Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

PIOLI «Lazio, ora mi convinci»

«La squadra ci crede e sa soffrire Così possiamo arrivare lontano»

- Di Fabrizio Patania

E adesso chi lo potrà più mettere in discussion­e? Non certo Lotito, perché era convinto di confermarl­o, anche in caso di sconfitta, dopo aver rivisto la Lazio rimontare e piegare l’Udinese negli ottavi di Coppa Italia. La squadra era con Pioli, la panchina è ancora di Pioli e resterà di Pioli, che s’è rialzato quando sembrava a un passo dall’esonero. Mangerà il panettone e anche l’uovo di Pasqua. Una partita pazzesca, perfetta o quasi, interpreta­ta con l’ardore, con il cuore, con l’intelligen­za. E con le mosse tattiche del tecnico emiliano, che negli ultimi quattro mesi a Roma era stato massacrato. Ha indovinato invece ogni scelta, ha spento le fonti del gioco dell’Inter, ha corretto l’assetto quando Mancini è passato al 4-3-3. Partita preparata e condotta benissimo.

CAPOLAVORO. E’ stata una vittoria meritatiss­ima. La Lazio aveva vinto a San Siro con Petkovic nel 2013, ma quella era l’Inter di Stramaccio­ni. Pioli ci credeva, lo aveva spiegato sabato a Formello. «Due mesi fa, dopo la sosta di ottobre, abbiamo avuto qualche difficoltà, ma nelle ultime partite avevo visto dei buoni segnali, la classifica non è ancora quello che vogliamo e c’è tanto da fare». E’ stato un capolavoro. «L’abbiamo preparata come di consueto, puntando sui nostri concetti e poi siamo in grado di adattarci. Era una grandissim­a occasione, volevamo dimostrare su un campo così difficile che la Lazio c’è e voleva superare il momento di crisi. I giocatori ci credono e quando ci credi, ti sacrifichi, sei pronto a lottare, i risultati arrivano. Abbiamo sofferto, ma era normale, calcolando la forza dell’Inter. Siamo stati dentro la partita per 95 minuti, ai nerazzurri abbiamo concesso una sola occasione. Ho visto generosità da parte di tutti».

SCALATA. Ha difeso alla grande il proprio operato e adesso può sottolinea­re quanto non era stato messo in luce. «Sono mancati i risultati in campionato, ma in Europa League siamo andati bene e in Coppa Italia è stato passato il turno. Ora stiamo meglio, questa è la verità. Il risultato di San Siro non risolve tutti i problemi, ma può farci ritrovare fiducia, convinzion­e, autostima. Adesso, per recuperare in classifica, dobbiamo infilare una striscia positiva, pensando una partita alla volta con l’atteggiame­nto esibito a Milano. Vorremmo restare in Europa, quindi se non centreremo i primi cinque posti, cercheremo di arrivarci attraverso le Coppe». Ora aspetta rinforzi. «Dal mercato di gennaio la Lazio deve uscire rafforzata. La società lo sa, le mie indicazion­i sono chiare».

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LAPRESSE Antonio Candreva, 28 anni, per lui terzo gol in A

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