo a trovare una soluzione ideale fino a giugno, spera di tirare a campare con Garcia, ma anche in caso di pareggio questo non sarebbe più possibile. La scelta, per un cambio in corsa che potrebbe diventare inevitabile, sembra ridursi a un testa a testa tra Lippi e Spalletti, ma non sono esclusi colpi di scena. Bielsa è un’idea suggestiva, ma è rischioso portare in Italia l’argentino a stagione inoltrata. La Roma vuole un tecnico di alto profilo, ma per aspettare Conte a giugno (ma se il ct non fosse disponibile ci sono anche Emery o Schmidt) potrebbe essere costretta ad accontentarsi di una soluzione per soli sei mesi. Per questo alcuni allenatori che sono stati sondati hanno risposto negativamente, oppure hanno chiesto cifre esagerate per il disturbo. E allora la soluzione alla fine potrebbe essere trovata in casa, con la promozione di Alberto De Rossi, che però già in passato ha respinto l’invito.
Piace anche Bielsa ma è una soluzione più rischiosa La squadra decide il destino del francese
L’allenatore sereno «Conosco le regole del gioco, però non penso all’addio Oggi si decide tutto»
AGENNAIOLASVOLTA. La gestione di Garcia non può più andare avanti in caso di risultato negativo. La società vuole mettere i giocatori di fronte alle proprie responsabilità, affidando impietosamente a loro il destino dell’allenatore. Sarà una domenica carica di tensioni, con i tifosi che hanno già espresso il loro dissenso. Garcia non sembra un allenatore all’ultima spiaggia. E’ convinto che se oggi i giocatori lo salvano a gennaio la Roma potrà ripartire. Con nuovi metodi di allenamento (una delle responsabilità che la dirigenza gli attribuisce è quella di non trovato grande sintonia con i preparatori imposti da Pallotta) e con nuovi rinforzi, soprattutto in difesa. Dove ieri ha detto che servono giocatori di esperienza. Garcia pensa a una Roma diversa. Ma chissà se sarà lui a dover gestire il cambiamento. Sa che è di fronte a un bivio. Dopo essersi mostrato tranquillo e lucido, alla fine ha avuto l’unico momento di debolezza: «Tutto si decide domani (oggi, n.d.r.) alle 15».