Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
PAULO SOUSA «Più Fiorentina meno Pepito»
«I Della Valle ora ci aiuteranno. Rossi via? Parliamone»
Dare di più per far si che la corrispondenza tra aspettative e realtà possa viaggiare in sincronia perfetta. Vincere per restare secondi e cancellare i due ko consecutivi con Juventus e Carpi. E se Pepito vuole andare via per sei mesi che cessione sia. Paulo Sousa sferra le sue stoccate con precisione chirurgica, come fosse su una pedana col fioretto in mano: «Se vogliamo consolidarci, considerando che sono aumentate le aspettative nei nostri confronti, dobbiamo tutti dare qualcosa di più, a partire da me stesso, dalla squadra, dai tifosi e dalla società. L'asticella, ormai, si è alzata: nonostante ci siano squadre che hanno investito di più, stiamo riuscendo a lottare alla pari e abbiamo vinto molto più di quanto ci sia aspettasse. Ed io ho fiducia nei Della Valle, sono convinto che faranno di tutto per aiutarci a restare sempre più in alto». Le sue parole arrivano a meno di 24 ore dalla festa di auguri viola, quella in cui il patron ha annunciato «qualche regalino a gennaio». Il piano operativo della Fiorentina che verrà, dunque, è già entrato nel vivo. Quanto a Rossi e all'ipotesi di un eventuale prestito, Sousa non chiude le porte: «Mi chiedete se Giuseppe potrebbe andare in prestito a gennaio? Un tecnico cerca sempre di aiutare il singolo tenendo conto prima di tutto degli interessi della squadra. Un giocatore va aiutato ad essere sempre più felice, se però lui crede che il passo migliore da fare sia quello di andare a giocare altrove allora è una questione che va affrontata».
LA PIU' DELICATA. La testa, però, adesso, deve essere tutta al campionato, «perché il primo regalo dobbiamo farcelo noi prendendoci i tre punti in palio». Il portoghese è lapidario: «Quella con il Chievo è la gara più delicata da quando io sono qui. Per i risultati che abbiamo avuto negli ultimi giorni, ma sono sicuro che la mia squadra saprà dare le giuste risposte come già è accaduto in altri momenti, domani (oggi, ndr) dobbiamo dare una risposta positiva, cioè vincere. L'unità sarà il nostro migliore alleato». Anche perché, dice, l'avversario è tra i più complicati da superare: «Ho visto fin qui un Chievo bello, che corre, che gioca bene. I calciatori conoscono a memoria quello che fanno, difendono in gruppo e proprio per questo dovremo avere pazienza alternando un gioco corto e verticale». Di certo la squadra ha capito la lezione arrivata con l'eliminazione dalla Coppa Italia: «I giocatori avevano recepito il messaggio della mia delusione già al rientro negli spogliatoi: lo sanno bene, si può anche perdere e farlo mantenendo inalterata la nostra identità ha un senso, viceversa no».
CESSIONI ED ACQUISTI. Sousa si sofferma pure su quei giocatori che, fin qui, non sono riusciti ad integrarsi col resto della squadra e il primo a mettersi in discussione è lui stesso: «Probabilmente non sono riuscito a far loro arrivare certi messaggi (implicito ma evidente il riferimento a Suarez, ndr): dobbiamo lavorare per arrivare a prendere la decisione migliore perché gli atleti possano essere più felici». In buona sostanza, se qualcuno tra quelli finiti in ombra dovesse chiedere di essere ceduto non verrebbero alzate le barricate. Il portoghese comunque è sicuro: «La famiglia Della Valle punta ad avere nel calcio lo stesso successo delle loro aziende: pur nel rispetto dei loro equilibri, faranno di tutto per aiutarci a migliorare ad essere ancora più in alto. Personalmente, mi preoccupano più le uscite che le entrate». Per ogni cessione, dunque, dovrà esserci un acquisto. Di livello. Prima però c'è da vincere oggi, per chiudere un 2015 ricco di speranze, per ora più forti delle delusioni, che pure ci sono state in casa viola, anche in questa stagione da protagonista.
«L’asticella è stata alzata: dobbiamo dare il massimo. Col Chievo la gara per me più delicata»
«Un tecnico deve aiutare un giocatore come Giuseppe a essere felice. Ma io temo le uscite»