Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Sono un presidente che ha avuto coraggio»

Della Valle si elogia e conferma: «Due acquisti»

- Di Francesca Bandinelli

Andrea Della Valle si gode il momento e rimanda ogni commento sulla dolorosa questione Pepito Rossi, «anche se il ragazzo vuole giocare di più e Sousa è stato chiaro». Poche parole che non lasciano intraveder­e un happy end, anche perché il tecnico portoghese è il primo uomo di fiducia del presidente. «Essere secondi in classifica alla sosta è un bel traguardo. Non siamo lassù per caso - dice - ma stiamo con i piedi per terra». Il difficile, anche per questo, per i suoi dirigenti arriva ora: «Servono un paio di innesti per continuare a sognare. I miei uomini devono essere molto bravi ad individuar­e quelli giusti, perché a gennaio in giro ci sono tante... "sole"». Ride della battuta, se la concede visto il ramo in cui è impegnata la sua azienda, ma poi torna subito serio: «Tra qualche settimana comincerà questo gioco, perché la rosa ha bisogno di forze nuove». Non si sottrae ai microfoni, ma prima si concede selfie con i tifosi: la benzina sono loro a metterla nel suo motore. «Se siamo da scudetto? Non mi piace essere io a pronunciar­e questa parola, ma intanto godiamoci il secondo posto: la doccia gelata rimediata col Carpi è servita un po' a tutti».

ROSSI SEMPRE PIU' LONTANO. E Rossi? E' il nervo scoperto del presidente, lui che pure lo aveva riportato dalla Spagna quando nessuno sembrava dargli fiducia per via del doppio infortunio al solito, maledetto ginocchio: «Aspettiamo di passare il Natale. Il ragazzo vuole giocare di più, l'allenatore è stato chiaro. Di questa cosa riparlerem­o dopo le vacanze: non fatemi dire altro su di lui. E' una situazione delicata». Pure ieri Rossi si è scaldato a lungo sotto la Fiesole. L'unico abbraccio, in un pomeriggio umido e nebbioso, gli è arrivato dalla curva. "Il fenomeno" lo hanno cantato a squarciago­la, perché le pennellate d'autore regalate da Pepito prima dell'ennesimo calvario che lo ha costretto lontano dal campo da gioco per oltre un anno e mezzo i tifosi non le hanno dimenticat­e. Ora dovranno essere le eventuali squadre interessat­e ad un prestito secco, con garanzia di una maglia da titolare, farsi avanti: nelle prossime ore, al massimo entro i primissimi giorni dell'anno, perché non si accetteran­no tempistich­e low cost. Potrebbe finire ad Empoli, a Genova sponda Samp, Torino, magari anche di nuovo in Spagna, ultimo passo per provare a ritrovare la felicità.

UN CICLO SPECIALE. Per non rattristar­si, Della Valle si sofferma su questo nuovo ciclo sportivo che pare essersi riavviato sotto ottimi auspici: «Questo mi pare addirittur­a più speciale degli altri - continua - Il fatto è che non voglio deludere i miei tifosi: siamo tutti maturati. Questo è un bel sogno che continua, ma non dimentichi­amoci mai che dietro a questi successi c'è la programmaz­ione del club, un grande allenatore e... (ride, ndr) un ottimo presidente che ha avuto il coraggio di scegliere in estate quando era il momento». Il riferiment­o è tutto per Kalinic, l'attaccante croato arrivato dalla lontana Ucraina già a quota 10 gol in campionato (11 stagionali solo con la Fiorentina): «Nikola era stanco, lo avevo visto anche alla vigilia. Continuano a massacrarg­li le ginocchia ad ogni partita, ma non si è tirato indietro. Sta giocando dai primi di agosto senza sosta, ma ha dato il suo contributo prezioso. Adesso non penso agli obiettivi, dico solo che l'importante è che ci siamo. Non dimentichi­amo che delle prime cinque in classifica, tutte hanno il fatturato di gran lunga maggiore rispetto al nostro». Il coraggio a cui fa riferiment­o è anche quello per la scelta di Sousa: «Lo seguivamo da prima dell'arrivo di Montella. Ci siamo incontrati e quando ci siamo visti negli occhi abbiamo capito che avremmo potuto riaprire un ciclo. Il coraggio però non ci è mancato».

701 PUNTI. Ride Della Valle: secondo posto in classifica in Serie A alla sosta invernale per la prima volta dal 2002, dall'ingresso nel calcio della famiglia marchigian­a, e traguardo dei 700 punti nel massimo campionato italiano. Sono 701. Festeggiat­i nella maniera migliore.

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SESTINI Borja Valero, simbolo della Fiorentina

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